uso didattico dei blog

Facendo seguito alle suggestioni di Luca Rossi pubblicate nel blog I media-mondo ho deciso di approfondire la cosa leggendo i paper disponibili sul sito di Sebastian Fiedler in relazione all’uso dei blog come strumento si supporto alla didattica universitaria.
Ecco quello che ho imparato:
Ovviamente l’introduzione del blog va inquadrata come attività di supporto alle attività di didattiche in aula e non come forma sostitutiva. Da questo punto di vista questa tecnologia rappresenta un ponte verso forme di insegnamento che integrano le tecnologie come un dato costante della vita quotidiana del docente e dello studente. Rispetto all’uso di un web di supporto al corso il blog richiede una maggiore interattività da parte dello studente.
I blog sono, infatti, un potente e semplice strumento di web publishing. L’autore del blog produce un contenuto. Questa caratteristica rende il blog un’ottimo strumento didattico sopratutto se inquadrato in un framework pedagogico nell’ambito del quale lo studente è visto come un soggetto attivo e l’apprendimento come una forma di (auto) costruzione della conoscenza. In questo senso i blog possono essere visti come un reflective conversational learning tool for self-organized learning. Si tratterebbe dunque di uno strumento adatto al knowledge worker che apprende in autonomia ed, in parte, in contrasto con la logica dell’insegnamento formale tradizionale. Questa tematica è sviluppata nell’articolo Personal Webpublishing as a reflective conversational tool for self-organized learning)
L’introduzione dei blog dovrebbe avvenire per gradi:
1) Introdurre gli studenti al concetto e alla pratica del web-publishing. L’idea di base consiste nel fornire un framework teorico nell’ambito del quale leggere ed interpretare il fenomeno del web-publishing. Si tratta di una fase importante perchè dovrebbe consentire allo studente di ragionare su una pratica che magari conosce ed utilizza senza riflettervi più di tanto sopra;
2) Questa prima fase dovrebbe essere accompagnata da una formazione tecnica sull’uso degli strumenti per il web-publishing articolata in semplici task ed orientata a compiti di base o avanzati a seconda delle conoscenze di base degli interlocutori;
3) In una terza fase lo studente dovrebbe inziare ad utilizzare lo strumento per espolorare i propri temi ed interessi. I blog individuali possono sfruttare la caratteristica delle categorie che possono essere scelte sulla base del tema del corso. All’inizio le categorie possono essere individuate liberamente dagli studenti. In una seconda fase a queste categorie personali dovranno essere affiancate categorie colletive collegate al tema del corso ed individuate tramite una discussione in aula. Al termine di questo step si dovrebbe offire allo studente la possibilità di personalizzare ed assumere una maggiore responsabilità del proprio spazio di riflessione;
4) Questa fase mira a consiste consentire allo studente di personalizzare come meglio crede il proprio spazio incoraggiandolo ed aiutandolo nella scelta degli strumenti.
Il ruolo del docente, parallelamente ed in accordo con il paradigma costruttivista, dovrebbe essere quello di un facilitatore.

