A proposito di conversazioni dal basso

Un esempio di visualizzazione delle conversazioni online realizzato con Yahoo!Pipes e Twitter in occasione delle elezioni politiche italiane di aprile 2008.

Giusto per provare i nuovi widget di Yahoo!Pipes.

Vi piace? Clonatelo e perfezionatelo a vostro piacimento.
UPDATE: E’ disponibile una versione migliorata ed aggiornata di Italian Elections Twitter Map. Al solito sentitevi liberi di consultatarla, clonarla e perfezionata.

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Il 9 maggio vota David

Venerdì 9 maggio a Pesaro ci sarà “Conversazioni dal Basso ’08”.
Come lo scorso anno si parlerà di blog e social media.
A differenza dello scorso anno ci concentreremo su un solo argomento.
Il tema sarà “Come blog e social media cambiano la politica”.
Di questo tema, dell’evento e dei suoi partecipanti si parlerà abbondantemente nei prossimi giorni sul blog ufficiale.
In questo post voglio invece raccontarvi un dietro le quinte.
Quando con i miei colleghi abbiamo ideato “Conversazioni dal Basso” abbiamo sempre cercato di organizzare un evento che parlasse del basso facendolo dal basso. Questo essere dal basso (ovvero aperti all’esterno e all’ascolto) si è concretizzato ad aprile 2007 nell’invitare, prima Università in Italia, quattro blogger a raccontarci da protagonisti dell’evento il loro punto di vista interno al cambiamento sociale che stavamo osservando.
Da allora, grazie anche al Festival dei Blog che è seguito e tante altre piccole e grandi occasioni di collaborazione, abbiamo stretto con Giuseppe, Luca, Massimo (che a dire il vero è un giornalista più che un blogger) e Lele una preziosa e divertente forma di scambio continuo.
Per il 2008 abbiamo deciso di dare a dal basso un significato se possibile ancora più radicale organizzando il workshop stesso, oltre che con i nostri amici blogger, anche con alcuni nostri studenti.
Thomas, Miriam, Arianna, Sara, Paola, Edoardo, Anna, Serena, Michele ed Antonio porteranno a cdb il loro diverso punto di vista, renderanno l’esperienza più interessante per noi e forse anche l’evento più vicino alle esigenze ed interessi degli studenti. Forse impareranno anche qualcosa su come si organizza un evento. Forse si divertiranno persino.
Il loro entusiasmo contagioso per ora si è materializzato negli oltre 150 messaggi che ci siamo scambiati in pochissimi giorni nello spazio di collaborazione online (un BaseCamp per chi fosse interessato) ed in questa straordinaria galleria di divertenti idee creative che adornano questo post su come personalizzare il logo di “Conversazioni dal Basso” per il seminario del 9 Maggio.
Io lavorerei sull’idea di Thomas di David come simbolo elettorale (in alto a destra).
E voi quale piace di più?

Volete provarci anche voi? Scaricate David in vettoriale (.ai) e buon divertimento.

Panel SNSs in National Context accepted!

