Chi usa Facebook ha più fiducia negli altri

Le conclusioni di un recente studio smentiscono molti luoghi comuni

Questa è una delle conclusioni a cui sono giunti i ricercatori del Pew Internet nel loro ultimo studio intitolato Social networking sites and our lives.
Il report è particolarmente interessante perché affronta temi che spesso affiorano quando si parla di Internet e Siti di Social Network: Saremo tutti più isolati e individualisti? Ci rinchiuderemo nella cerchia delle persone che condividono le nostre stesse opinioni ed interessi?
Queste ipotesi appaiono largamente smentite dai dati e dall’analisi che ne fanno i ricercatori americani.

  • Alla domanda che chiedeva di indicare il grado di accordo sull’affermazione “sento che la maggior parte delle persone sono degne di fiducia” gli utenti di Internet hanno risposto affermativamente nel doppio dei casi rispetto ai non utenti di Internet. Inoltre un utente di Facebook che usa la piattaforma diverse volte al giorno ha il 43% di possibilità in più rispetto agli utenti di Internet di esprimere accordo con questa affermazione. I dati sono stati depurati dal fattore demografico (ovvero i ricercatori hanno tenuto conto del fatto che il grado di accordo ad una domanda simile può essere correlato con l’età della persona ed essendo gli utenti di siti di social network più giovani del resto della popolazione…);
  • Gli utenti di Facebook hanno un numero maggiore di legami sociali forti. La media US è di 2.16 amici con cui ci si confida (in crescita rispetto al 1.93 della rilevazione 2008). Gli utenti Facebook che usano la piattaforma più volte al giorno hanno in media il 9% in più di legami forti rispetto agli altri utenti Internet;
  • Calcolando il supporto sociale (emotivo, compagnia e strumentale) che si riceve dai propri legami sociali su una scala dove il massimo è 100, gli americani in media fanno registrare i seguenti dati: 75/100 supporto, 75/100 supporto emotivo, 76/100 compagnia, 75/100 strumentale. Gli utenti internet superano di 3 punti la media sul supporto totale e di 6 punti la media sulla compagnia. Gli utenti Facebook che usano la piattaforma più volte al giorno ottengono altri 5 punti (rispetto agli Internet users) sul supporto totale, 5 punti sul supporto emotivo e 5 punti sulla compagnia. Per dare un’idea di cosa significhi la differenza in questa scala i ricercatori fanno notare che l’incremento di punteggio fatto registrare dagli utenti Facebook è paragonabile per entità a sposarsi o andare a vivere con un partner;
  • Dati relativi alle elezioni di MidTerm 2010. Su una media di 10 Americani su 100 che dichiarano di aver partecipato ad una dimostrazione politica, 23% che ha provato a convincere altri a supportare uno specifico candidato e 66% che hanno dichiarato di essere intenzionati a votare, l’utente Internet ha il doppio di possibilità di aver partecipato ad un evento politico, il 78% di possibilità in più di aver cercato di convincere altri a supportare un certo candidato ed il 53% in più di dichiarare di aver intenzione di votare. Rispetto agli utenti Internet, gli utenti Facebook che usano la piattaforma più volte al giorno hanno due volte e mezzo la possibilità che ha un utente Internet di aver partecipato ad una manifestazione politica, il 57% in più di aver cercato di persuadere qualcuno a votare in un certo modo e un 43% di possibilità in più di aver dichiarato l’intenzione di partecipare al voto.

Altri dati interessanti:

  • il 79& degli Americani adulti ha usato Internet ed il 47% (59% degli Internet Users) almeno un sito di social network. In Italia secondo una ricerca svolta con metodologia analoga a Dicembre 2010 dal laboratorio di ricerca LaRiCA erano 58% di Italiani adulti ad aver usato Internet e 32% (55% degli Internet Users) ad aver usato un sito di social network;
  • Solo il 3% dei contatti su Facebook degli utenti Americani è costituito da persone che l’utente non ha mai conosciuto ed il 7% da persone incontrate una sola volta.

Come al solito vorrei sottolineare quanto sarebbe importante, utile e relativamente semplice riproporre uno studio identico in Italia. Se qualcuno vuole finanziare l’operazione io mi metto a disposizione per lavorarci gratuitamente anche da domani 😉

Internet Researchers Italia Weekly

Un magazine che aggrega i contributi più popolari condivisi su Twitter dai ricercatori italiani che studiano Internet.

