Salve. Mi chiamo Henry. E sono fan

Questo è un post sincronizzato con i post gemelli di Giovanni Boccia Artieri su i media-mondo e su Luca Rossi su redline.
Era un pò che ci stavamo lavorando ma ora si può dire.
L’ultimo libro di Henry Jenkins, Fans, Bloggers, and Gamers: Media Consumers in a Digital Age uscirà fra pochi mesi in italiano per la casa editrice FrancoAngeli in una versione tradotta da Bernardo Parrella e curata da Giovanni Boccia Artieri.
L’occasione è venuta, che ci crediate o meno, da un commento a questo mio post e si è concretizzata rapidamente nelle ultime settimane.
Penso non sia solo un caso che un libro che parla (anche) di blog abbia una storia che proprio da un blog nasce.
Sono sicuro che “il Professor Jenkins” ne sarebbe contento 😉

Technorati tags: , , ,

L'uso del wireless in US

Mi sembrano come al solito interessanti i dati di Pew Internet sull’uso del wireless negli Stati Uniti. Ho come la sensazione che fra gli studenti di Urbino, anche grazie al wireless campus, siamo quantitativamente più avanti della media US (34%) rilevata da questa ricerca.

Sarebbe carino se qualcuno facesse una ricerca sul tema.

Il questionario c’è già. E’ solo da tradurre. Credo sia un ottimo progetto di tesi.

Qualche candidato?

Technorati tags: , , , ,

Auto-organizzazione

Devo ammettere che ero veramente curioso di capire come funzionasse un BarCamp visto dall’intenterno e da un punto di vista meramente pratico. Ho partecipato diverse volte all’organizzazione di convegni e seminari all’università e so quanto a volte possa spesso essere difficile e faticoso far funzionare tutto anche con quando dietro un evento c’è un gruppo di persone che si dedicano a tempo pieno all’organizzazione.

La prima cosa che ho imparato è che la cosa funziona e funziona bene.

Quando arrivi c’è una reception efficente e veloce in una sala attrezzata ad hoc che ti da il badge (uno serio non come tanti che ho visto in convegni “seri”) e qualcuno, nel nostro caso è stato Luca Conti, che aiuta a posizionare il post-it con la tua presentazione su una lavagna con gli slot già predisposti.

I contenuti sono articolati in modo sensato con una utile suddivisione fra argomenti tecnici ed introduttivi. Quelli introduttivi sono veramente introduttivi, nel senso che un BarCamp potrebbe essere veramente fruito in modo utile anche da chi non ha una preparazione specifica sul computer e su Internet.

Poi c’è la parte sociale che è ovviamente centrale in un evento come questo. Il pranzo è stato offerto da San Lorenzo. L’aperitivo e la cena (a menù fisso) organizzati e a spese degli intervenuti. Credo di non aver mai partecipato in vita mia ad un aperitivo con tante persone sedute allo stesso tavolo…

Nel complesso è stata una bella esperienza. Grazie a tutti!!!

Technorati tags: , ,

Lab20 al MarCamp

Questo post è parte di un contenuto collaborativo. Potete leggere il resto dell’articolo nei blog di Chiara, Romeo e Luca.
Il bello di avere un blog è che, ad un certo punto, puoi scrivere un post come questo che chiarisce (a te stesso prima di tutto) un percorso che nella frammentazione dei micro-contenuti alle volte rischia di perdersi.
Questa storia parla del Lab20 ma inizia molto prima del Lab20 stesso.
Una delle prime tracce che ho trovato è in questo post (Google News, feed, semantica e analisi del contenuto – August 11, 2005 at 10:07 am) dove, a partire dall’attivazione dei feed da parte di Google News, accennavo alla possibilità di sviluppare ricerche sull’analisi del contenuto dei media mainstream basate sul consumo di questi flussi informativi. Non credo sia un caso che in questo post compaia per la prima volta un commento di un certo Romeo.
Dopo qualche tempo è capitata l’opportunità e poi l’incarico per insegnare Laboratorio di Web 2.0 nel corso di Scienze della Comunicazione a Urbino e l’idea di organizzare un fine settimana di riflessione nelle Langhe (Internet e la pianificazione collaborativa del viaggio – August 9, 2006 at 9:43 pm).
Organizzare il fine settimana usando gli strument del web 2.0 è stato divertente ma non quanto il fine settimana stesso (Destinazione Langhe – October 6, 2006 at 11:11 am). Ma poichè l’idea era di fare qualcosa di utile oltre che divertente, i nostri auto-convocati heroes hanno partorito una brillante idea con tanto di nome in codice: Lab20 (October 8, 2006 at 9:40 pm).
Da lì in poi basta seguire le traccie del tag Lab20 per raccogliere sempre più indizi:

  1. Windows Vista In Mac OSX (October 17, 2006 at 9:03 am);
  2. Unconventional Research System (October 31, 2006 at 9:12 am);
  3. Eyes on Europe: il paper (November 5, 2006 at 1:05 pm);
  4. Coming soon… (November 30, 2006 at 10:30 am);
  5. Visualizzazione dei sentimenti (February 4, 2007 at 1:59 pm);
  6. Semantica della società e web 2.0 (February 18, 2007 at 4:25 pm).

