Si lo sono. Ma sembra che lo siate anche voi. Almeno a leggere questa intervista che Douglas Hofstadter (si è quello di Godel, Escher, Bach: un’eterna ghirlanda brillante) ha rilasciato a Kevin Kelly di Wired anticipando il tema principale del suo nuovo libro in uscita a Marzo: I Am a Strange Loop.
Mese: Marzo 2007
Twitter: il telegrafo di Narciso
Tutto si può dire di Nicholas Carr ma non che sia un genio nel costruire questo tipo di frasi ad effetto come quella del titolo o come queste
Twitter unbundles the blog, fragments the fragment. It broadcasts the text message, turns SMS into a mass medium.
The broadcasting of the spectacle of the self has become a full-time job. Au revoir, Jean Baudrillard, your work here is done.
The great paradox of “social networking” is that it uses narcissism as the glue for “community.” Being online means being alone, and being in an online community means being alone together.
Twitter esiste da tempo e l’idea che ne è alla base, per quanto piuttosto originale, non mi ha mai convito. Sono fra quelli che non aggiorna mai la frase di messenger e Twitter mi ricorda un pò questa pratica.
Il fatto che questo strumento non mi interessi personalmente non significa però che non sia utile rifletterci sopra. Di solito tuttavia è impossibile parlare sensatamente di una cosa senza averla provata.
Dunque, mentre mi faccio un’idea personale di Twitter, consiglio di leggere sul tema:
- Dot dash di Nicholas Carr;
- Tweet Tweet (some thoughts on Twitter) di Danah Boyd;
- Twitter: Don’t leave home without it (A Primer) di Kevin Lim;
Technorati tags: twitter, nicholas carr, danah boyd
Twittermap
Potrei guardare questo sito per ore… (via Scoble)
Country Traffic Data, dominant ethics and social networks
Per togliermi alcune delle curiosità di cui al post precedente ho stilato questa tabella con i dati di traffico disponibili a oggi su Alexa.
Il numeretto nella casella indica il posto eventualmente occupato dal sito nella relativa top 100 nazionale dei siti con maggiore traffico.
L’ipotesi di una correlazione fra etica dominante, narcisismo e uso di social network non sembra reggere al confronto con i dati.
Da American Idol ad Amici: narcisismo e social networks
Riassumo un pò brutalmente una parte di questo post (che fra l’altro in parte non condivido) per arrivare al punto:
- Le ricerche confermano che esiste un narcisismo crescente nella società americana, specialmente fra i giovani (vedi Fame Junkies: The Hidden Truths Behind America’s Favorite Addiction
- Questo narcisismo è causato dal sogno americano (tutti possono avere successo, tutti possono diventare presidente) e alimentato dall’esigenza di hollywood di creare nuove star a basso costo;
- Quando il sogno di diventare famoso si infrange contro la realtà uno dei risultati è l’uso di sostanze psicostimolanti quali le metanfetamine;
- Una delle vie d’uscita da questa spirale perversa (almeno stando a quanto osservato nell’america rurale) è la rinascita spirituale cristiana (Born again Christianity) nella quale:
The fervor for fame which was suppressed by meth re-emerged in zealous religiosity. Christianity promised an even less visible salvation: God’s grace. While blind faith is at the root of both fame-seeking and Christianity, Christianity offers a much more viable explanation for failures: God is teaching you a lesson… be patient, worship God, repent, and when you reach heaven you will understand.
While i have little issue with the core tenants of Christianity or religion in general, i am disgusted by the Christian Industrial Complex. In short, i believe that there is nothing Christian about the major institutions behind modern day organized American Christianity. Decades ago, the Salvation Army actively engaged in union-busting in order to maintain the status-quo. Today, the Christian Industrial Complex has risen into power in both politics and corporate life, but their underlying mission is the same: justify poor people’s industrial slavery so that the rich and powerful can become more rich and powerful. Ah, the modernization of the Protestant Ethic.
Dunque perchè in una società dove è piuttosto diffusa l’idea che non tutti possono avere successo e nella quale l’etica protestante non ha mai preso veramente piede esiste una trasmissione come Amici? Ovvero perchè da noi assistiamo ad un fenomeno analogo pur in un contesto culturale in apparenza completamente diverso? Esiste una qualche connessione fra questo diverso contesto culturale ed il diverso successo dei siti di social networks alla MySpace fra i teenagers italiani o siamo solo in ritardo di qualche anno?