Qualche tempo fa su iniziativa di Ewa Callahan e grazie alla fantastica e consigliatissima Air-L, un gruppo di ricercatori che studiano i social networks in diverse parti del mondo si è organizzato per presentare una proposta di panel per il convegno Internet Research 9.0: Rethinking Community, Rethinking Place.
Ora che la proposta è stata accettata ed il processo di review anonimo completato, ne posso parlare nel blog.
Il panel sarà composto da 5 paper che presentareanno ricerche sull’uso dei siti di social network rispettivamente nel contesto nazionale italiano, brasiliano, polacco, americano e coreano.
Darren Purcell (University of Oklahoma US) aprirà il panel con un paper che si discosta leggermente da questa prospettiva nazionale o meglio la declina in modo originale presentando uno studio che indaga l’impatto di Internet sulla creazione di identità nazionali di popoli privi di uno stato. Il caso di studi è su Facebook e consiste, in particolare, di un’analisi comparativa dei gruppi Baschi, Curdi, Palestinesi ed Hawaiani creati su questa piattaforma di social network.
Io presenterò la ricerca comparativa fra Facebook e Badoo di cui ho più volte parlato in questo blog. Potete leggere l’abstract qui.
A seguire Ewa Callahan presenterà uno studio su Nasza-Klasa (la nostra classe). Si tratta di un SNS polacco focalizzato sul ricostruire le reti sociali scolastiche. Il sito ha avuto un successo straordinario raccogliendo oltre 7 milioni di utenti ad un anno dal lancio e l’utilizzo che ne viene fatto trascende di molto lo scopo iniziale per il quale era stato progettato. Il paper presenterà i risultati di una ricerca realizzata in due fasi. Nella prima è stata realizzata una survey sugli utenti per comprendere meglio le motivazioni che spingono ad usare questo SN, nella seconda una content analysis di quanto si dice di Nasza-Klasa fuori dai suoi confini allo scopo di comprendere anche i motivi alla base dell’auto-esclusione.
Dalla Polonia si passa poi al Brasile con il paper di Raquel Recuero (PhD and a professor in the Communication Department at Catholic University of Pelotas UCPel, Brazil) che analizza Orkut (il social network di Google). Il 75% degli utenti di Orkut nel 2005 erano Brasiliani e secondo comScore, oltre 12 milioni di Brasiliani (oltre il 68% degli utenti Internet di quel Paese), hanno visitato il sito di Orkut nel dicembre 2007. La ricerca che presenta Raquel è di tipo etnografico (osservazione partecipante ed intervite) con un periodo di osservazione che va dal 2004 al 2007. Grazie a questo ampio periodo di tempo la ricerca indaga come è cambiato nel corso di questi anni l’uso di Orkut in Brasile e le differenze fra gli erarly e late adopoters.
Si preannuncia molto interessante anche l’intervento di Seong Eun Cho (Ph.D. candidate in School of Communication, Information, and Library Studies at Rutgers University in the United States) che presenta uno studio cross-culturale comparativo fra l’utenza di SNSs Coreana e Americana. In tutto sono state realizzate 30 interviste in profondità a studenti universitari coreani (18 utenti di Cyworld) ed americani (12 utenti di Facebook o MySpace). Differenze significative emergono sopratutto in relazione all’intensità d’uso di questi sistemi e sul concetto stesso di friends. In particolare gli americani tendono a mantenere attive con un basso livello di interazione un numero maggiore di contatti (pur senza accettare richeiste da sconosciuti) (bridging social capital) mentre gli utenti coreani prediligono gruppi più piccoli con un livello alto di intensità (bonding social capital).
L’ultimo paper del panel riguarda specificamente la Corea e YouTube. Gli autori Yeon-ok Lee, (PhD candidate in the Department of Politics and International Relations at Royal Holloway, University of London, UK) e Han Woo Park (Assistant Professor at YeungNam University, South Korea) hanno analizzato l’uso di YouTube durante le elezioni presidenziali del 2007 in Corea. In sintesi si tratta del così detto ‘BBK scandal’ nel quale uno il candidato favorito Lee è stato coinvolto. Poichè la regolamentazione della campagna proibiva di pubblicare video fino a 180 giorni prima del voto, i supporter degli altri candidati hanno iniziato muoversi fuori dai confini nazionali per aggirare l’ostacolo finendo per usare in massa YouTube. Molto interessante la metodologia utilizzata: (i) hyperlink analysis, (ii) interaction network analysis and (iii) semantic network analysis. In sono curioso di vedere i risultati di quella che viene definita semantic networks analysis basata su metodologia KWIC (keywords in context) ed applicata ai commenti dei video.
In sintesi non vedo l’ora che venga ottobre!

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Il Guru e la commodity

Bella lezione di Giuseppe Granieri nel corso di Sociologia dei New Media di GBA.

Tema: Second Life.

A cena la sera prima abbiamo parlato di unacademy e fra un bicchiere di rosso ed una grappa è venuta fuori l’idea di proporre 5 critiche a Second Life come spunto per la lezione.