Infine c’è il post che state leggendo e quelli gemelli (Chiara, Romeo, Luca) pubblicati dagli altri membri del Lab20 e queste 8 slide che riassumono fra il serio ed il faceto questo percorso.

Al solito slideshare ha cambito i caratteri a suo piacimento. Per chi volesse vedere le slide in tutto il loro originale splendore è anche disponibile il file di powerpoint.
Per chi vuole sapere il resto della storia l’appuntamento è sabato 24 febbraio (dalle 10 alle 19) al BarCamp delle Marche (Villarey c/o Facoltà di Economia Giorgio Fuà – Univpm
Piazzale Martelli, 8 – 60121 Ancona).

Recording Your Entire Life

Un nuovo articolo che parla di un vecchio progetto:  MyLifeBits.

Scientific American has an article on Gordon Bell’s 9-year-long experiment of recording great swaths of his life on digital media. The idea harks back to an article by Vannevar Bush in the 1940s, which arguably presaged hypertext and the Web as well. Bell, the father of the VAX computer and now with Microsoft Research, first published a paper on his experiment in CACM in 2001. The goal is to record “all of Bell’s communications with other people and machines, as well as the images he sees, the sounds he hears and the Web sites he visits.” Storage requirements are estimated at a modest 18 GB a year, 1.1 TB over a 60-year span. Not a lot if the article’s projection comes to pass — that we will all be walking around with 1 TB of storage in our portable devices by 2015. The article is co-authored by Jim Gemmell, who wrote the software for the MyLifeBits project.

Source: Recording Your Entire Life
Originally published on Tue, 20 Feb 2007 22:03:00 GMT by kdawson

Pubblico = reale?

Una volta ho letto in un manuale di Sociologia della Comunicazione che “un evento di cui non si abbia notizia è come se non fosse mai avvenuto”. Il riferimento, ovviamente, era ai mezzi di comunicazione di massa.

Ma oggi i mezzi di comunicazione di massa sono a disposizione delle masse e vecchi principi come questo assumono improvisamente significati meno banali del previsto.

(…)

I was going through some notes i took when interviewing bloggers and teens about the things that they did to try to erase relationships that once existed. They went through a series of public and private erasures. De-Friend on every site imaginable. Erase all blog entries and profile posts professing love. Change from “in a relationship” to single. Erase from address book and block on the buddy list. Erase all SMSes. Erase all emails. Erase all comments. Burn all letters. The goal of course is “out of sight, out of mind” but the problem with the entwined nature of technology is that it doesn’t work out this way. People stumble across their exes on others’ profiles, in their friends’ comments. They pine away, obsessively checking their ex’s blog/MySpace to see if there’s any sign of misery that will make them feel better because even if they know better than to track them down in person, they can’t resist the anonymous stalking online, even if it prolongs the hurt.

(…)

I can’t help but wonder about the “realness” constructed by networked publics. How does persistence of some performances screw with this? How does the intertwined nature of things not allow for forgetting? How do people respond by refusing to acknowledge aspects of themselves in networked publics? Why is it that some people desperately want to make real the most sordid “intimate” details?

Source: musing on making things real
Originally published on Mon, 19 Feb 2007 15:18:10 GMT by zephoria (zephoria-vacation@zephoria.org)

Technorati tags: , ,

Giuseppe O. Longo a Urbino

Lunedì 26 febbraio inizia il corso di Teoria dell’informazione (che cogestisco con Giovanni Boccia Artieri) ed abbiamo subito il piacere di ospitare per un’intera settimana (26, 27 e 28) una persona che è comunemente considerata uno dei più importanti divulgatori della teoria dell’informazione in Italia (qui in una foto di qualche anno fa presa in presito dal suo sito ufficiale).

Per chi non lo sapesse Giuseppe O. Longo è ordinario di Teoria dell’Informazione all’Università di Trieste, autore di numerosi saggi (imperdibile la trilogia il nuovo Golem, Homo Technologicus e il Simbionte), romanzi e traduzioni (fra cui Verso un’ecologia della mente di Gregory Bateson ed un capitolo del capolavoro di Douglas R. Hofstadter Godel, Escher, Bach: un’eterna ghirlanda brillante).

Technorati tags: , , , , ,