Più sicura di sè, delle proprie opinioni, dei propri diritti e… più miserabile che mai

Sarebbe così la generazione nata dopo gli anni ’70 secondo Jean M. Twenge.

Se siete della Generation Me dovete leggere questo libro.

Se siete nati prima dovete leggere almeno il capitolo 8.

A partire dai trend emersi da un’analisi longitudinale dei punteggi ottenuti su test psicologici (basati su scale standard rimaste invariate dagli anni ’60 ad oggi) ottenuti da diverse generazioni di studenti universitari americani, la psicologa americana descrive in modo piacevole e con numerosi riferimenti tratti da pubblicità, film, show televisivi e serie televisive, i tratti salienti della Generazione Me.

Rispetto delle regole sociali, senso di autostima, convinzione di poter realizzare i propri sogni, ansia e depressione, disimpegno politico, sessualità e abitudine alle differenze sono trattati da ciascuno dei primi sette capitoli di questo libro.

Da non perdere infine l’ottavo e ultimo capitolo con i consigli indirizzati ai baby boomers (la generazione precedente nata dal dopo guerra alla fine degli anni ’60) su come interagire al meglio con la Generation Me.

Aperitivo per sociologi che studiano Internet

Ieri parlando con Giovanni abbiamo convenuto sull’idea di organizzare, in occasione del congresso nazionale dell’associazione italiana di sociologia che si svolgerà ad Urbino il 13, 14 e 15 settembre, un mini evento sociale extra dedicato ai molti colleghi che conosciamo (come ad esempio Davide Bennato, Chiara Fonio, Mario Pireddu, Antonio Sofi) o che desideriamo conoscere (Stefano Epifani, Tony Siino e tutti gli altri che sono certo esistono là fuori) che studiano il rapporto fra Internet e società.

Sulla base del programma dell’evento abbiamo individuato nel tardo pomeriggio del giorno 13 (ovvero subito dopo la chiusura, al momento non specificata, dei lavori) lo spazio adatto per un momento di incontro in stile Likemind per conoscerci, raccontare in un contesto informale le nostre ricerche e magari organizzare in futuro qualche evento a carattere scientifico insieme.

L’aperitivo, almeno nella nostra idea, è dedicato ma non riservato ai sociologi. Quindi chiunque sia interessato è il benvenuto.

Per segnalare la propria intenzione o interesse a partecipare è sufficiente lasciare un commento a questo post lasciando nome, cognome e specifica area di interesse (se necessario apriremo più avanti un wiki). aggiungere il proprio nome, cognome e specifica area di interesse sul wiki a http://aisurbino.pbwiki.com/ (la pwd è urbino).

Se lo ritenete opportuno potete estendere l’invito ai lettori dei vostri blog. 

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Avviso ai lettori old fashion

Anche se in realtà penso che perdersi qualcosa all’epoca dei flussi informativi che si moltiplicano sia giustificato (anzi forse necessario) e che spesso questa perdita sia compensata dalla ridondanza interna offerta dal sistema, voglio segnalare a tutti quelli che leggono questo blog attraverso il feed RSS che si stanno perdendo qualcosa.

Sempre più spesso scrivo cose potenzialmente di interesse qui, prendo appunti qui, salvo bookmark qui, raccolgo articoli qui e tengo traccia dei libri che leggo qui, mi segno gli eventi che mi interessano qui.

Di tutto questo lavoro non rimane ovviamente traccia qui.

Per questo ho creato un feed omnicomprensivo qui (include tutto compreso il blog con l’eccezione dei messaggi privati di Twitter). Inoltre nella pagina About me ho aggiunto i link ai singoli feed per seguire solo uno di questi servizi.

Sto inoltre usando sempre più costantemente facebook più che altro per comprenderne le logiche di funzionamento dall’interno. L’idea delle applicazioni è geniale e sta rendendo questa piattaforma un vero e proprio aggregatore di network sociali.

Per il momento sto facendo convergere tutti i flussi informativi che produco verso il mio profilo di facebook.

Quindi, un altro modo per seguire il tutto senza la serialità tipica del feed e, allo stesso tempo, visualizzare la mia rete di contatti ed i loro contenuti è quello di aggiungermi come friend su facebook (creando prima un profilo se non lo avete). Al momento accetto inviti solo da persone che ho conosciuto, seppur fugacemente, in passato.

Non sono in grado di spiegarlo su basi razionali ma ho la netta sensazione che facebook sarà sempre più importante. Vi consiglio quindi di iscrivervi.

P.S. Non ho dimenticato le foto che pubblico qui ed i video che carico qui. Ho pensato di non includerle nel meta feed perchè credo la maggior parte dei lettori non sia interessata.

