Second Life literature

La mailing list dell’Association of Internet Researcher è una miniera di informazioni e riflessioni interessanti.
Ultimamente qualcuno ha chiesto una bibliografia di riferimento su Second Life e, fino a questo momento, sono arrivate le seguenti segnalazioni:

  1. Proceedings e audiocast del Second Life Education Workshop 2007;
  2. E-3: Virtual Worlds offerto dall’Harvard Extension School (inizia a Settembre 2008 2007);
  3. Society and Information Technology in SL (vis-à-vis Manuel Castells’
    research on the Network Society)
    offerto dalla Penn State University (inizia il 29 agosto!);
  4. Emergent Forms of Life and the Anthropological Voice by Michael M.J. Fischer (Paperback – 31 Mar 2004);
  5. Il blog Terranova;
  6. Second Life Annotated Bibliography.

Spero che possa essere utile a chi, come il gruppo Italian Bloggers Sindycate organizzato da Giuseppe Granieri, sta riflettendo su Second Life.
Se fossi un dottorando che vuole fare la tesi su Second Life mi unirei a questo gruppo e seguirei almeno alcune delle lezioni dei corsi segnalati al punto 2 e 3.
A buon intenditor…

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The Erving Goffman plugin

Durante le scorse due settimane ho letto molto ma scritto poco.
Mentre il belpaese era chiuso per ferie il resto del mondo ha continuato a funzionare più o meno a pieno regime sfornando interviste, articoli e post interessanti.
Nonostante le difficoltà logistiche (ero in una zona coperta solo da gprs) sono riuscito a prendere nota delle cose più interessanti lette nel mio spazio su tumblr: FG-notes.
Il filo conduttore è sicuramente l’idea di privacy proposto dai social networks.
In un recente esperimento, un’azienda che si occupa di sicurezza informatica ha provato a creare un profilo fake ed invitare casualmente 200 utenti di Facebook come amici. Il 41% degli invitati ha accettato l’invito garantendo a questa utenza l’accesso ai propri dati personali disponibili sul proprio profilo.
Se un contenuto pubblicato sul web è esposto ad un pubblico indistinto, simile a quello delle comunicazioni di massa, con i social networks, però, si torna a parlare (anche) di contesto sociale e di un pubblico, quindi, non più indistinto.
Detto così potrebbe sembrare un passo indietro, una modalità più simile a quella del mondo reale, ma a guardarle con attenzione le cose sono particolarmente intricate.
Aggiornare il proprio status su Facebook significa rivolgersi al pubblico costituito dall’insieme dei propri amici ma scrivere sul wall di un profilo di Facebook, ad esempio, significa conversare con quella persona in presenza di un pubblico costituito dall’insieme di tutti gli utenti che possono avere accesso a quel profilo, ovvero gli amici del mio amico. Alcuni di questi saranno amici in comune, altri no. Dunque le conversazioni wall-to-wall mantengono un certo grado di serendipity ed indeterminatezza dell’audicence.
Muoversi efficientemente in un social network può richiedere competenze anche più complesse rispetto quelle di un blog. Chi possederà queste competenze in futuro sarà avvantaggiato tanto nella vita personale quanto in quella lavorativa. Per questo è importante, come mette bene in evidenza in questa intervista su CNET Henry Jenkins, inserire nei curricula le competenze relative alla new media literacy. A quanto pare, almeno negli Stati Uniti (dove il 97% dei teens ha accesso a Internet) non è tanto il digital devide a preoccupare quanto questo “partecipation gap” (ovvero la differenza fra chi conosce e sa usare i social media partecipando e non solo fruendo cultura e chi invece fa, anche di Internet, un uso a sola lettura).
Dunque su Internet la questione è anche più complessa del “semplice” farsi media (ovvero l’apprendimento di massa delle capacità di produrre e pubblicare contenuti per le masse). 
Ne parla Danah Boyd a partire dalla propria esperienza d’uso di Facebook e MySpace. Si è veramente liberi di rifiutare una richiesta di “amicizia” o esiste una forma di regola non scritta per cui bisogna accettare tutti? Cosa accade quando gli adulti entrano nel contesto dei giovani e giovanissimi? Cosa significa per un professore, essere amico di uno studente in Facebook?
In questo senso il caso di Facebook è esemplare poichè questo social network è passato attraverso progressivi livelli di apertura (prima Harvard, poi le Università americane più importanti, poi tutte le università americane ed infine la recente apertura a tutti).

I can’t help but wonder if Facebook will have the same passionate college user base next school year now that it’s the hip adult thing. I don’t honestly know. But so far, American social network sites haven’t supported multiple social contexts tremendously well. Maybe the limited profile and privacy settings help, but I’m not so sure. Especially when profs are there to hang out with their friends, not just spy on their students. I’m wondering how prepared students are to see their profs’ Walls filled with notes from their friends. Hmmm…
apophenia: loss of context for me on Facebook

Molto interessante, per questo, lo studio comparativo che Charlene Croft ha fatto fra Facebook e MySpace.
Forse ha ragione Henry Jenkins quando evidenzia le potenzialità che i social media hanno di offrire uno spazio per la collaborazione intergenerazionale privo di quei vincoli propri del mondo reale e, come afferma un lettore del blog di Danah Boyd:

(…) the real trend is the gradual loss of “context” — where people are less differentiated in their persona between school, work, and social worlds. (…)
Posted by Nathan D | August 10, 2007 11:41 PM Posted on August 10, 2007 23:41
apophenia: loss of context for me on Facebook

O forse, come ho scrive Jason Mittell in un commento ad un altro bell’articolo: Ian Bogost – A Professor’s Impressions of Facebook, abbiamo bisogno di piattaforme in grado di supportare, come avviene nella vita reale, diversi contesti sociali (Pulse, il social network di Plaxo implementa qualcosa del genere).
Una sorta di “plugin di Erving Goffman”.

