Broken Metaphors: Blogging as Liminal Practice

Segnalo questo articolo in bozza dal blog apophenia.

Broken Metaphors: Blogging as Liminal Practice

Be warned that this is definitely an academic paper meant for an academic audience and may contain scary academic words. There’s a lot that i’m missing here, but i still think that this paper has some value and i would love feedback from anyone who wishes to spend the time reading it.

Le metafore che si utilizzano per definire l’attività di gestire un blog (pubblicazioni personali, diari pubblici, etc.) sono spesso giudicate dai blogger fallaci. Il motivo di questo giudizio risiede, secondo l’autore, nella parzialità di queste definizioni metaforiche che inevitabilmente non colgono lo spirito del blogging visto dal suo interno.

Il fenomeno del blogging è quindi definito come una pratica liminale in bilico fra oralità e testualità, corporalità e spazialità, pratica ed artefatto.

L’articolo è interessante ma mi interessa ancora di più il continuo trend della ricerca sull’impatto sociale delle nuove tecnologie a scoprire costantemente nuovi fenomeni di confine. Da una parte si criticano le metafore in quanto inadatte a descrivere un fenomeno (possono infatti essere facilmente rotte, cioè disconfermate), dall’altra si sostiene che un fenomeno è di confine fra esperienze comuni che si è in grado di descrivere.

Interessante. Almeno per me.

In relazione al dibattito sull’UGC ringrazio intanto Mario Tedeschini LalliLoredana Lipperini che hanno accolto la mia proposta di aprire il dibattito sul tema al di fuori dei blog di Kataweb. Entrambi hanno scritto cose estremamente interessanti e per lo più condivisibili. Nel dibattito si è aggiunto oggi anche Giancarlo Mola dal blog Codice a Barre di Repubblica.