Fra il gioco di ruolo e la realtà ho fatto i compiti e sono venuto fuori con questi 5 punti sul perchè Second Life per me non conta:

  1. Second Life altro non è che una chat con i pupazzi;
  2. Ogni avatar di Second Life consuma in media 1,752 kWh all’anno ovvero qualcosa di meno della media di un essere umano (2,436 kWh), più di un essere umano medio che vive in un paese in via di sviluppo (1,015 kWh) e circa lo stesso di un abitate del Brasile (1,884 kWh);
  3. I giovani usano i social networks e non Second Life;
  4. Second Life è una piattaforma proprietaria, un mondo con le sue regole e vincoli. Cosa ci garantisce che studiando le relazioni in quel mondo potremo estendere le nostre conoscenze in futuro ad altri mondi online?;
  5. Mondi Virtuali 3d? Esistono da anni, perchè Second Life dovrebbe essere meglio di ActiveWorlds?

Nel rispodondere Giuseppe ha spiegato in modo molto lucido perchè secondo lui Second Life conta e non poco.

Molte delle argomentazioni possono essere lette in questi due articoli:

Provando biecamente a risassumere potremmo dire che Second Life (e più in generale i mondi metaforici) rappresentano per lui una tecnologia in mano oggi agli early adopters un pò come i blog negli anni ’90.

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Non è ancora chiaro cosa farne ma le potenzialità sono grandi ed arrivare prima significa aquisire in prospettiva vantaggi di posizione spendibili quando la tecnologia uscirà dalla nicchia per diventare d’uso comune. I mondi metaforici sono dei fogli bianchi sta a noi riempirli di idee per sperimentare,  comprenderli e dargli senso

Al contrario i blog, sempre seguendo l’argomentazione di Giuseppe, sono ormai diventati una commodity. La tarda maggioranza ormai ha capito cosa sono e a volte li usa.

Come a dire lì non c’è più niente da innovare nè da inventare.

E qui la mia prospettiva di ricercatore e quella di un guru dell’innovazione divergono.

Per me una tecnologia inizia a diventare interessante quando se ne possono studiare gli effetti sulla società. Blog e social networks diventano interessanti ora in Italia per la prima volta dal punto di vista della ricerca. Prima si poteva speculare e riflettere sulla domestication americana. Oggi si può studiare l’effetto dell’introduzione di questa tecnologia in Italia.

Il fatto che una tecnologia diventi commodity è infatti, dalla mia prospettiva di ricercatore, una condizione per iniziare a lavorarci sopra efficacemente.

Per questo al momento blog e social networks sono per me più importanti dei mondi metaforici Second Life Like.

Ma visto che questo blog si chiama nextmedia and society non voglio neanche sottrarmi a giocare anche io a fare il guru dell’innovazione.

[guru mode on]

Non credo affatto che non vi siano margini di innovazione sul Web.

Le applicazioni sociali supportate dalla semantica delle macchine (tipo Twine) mi sembrano ad esempio una prospettiva particolarmente interessante. La portabilità del grafo sociale e la possibilità di creare un proprio lifestream al di fuori dei walled gardens mi sembra un’altra prospettiva di particolare interesse. Infine la possibilità di collezionare ed esporre in un formato standard la distribuzione dell’attenzione che un utente dedica alla fruizione dei contenuti (APML) mi sembra una terza prospettiva di innovazione di potenziale interesse.

Certo anche i mondi metaforici hanno delle potenzialità. Di sicuro un accesso dal mondo metaforico a Internet potrebbe aprire degli spazi interessanti per costruire interfacce tridimensionali per servizi fruibili ora solo dal web.

[guru mode off]

In fondo non essere un guru è un gran vantaggio. Sono terrorizzato al solo pensiero di dover sopravvivere cercando di prevedere oggi quali tecnolgie saranno mainstream domani. Del resto se c’è una cosa che ho imparato dai miei studi è che i sistemi complessi sono estremamente difficili da prevedere.

Fortuna che faccio ricerca sociologica 🙂