Informazione/non Informazione fra sistema dei mass media e sistemi viventi

Dunque… il sistema dei mass media seleziona le proprie news operazionalizzando la distinzione informazione/non informazione. I temi da trattare sono selezionati in relazione al grado di novità che essi contengono rispetto alla memoria interna del sistema. Una volta trattati, i temi finiscono in questa memoria alimentandola.
Ora credo sia interessante confrontare questo meccanismo operativo con quello descritto in questo articolo scientifico intitolato Newsjunkie: Providing Personalized Newsfeeds via Analysis of Information Novelty.
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Abstract
We present a principled methodology for filtering news stories by formal measures of information novelty, and show how the techniques can be used to custom-tailor newsfeeds based on information that a user has already reviewed. We review methods for analyzing novelty and then describe Newsjunkie, a system that personalizes news for users by identifying the novelty of stories in the context of stories they have already reviewed. Newsjunkie employs novelty-analysis algorithms that represent articles as words and named entities. The algorithms analyze inter- and intra- document dynamics by considering how information evolves over time from article to article, as well as within individual articles. We review the results of a user study undertaken to gauge the value of the approach over legacy time-based review of newsfeeds, and also to compare the performance of alternate distance metrics that are used to estimate the dissimilarity between candidate new articles and sets of previously reviewed articles.
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In pratica questo articolo descrive un algoritmo (ed un software denominato Newsjunkie) che incarna la logica operativa del sistema del mass media e la utilizza per selezionare i contenuti di news da mostrare o meno all’utente. Ovviamente questo algoritmo non può contare su una memoria collettiva da usare come termine di paragone per decidere ciò che è informazione. La memoria rispetto alla quale l’algoritmo opera la selezione è generata dagli articoli precedentemente letti su quel tema dall’utente. Si tratta dunque di una memoria individuale.
A questo punto vale forse la pena fare alcune riflessioni:
1. Anche se le logica operativa è analoga, esiste una discrasia fra quello che viene selezionato dal sistema dei mass media e quello che viene selezionato dai sistemi viventi (tralasciamo in questo momento l’aspetto dell’interesse che un sistema vivente può nutrire o meno verso un determinato argomento e supponiamo di lavorare, come nel caso del software NewsJunkies su un tema già selezionato come interessante da un sistema vivente);
2. Fino a quando vige la regola che “Tutto quello che sappiamo, lo sappiamo da mass media”, la logica di selezione dell’informazione a livello dell’individuo non può che avvenire come una selezione di secondo ordine rispetto a quanto già selezionato dai mass media;
3. A questo livello la discrasia rimane dunque nascosta.
Poi arrivano Internet, i blog ed il Really Simple Syndication (RSS).
1. Per utilizzare un software per l’aggregazione dei contenuti descritti secondo RSS l’utente cerca e seleziona alcune fonti di informazioni sull’argomento o gli argomenti che più gli interessano. Anche in questo caso lasciamo sullo sfondo la distinzione interessante/non interessante e partiamo dalla selezione di un tema di interesse unico e ben identificato;
2. Sulla base di questo tema si indentificano le fonti che si ritengono utili (con dei motori di ricerca appositi o seguendo i collegamenti di fonte in fonte). Ogni fonte può essere utilizzata purchè offra una descrizione dei propri contenuti secondo lo schema RSS;
3. A questo punto avremo a che fare, discriminando sulla base del tipo di memoria, con due tipi diverse di fonti. Alcune sono parte integrante del sistema dei mass media (ad esempio i flussi RSS del sito di Repubblica), altre sono fonti gestite da singoli individui (i blog personali, come quello di Enzo Baldoni o quello di Salam Pax). Le prima funzioneranno sulla base di un confronto con la memoria del sistema dei mass media, le seconde sulla base della propria memoria individuale;
4. A questo punto “Non tutto quello che sappiamo, lo sappiamo dai mass media”;
Per Blogosfera possiamo intendere la totalità di tutti i flussi RSS disponibili su Internet. La particolarità di queste informazioni è che sono descritte secondo un meta linguaggio che consente la ricerca e l’aggregazione cronologica istantenea dei contenuti.
La blogosfera irrita il sistema dei mass media ed alcune cose accadono:
Il sistema dei mass media osserva la blogosfera. Questa avviene sulla base di tre strategie:
a. Gli argomenti trattati nei blog diventano temi del sistema dei mass media e, come tali si sedimentano nella memoria del sistema (la blogosfera costituisce una riserva di temi);
b. Le testate giornalistiche ed i giornalisti in prima persona aprono dei blog;
c. Le testate giornalistiche descrivono i propri contenuti secondo lo schema proprio della blogosfera (b/c: il sistema dei mass-media entra nella blogosfera).
Forse sarebbe bene ripensare il sistema dei mass media alla luce di queste commistioni per verificare fino a che punto la distinzione che fonda questo sistema sociale possa reggere ancora.