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Il wireless campus di Urbino apre ai privati

Essendo stato coinvolto nel progetto fin dalle prime fasi di ideazione, ero al corrente che l’idea dell’Urbino wireless campus era caratterizzata da alcune peculiarità che la rendevano ai miei occhi particolarmente interessante e che mi hanno spinto ad essere un convinto ed attivo sostenitore del progetto.

Che il progetto fosse buono è stato riconosciuto pubblicamente da chi lo ha selezionato come primo su 82 progetti presentati dalle università italiane per aderire ad un bando che distribuiva risorse finanziarie per la realizzazione di reti wireless di ateneo.

Che ci sarebbero state difficoltà a muoversi in un ambiente dove il centro servizi Internet di ateneo è costituito da 5, pur volenterose, persone e dove la burocrazia, come spesso accade, vede la novità come il fumo negli occhi, era prevedibile.

Quello che sinceramente mi ha sorpreso è che a meno di un anno dall’avvio il progetto abbia già realizzato molti degli obiettivi che si era proposto.

  1. Si è costituito un gruppo di studenti prevalentemente di informatica, ma anche di economia e sociologia, che lavora attivamente presso l’uwic lab e gestisce, in pratica il wireless campus.
  2. L’accesso wireless gratuito per studenti, docenti e personale è attivo da mesi e gli studenti hanno iniziato a familiarizzare con il servizio passando dalla fase di scetticismo iniziale del tipo “questo sarà il solito pacco, lo provo ma tanto già lo so che non funziona”, alla critica costruttiva (il che nel rapporto Università – studenti è già un significativo passo in avanti).

L’ultimo di questi obiettivi raggiunti, in ordine di tempo, è stato stipulare un accordo con un provider privato (MondoESA Umbria) per consentire a questo soggetto esterno di utilizzare l’infrastruttura del wireless campus allo scopo di offrire servizi ai privati e alle aziende del territorio coperto dal segnale. Chi ha una minima dimistichezza con la burocrazia propria di un ente pubblico può immaginare quali difficoltà si possono presentare per stipulare un accordo del genere.

Questo accordo (non esclusivo) con il provider garantisce all’Università di disporre, in futuro, delle risorse necessarie per mantenere e gestire l’infrastruttura.

Il provider porterà la sua banda e l’utenza privata non influenzerà le prestazioni degli utenti di uniurb.Image

In pratica se uno abita in una zona coperta dal segnale hyperlan può comprare (attraverso il provider) un’antenna scatolotto che un tecnico, previa verifica della effettiva disponibilità del segnale (ci deve essere visibilità fra Base Station e antenna 🙁 ), ti viene ad installare.

Le antenne (che poi sono anche dei router con firewall, etc.) sono prodotte da Townet (un gruppo di ragazzi giovani ma con una vasta esperienza nel settore, ottimi skills tecnici ed economici e buona vision).  

Con l’antenna in casa si possono fare diverse cose.

In tutti i casi si entra a far parte del wireless campus il che significa che si può accedere a tutta una serie di servizi interni al wireless campus (tipo ascoltare la web radio di ateneo, prenotarsi agli esami o fare voip interno) indipendentemetne dall’accesso a Internet.

Se si è studenti, docenti o personale dell’Università di Urbino “Carlo Bo” si possono usare da casa le proprie credenziali di accesso per uscire su Internet usando la rete di ateneo in modo completamente gratuito 🙂

Se non si rientra in questa casistica (o si vuole usare Emule 😉 ) si può stipulare un contratto di fornitura di accesso ad Internet con il provider ed avere anche servizi di voip su numero geografico via Eutelia (bye bye Telecom, bye bye canone).

L’offerta commerciale specifica per Urbino non è ancora stata pubblicata sul sito del provider (e questo non è bello) ma Rodolfo Rughi di MondoESA Umbria che era presente alla presentazione di stamane ha garantito che sarà online lunedì.

In ogni caso ha anticipato alcune cose. Il costo dell’antenna e dell’installazione sarà di 299 euro se non si attiva un contratto con il provider e di 165 se se ne attiva uno. Ovviamente l’antenna può essere condivisa fra più utenti (ad esempio le famiglie che abitano in uno stesso stabile) ed ogni nuovo contratto stipulato va in parte a risarcire il primo acquirente dell’antenna (con tre contratti l’antenna costa 0 alla prima persona che l’ha comprata e fatta installare). 

Il contratto flat base costerà 25 euro al mese con banda simmetrica (download=upload=1280 kb/s) garantita. Per chi capita solo ad Urbino (tipo un turista) o non vuole una connessione flat saranno disponibili da settembre delle carte prepagate che consentiranno di usare gli access point wifi del wireless campus (il costo sarà a tempo ma non ricordo quanto all’ora). Da quanto ho capito sono inoltre previste altre modalità contrattuali per le imprese. Molte altre informazioni sono disponibili sul sito del wireless campus nell’apposita sezione dedicata al wisp.