Technorati tags: amici, de filippi, danah boyd, sogno americano, born again christianity
Etnografia digitale
Dopo l’incredibile successo del video The Machine is Us/Ing Us rilasciato in versione definitiva l’8 Marzo (consiglio di vedere questa nuova versione anche a chi ha già visto la seconda bozza del 31 gennaio), il Prof. Wesch della Kansas State University ha lanciato un nuovo progetto chiamato semplicemente YouTube Ethnography Project.
Lo scopo è riflettere sulle potenzialità e limiti dell’approccio etnografico applicato a YouTube ed è presentato in questo video.
Ogni studente è responsabile di un sotto-progetto:
- The World Wide Web as a ‘cold’ medium and the ‘practice’ of YouTube by Adam (YouTube: abo46n2)
- The History and Future of YouTube by Robert (YouTube: hinderliter84)
- A Global Community by dippyhude (YouTube: dippyhude)
- The Face of the YouTuber by Seiji Ikeda (YouTube: seiji306)
- Outrageous Behavior, YouTube, and Communication by Mel (YouTube: MaKMelman)
- Organized Thought: Spread of Ideologies/Beliefs on YouTube by Curtis (YouTube: cschwiet)
- The Underlying Motivation? by Lindsay (YouTube: sabriel7)
- Reality and Virtuality by Becky (YouTube: thepoasm)
- Economic Foundations of YouTube by LeeRed (YouTube: LeeRedman)
Anche se i temi di ricerca degli studenti non mi sembrano nulla di particolarmente straordinario, l’idea complessiva è un fanstatico esempio di quelle nuove forme di ricerca e di didattica che lo spazio del web rende possibili.
Da tenere d’occhio.
Technorati tags: wesh, digital ethnography, youtube
L'attacco dei MMORPG
Gli ambienti condivisi di gioco online (Massive Multiplayer Online Role Play Game) sono sicuramente fra i fenomenti sociali più interessanti degli ultimi anni. In questo blog si è parlato molto in passato sia di Second Life che di World of Warcraft.
Per questo motivo abbiamo deciso con GBA e Luca (che partecipa da tempo ad una gilda di ricercatori europei su WoW) di dedicare una giornata dei nostri rispettivi corsi a descrivere il fenomeno e le modalità attraverso le quali è possibile studiare questi ambienti da un punto di vista sociologico.
In particolare sfrutteremo la felice coincidenza che Sociologia dei New Media e Teoria dell’informazione sono collocati quasi di seguito, sono al secondo anno di corso e nella stessa aula per dedicare ai MMORPG quasi 5 ore di lezione e riflessione (dalle 12 alle 17).
L’appuntamento è per mercoledì prossimo 21 Marzo in aula B1 a partire dalle ore 12. Qui la locandina dell’evento.
Il programma di massima della giornata è il seguente:
- 12-14 | Cosa sono i MMORPG: un tour guidato di Azeroth;
- 14-14:30 | Proiezione della puntata di South Park (10E08) dedicata a World of Warcraft (in inglese con sottotitoli in italiano): Make Love not Warcraft (durata 22 minuti);
- 15-16 | Amore, denaro e potere nella Seconda Vita Quotidiana (extendend version);
- 16-17 | Il caso della proprietà come Media della Comunicazione Generalizzato Simbolicamente nei MMORPG.
Per gli studenti di Teoria dell’Informazione in ascolto consiglio almeno una veloce lettura preventiva dei post che ho scritto in passato sul tema archiviati nella categoria MMORPG.
Technorati tags: urbino, scienze della comunicazione, wow, blizzard, world of warcraft, second life, mmorpg, luhmann, media della comunicazione generalizzati simbolicamente
La coda lunga in libreria
Apprendo da Casual.info.in.a.bottle che la traduzione italiana di The Long Tail (di cui si era parlato tempo fa) è disponibile in libreria. Inutile dire che è una lettura assolutamente consigliata a tutti quanti non abbiano avuto l’occasione di leggere la versione in inglese di questo libro o l’articolo fondativo dell’idea di long tail disponibile da tempo sul sito di Wired.
Le prime pagine dell’edizione italiana sono disponibili gratuitamente in formato pdf.
Technorati tags: the long tail, la coda lunga, codice edizioni, chris anderson
Universe of News
Bellissimo esempio di visualizzazione della semantica del sistema dei mass media al confine fra arte e tecnologia.
Semantic web dal basso
Per chi stesse cercando una definizione di post-web2.0 ecco la risposta.
Prometto che ne parlerò più diffusamente ma per chi non potesse aspettare consiglio di rileggere questo mio post datato January 28, 2005.