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Not so subliminal propaganda

Just spotted this frame in Simpson The Movie.

They managed to be politically incorrect even this time.

Love Them!

Actually the frame is not exactly from Simpson the Movie but from Itchy and Scratchy: The Movie… well it’s a long story… run to the closer theater and watch it yourself!

P.S. If Itchy is running for democrats, is Scratchy running for republicans?


Useful tool for researcher

Since I was sick to subscribe both connotea and citeulike to follow the feed of papers I’m interested in, I decide to create a Yahoo!Pipe to merge those two sources.

It’s easy. Just insert a tag and get the results from both sources. Duplicated results (paper with same title) are automatically deleted by the pipe. Once you have the results you can decide to subscribe to the feed by clicking the RSS icon.

Feel free to use and comment. If you have any idea for improvements just clone the pipe and modify it.

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E la chiamano estate

Uno dei servizi più apprezzati (ed al tempo stesso odiati) offerti dalla mia Università è il corso estivo. A differenza degli altri atenei, uniurb chiude per luglio e tiene aperto ad agosto obbligando buona parte degli studenti, dei docenti e del personale alla classica “vacanza intelligente”.

Personalmente la cosa non mi ha mai creato problemi e devo dire che il clima rilassato che si respira durante il corso estivo ha una sua unicità che apprezzo.

Quest’anno la settimana di agosto scelta da me ed i miei colleghi è stata la prima disponibile. Iniziata il 30 luglio e finita ieri con gli esami (complimenti speciali a Paola che ha dato – finalmente – teoria dell’informazione 😉 ).

Pur nel suo clima rilassato la settimana è stata estremamente produttiva anche se le piacevoli serate estive insieme all’orario che avevo scelto per le lezioni (8-10) allo scopo di evitare sovrapposizioni con impegni già presi, ha contribuito a ridurre drasticamente le mie ore di sonno.

Per servare memoria di questa settimana all’insegna della produttività divertente ho deciso di scrivere questo post elencando le principali attività svolte:

  1. Ho assistito a ben due sessioni di discussioni di master (comunicazione territoriale e lavorare nel non profit) dove insegno.

    In tutto una trentina di studenti che hanno presentato il loro lavoro finale. Molte facce, persone diverse e a volte buone idee che meriterebbero di essere sviluppate.

    Da parte mia ho contribuito seguendo una tesi per il master di comunicazione territoriale (COMTER) finalizzata a comparare la campagna a stampa che promuove il turismo nella regione Marche con le immagini pubblicate dagli utenti su Flickr sotto il tag Marche.

    Il risultato è stato in qualche modo sorprendete ed il lavoro piuttosto ben fatto. Ho chiesto all’autore l’autorizzazione a pubblicare questo lavoro sotto licenza CC su questo blog e spero dunque che possiate presto leggerlo tutti;

  2. Mercoledì ho partecipato ad un incontro informale fra i responsabili dei corsi di laurea di Scienze della Comunicazione (Urbino, Pesaro) ed Informatica Applicata sullo sviluppo della web radio di ateneo. Anche se non sono un esperto di questo mezzo di comunicazione riconosco che le potenzialità connesse a questo servizio sono molto interessanti.

    Dentro il Wireless campus sarà possibile ascoltare URC@ (Urbino Radio Campus) anche senza essere su Internet con un ottima qualità ed un uso efficiente della banda grazie all’utilizzo di multicast.

    Come prima forma di collaborazione ci saranno a settembre due seminari organizzati dai corsi di laurea in Scienze della Comunicazione per URC@. Se siete studenti di uniurb ed il progetto della radio vi interessa questo è il momento di materializzarvi con le vostre idee.

    A ottobre la radio sarà operativa e verrà sicuramente utilizzata durante il Festival dei blog.

  3. Giovedì ho partecipato ad un incontro organizzato da Alessandro Bogliolo ed i ragazzi dell’UWiC Lab intitolato UWiC 2.0. 

    Il titolo dice tutto e le idee che ho sentito circolare sono così interessanti ed innovative che non ve le posso raccontare.

    Quello che posso dirvi è però che le potenzialità connesse ad una grande rete georgrafica wireless libera (qualcuno ha detto geolocalizzazione?), il contenuto generato dagli utenti, i social networks ed una community universitaria dove tutti hanno già un proprio nome utente e password sono veramente straordinarie e in parte inesplorate anche nei più noti college americani.

  4. Last but not least, venerdì, grazie ad uno sforzo collettivo durato tutta la settimana abbiamo rilasciato la versione 2.0 del sito web del corso di laurea di Scienze della Comunicazione di Urbino. Completamente basato su WordPress, credo sia il primo sito web di un corso di laurea in Italia ad integrare in modo così radicale e sistematico il software sociale.

    A questo scopo abbiamo creato alcuni gruppi moderati su Flickr, YouTube ed aNobii dove studenti e docenti potranno pubblicare e condividere i loro contenuti contribuendo ad arricchire il sito Internet e la WebTV (fatta con Mogulus) del corso di laurea.

  5. P.S. Mi è anche arrivato da ETAS Wikinomics da valutare per l’adozione a laboratorio di Web 2.0.
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