Mai più appuntamenti al buio

Dagli incontri in chat ai network sociali tipo Friendster, Internet è da sempre stata utilizzata per conoscere persone e stringere nuove amicizie. L’ultima frontiera in questo campo, stando a questo articolo di The Telelgraph, sarà il video dating.
In pratica grazie alla tecnologia UMTS gli utenti del servizio potranno registrare con la telecamera del proprio telefono dei brevi video clip di presentazione e consultare i clip degli altri alla ricerca dell’anima gemella.

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The 3G Dating Agency, launched as a trial this year, offers members the chance to send in clips they have recorded on their mobiles and browse other members’ clips. It then arranges video dates for those who express interest in each other. Edward Brewster, of 3, says: “3G video technology will revolutionise the dating game. Not only do you get to see whether a potential date takes your fancy, you also get to check out their personality.
“The response to our trial has been phenomenal. It has been so good that we are planning to launch a commercial dating service on 3 in the near future.”
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Non so perchè ma ho la netta sensazione che sarà un clamoroso flop.

via [Smart Mobs]

Il web e la logica lineare

– La logica lineare è quella del libro, della TV e della radio;
– La logica ipertestuale è quella del web.
In molti hanno speculato sulle differenze fra queste opposte logiche di fruizione di contenuti sopratutto in relazione all’effetto che, sedimentandosi, possono avere sul nostro modo di pensare e di imparare.
La novità interessante è che alcune delle tecnologie di maggiore successo del momento applicano ai contenuti ipertestuali di Internet la logica della fruizione lineare.
L’esempio più semplice ed evidente sono i blog. L’essenza stessa del blog è rappresentata dall’uso del tempo come logica di navigazione lineare dei contenuti.
Ma esistono altri esempi. Le meta-descrizioni RSS consentono a chi produce contenuti (un sito di news, un blog) di offrire all’utente un sommario completo scritto con un linguaggio standard. Grazie a questi sommari (che a volte includono anche i contenuti stessi) l’utente non è più costretto a visitare la pagina del produttore di contenuti ma può ricevere gli aggiornamenti comodamente sul proprio desktop. Per leggere questi sommari si usano dei programmi specializzati denominati rss/feed reader o aggregator. Questi programmi sono progettati per fruire contemporaneamente più feed (flussi) rendendo semplice saltare da una fonte all’altra.
Ora… provate a sostituire feed con canali (ehi ma i canali non erano esattamente una delle funzioni di Internet Explorer 4 poi scomparsa nel nulla?), post con programmi e rss aggregator con televisione o radio e capirete cosa intendo…
Ma c’è qualcosa di più. Il podcasting.
La logica del sommario può essere applicata a contenuti diversi. Testi, appuntamenti in agenda, immagini, video ed audio. Il podcasting riguarda quest’ultimo. Immaginate un blog dove al posto dei posting testuali si possono pubblicare dei file audio. A questo punto posso costrire un programma (tipo iPodder) che, periodicamente, controlli le mie fonti preferite e provveda a scaricare i file audio che si sono resi disponibili. Quando torno al computer posso ascoltare questi contenuti direttamente dalla mia applicazione multimediale preferita (di solito iTunes). Non solo. Se possiedo un dispositivo portatile tipo l’iPod della Apple posso portare con me questi file ed ascoltarli in quelle situazioni dove leggere un testo sullo schermo non è esattamente agevole (in metro, facendo jogging, in macchina).
Per chi riflette sui media gli spunti di riflessione non mancano…
Di certo c’è che le categorie tradizionali basate su opposizioni quali mass/personal, broadcast/narrowcast, push/pull, linearità/ipertestualità, main-stream/non-mainstream si rivelano ogni giorno meno adeguate per raccontare e spiegare Internet.