Mi piacerebbe che lo spirito critico della blogosfera si mettesse in moto per fare le pulci a questo progetto e magari tirare fuori qualche buona idea.

A voi la parola.

Harnessing Collective Intelligence

Dirk Baecker segnala nella mailing list sociocybernetics che su YouTube (prima parte | seconda parte) è disponibile un’intervista fatta da Ulrich Boehm a Niklas Luhmann nel 1973 nel corso della quale il sociologo tedesco spiega la teoria dei sistemi sociali.

Penso “interessante, ma in tedesco non capisco nulla”. Guardo le immagini, leggo i commenti e mi convinco che oltre ad essere un materiale straordinario dal punto di vista documentale può anche essere utile.

Rispondo alla lista dicendo “fantastico magari qualcuno potrebbe usare Mojiti per farne una versione sottotitolata in inglese”. Ho poche speranze in realtà che qualcuno abbia tempo da dedicare a questo.

Passa qualche giorno ed oggi arriva alla lista questo messaggio di Christian Schuster.

Well, Fabio, how about that?

http://mojiti.com/kan/7240/21351

Not the best subtitles, but I guess it is better than nothing.

Chris

Dalla versione in inglese a quella italiana è stato un gioco da ragazzi e dunque eccovi Luhmann che spiega la differenza sistema/ambiente, la complessità e la società come sistema sociale complessivo sottotitolato in italiano

N.B. Questa è solo la prima parte. Speriamo che Christian produca presto anche i sottotitoli per la seconda parte.

P.S. Se sapete il tedesco su YouTube c’è anche un’altra intervista a Luhmann più recente (1989).

UPDATE Daniel Lüdecke, che è fra l’altro l’autore del software che simula il funzionamento del famoso zettelkasten, ha sottotitolato in inglese un altro breve video dove Luhmann descrive il modo di archiviare le sue letture.  

La semantica dei sistemi sociali negli spazi mediati di rete

Come promesso condivido qui, in aggiunta alla presentazione, anche l’articolo collegato all’intervento svolto in Spagna un paio di settimane fa.
image La semantica dei sistemi sociali negli spazi mediati di rete
Si tratta come al solito di una bozza e quindi commenti e suggerimenti sono benvenuti.

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Testi per Laboratorio di Web 2.0

Sembra che anche per il 2007/2008 insegnerò Laboratorio di Web 2.0 al corso di laurea in Scienze della Comunicazione. Quest’anno, a differenza dello scorso anno, ci sono state altre domande (alcune anche di presitigio) per questo insegnamento e la cosa non può che farmi piacere.

Il Consiglio di Facoltà, di cui io non faccio parte essendo un docente a contratto, ha deciso per continuità didattica (così mi è stato riferito) di mantenere a me l’insegnamento.

Sono dunque alle prese con la definizione del programma di insegnamento.

L’obiettivo del corso sarà quello di capire il lato sociale del Web 2.0 e sperimentare insieme metodi e tecniche per analizzare il contenuto generato dagli utenti a scopo di ricerca sociale.

Lo scorso anno avevo adottato un solo libro: Blog Generation di Giuseppe Granieri. Al momento degli esami mi sono tuttavia reso conto che il carico di lavoro era troppo poco (anche se alcuni studenti sono riusciti nell’impresa di farsi bocciare lo stesso) in relazione ai crediti formativi (4), sopratutto per gli studenti non frequentanti che studiano solo il libro.

Dal prossimo anno ci saranno dunque due libri in programma. Uno obbligatorio e l’altro a scelta fra una serie di opzioni:

Granieri G., La società digitale, Laterza, Roma 2006.

Ed in più un testo a scelta fra i seguenti:

  1. Benkler Yochai, La ricchezza della rete. La produzione sociale trasforma il mercato e aumenta le libertà, Università Bocconi, Milano 2007;
  2. Anderson Chris, La coda lunga. Da un mercato di massa a una massa di mercati, Codice, Torino 2007;
  3. Israel Shel, Scoble Robert, Business blog. Come i blog stanno cambiando il modo di comunicare dell’azienda con il cliente, Il Sole 24 Ore, Milano 2007;
  4. boyd danah, (in corso di stampa) “Why Youth (Heart) Social Network Sites: The Role of Networked Publics in Teenage Social Life.” MacArthur Foundation Series on Digital Learning, Identity Volume (a cura di David Buckingham) [disponibile a http://tinyurl.com/3xqpkx].

Cosa ne pensate? Volete suggerire altri libri che vi sembrano utili o articoli (scientifici) in inglese particolarmente interessanti?