Solo per segnalare che, qualche tempo fa, ho deciso di provare a utilizzare il servizio Paper.li per creare un magazine settimanale che aggrega i contributi segnalati dai miei colleghi che hanno svolto studi o stanno svolgendo studi su Internet. Paper.li aggrega i link più popolari segnalati dagli utenti su Twitter e costruisce quotidianamente o settimanalmente una pubblicazione periodica impaginata e personalizzata.
Il magazine è basato sulla lista dei ricercatori che studiano Internet presenti su Twitter e già da tempo raggruppati nella lista Internet Researchers Italia.
Se sei un ricercatore italiano che studia Internet con un account su Twitter, ma non fai ancora parte della lista segnalamelo nei commenti di questo post e provvederò ad aggiungerti.
Di seguito il sommario dell’ultimo numero. Cliccando sui titoli che scorrono o sulle sezioni è possibile accedere alla pagina del magazine, abbonarsi o includere il codice del magazine nel proprio sito/blog.

L'agenda dei media e quella dei cittadini

Esiste una discrasia fra l’agenda scelta dai professionisti dell’informazione e gli interessi dei cittadini?

Talvolta si ha la sensazione che l’ordine di importanza delle notizie scelto dai professionisti dell’informazione non corrisponda a quello che, se potessero, sceglierebbero i cittadini. Si tratta poco più di una sensazione perché non vi è alcuno strumento preciso per conoscere in tempi utili le opinioni dei cittadini e confrontarle con le scelte fatte dai professionisti dell’informazione. Ma le cose cambiano in fretta…
Oggi i siti dei principali quotidiani e mezzi di informazione italiani consentono di apprezzare con un Like e/o condividere/consigliare ogni articolo pubblicato. Google News aggrega automaticamente (secondo un algoritmo ignoto) e rilascia in formato RSS i link alle notizie del giorno. Facebook consente di interrogare Open Graph per un dato indirizzo e conoscere quante volte quell’articolo è stato condiviso/consigliato/commentato e quanti Like ha ricevuto.
Ho deciso dunque di provare a mettere insieme i pezzi importando il feed RSS di Google News dentro un Google Spreadsheet (usando la funzione ImportFeed) e creando una classifica di questi articoli ordinandoli in base al numero di condivisione, like e commenti ricevuti.
Ecco il risultato (il foglio si aggiorna ogni ora circa):

Potete divertirvi a confrontarlo con le pagine dei principali quotidiani.
L’idea è quella di perfezionare questo sistema archiviando periodicamente i risultati del foglio di calcolo e le home page dei principali quotidiani italiani per consentire un raffronto delle due agende nel tempo.
Su un piano di riflessione più generale va detto che l’identificazione di eventuali discrasie fra l’agenda dei professionisti dell’informazione e agenda dei cittadini andrebbe interpretata. Il dato andrebbe letto in modo longitudinale cercando di capire se la discrasia sia determinata dal fatto che l’agenda dei cittadini segue quella dei professionisti dell’informazione. Se così fosse dovrebbe comunque emergere dai dati. In teoria o in casi specifici potrebbe avvenire anche il contrario. Ovvero una grossa attenzione dei cittadini verso un certo tema potrebbe spingere i professionisti a dedicare a questo tema maggiore spazio. Anche in questo caso i dati potrebbero dare indicazioni utili anche se l’elenco degli articoli è generato a partire dall’agenda dei professionisti e dunque il fenomeno di temi provenienti dall’agenda dei cittadini potrebbe essere talvolta invisibile.
Alcune limiti e cose da fare:
1. Il feed RSS di Google News è aggregato attraverso un algoritmo sconosciuto e composto da link a fonti eterogenee. Alcune molto popolari ed altre meno. La classifica è influenzata da queste scelte e sarebbe opportuno trovare un modo per utilizzare solo gli articoli delle principali testate (si potrebbe ad esempio usare, aggregandoli con una Yahoo! Pipe direttamente i feed di Repubblica, il Corriere, etc.);
2. Lo script di Google Spreadsheet che controlla i like, etc è basato sulle REST api che sono state deprecate in favore di Open Graph;
3. Bisognerebbe trovare un modo per archiviare il flusso di contenuti ed i dati evitando che si perda lo storico.
Cosa ne pensate? Suggerimenti, idee?