Certo che no.
Infatti eccomi qui a fare le valigie (once again). Questa volta la meta è York in Uk dove il 5 e 6 Settembre è in programma Towards a Social Science of Web 2.0. Il programma, a giudicare dagli abstract e dai keynote, è veramente molto interessante. Il taglio è prevalentemente accademico.
Ci andrò con Chiara e Stefano ma l’intervento che presentiamo è il frutto di ben cinque menti. Oltre ai già citati Chiara, Stefano e me ci sono anche Romeo e Luca. Ovvero il Lab20 al completo. Non male per un gruppo di persone che poco meno di un anno fa non si conosceva neanche.
Il titolo del nostro intervento è Eyes On You: Analyzing User Generated Content for Social Science.
Nell’articolo si descrive (1) l’approccio teorico di base, (2) il design di uno strumento che Romeo sta sviluppando per il supporto all’analisi del contenuto generato dagli utenti sul web e, sopratutto, un esempio di (3) ricerca basata sull’analisi dello UGC.
La ricerca, ideata e sviluppata completamente da Chiara, è riferita ad un oggetto particolarmente intrigante ovvero i video pubblicati su YouTube riferiti alla gravidanza e alle nascite (guardate questo e questo per farvi un’idea).
Come spiega bene Chiara, di tutte le messe in scena volontarie del proprio privato di cui il web2.0 è pieno, questo caso è sicuramente uno dei casi più estremi ed intriganti.
Per chi fosse interessato ecco la bozza dell’articolo e la presentazione.
P.S. Venerdì, quando torno, mi fermo al RomagnaCamp per seguire le giornate di sabato e domenica. Con chi c’è ci vediamo lì!
Categoria: Social Media
Ma che cavolo è heroes??
Fantastica la critica in diretta dei Twitters all’episodio 1 di Heroes doppiato in Italiano e trasmesso da Italia 1 ieri sera (per chi non lo ha visto c’è sempre il videoregistratore universale).
Molte le critiche al doppiaggio e adattamento: delusione per la voce di Peter Petrelli, Mohinder non ho nessuna inflessione particolare, il nome del cane della mamma di Claire è stato tradotto da Mister Muggles a Mister Babbani fra lo stupore (ma direi quasi l’indignazione) generale dei twitters, grande attesa con sospiro di sollievo finale per il delicato doppiaggio di Hiro.
Generalmente Heroes sembra piaciuto agli utenti di Twitter (sopratutto a quelli che non avevano visto la serie in lingua originale).
A questo punto sono ancora più curioso di vedere i dati di ascolto.
Vi lascio con il twit più bello che ho trovato fra i molti che parlano di Heroes:
Traffyk Ma che cavolo è heroes?? Nessuno è andato a farsi un sano giretto fuori casa?? Vado a posare la bestia nera in garage e dopo gelatone 😀 7 hours ago
UPDATE Segnalo questi due (1 2)post sul blog i media-mondo ed i relativi commenti.
Technorati tags: heroes, mr muggles, mr babbani, hiro nakamura, italia 1, doppiaggio, twitter
The Erving Goffman plugin
Durante le scorse due settimane ho letto molto ma scritto poco.
Mentre il belpaese era chiuso per ferie il resto del mondo ha continuato a funzionare più o meno a pieno regime sfornando interviste, articoli e post interessanti.
Nonostante le difficoltà logistiche (ero in una zona coperta solo da gprs) sono riuscito a prendere nota delle cose più interessanti lette nel mio spazio su tumblr: FG-notes.
Il filo conduttore è sicuramente l’idea di privacy proposto dai social networks.
In un recente esperimento, un’azienda che si occupa di sicurezza informatica ha provato a creare un profilo fake ed invitare casualmente 200 utenti di Facebook come amici. Il 41% degli invitati ha accettato l’invito garantendo a questa utenza l’accesso ai propri dati personali disponibili sul proprio profilo.
Se un contenuto pubblicato sul web è esposto ad un pubblico indistinto, simile a quello delle comunicazioni di massa, con i social networks, però, si torna a parlare (anche) di contesto sociale e di un pubblico, quindi, non più indistinto.
Detto così potrebbe sembrare un passo indietro, una modalità più simile a quella del mondo reale, ma a guardarle con attenzione le cose sono particolarmente intricate.
Aggiornare il proprio status su Facebook significa rivolgersi al pubblico costituito dall’insieme dei propri amici ma scrivere sul wall di un profilo di Facebook, ad esempio, significa conversare con quella persona in presenza di un pubblico costituito dall’insieme di tutti gli utenti che possono avere accesso a quel profilo, ovvero gli amici del mio amico. Alcuni di questi saranno amici in comune, altri no. Dunque le conversazioni wall-to-wall mantengono un certo grado di serendipity ed indeterminatezza dell’audicence.
Muoversi efficientemente in un social network può richiedere competenze anche più complesse rispetto quelle di un blog. Chi possederà queste competenze in futuro sarà avvantaggiato tanto nella vita personale quanto in quella lavorativa. Per questo è importante, come mette bene in evidenza in questa intervista su CNET Henry Jenkins, inserire nei curricula le competenze relative alla new media literacy. A quanto pare, almeno negli Stati Uniti (dove il 97% dei teens ha accesso a Internet) non è tanto il digital devide a preoccupare quanto questo “partecipation gap” (ovvero la differenza fra chi conosce e sa usare i social media partecipando e non solo fruendo cultura e chi invece fa, anche di Internet, un uso a sola lettura).
Dunque su Internet la questione è anche più complessa del “semplice” farsi media (ovvero l’apprendimento di massa delle capacità di produrre e pubblicare contenuti per le masse).
Ne parla Danah Boyd a partire dalla propria esperienza d’uso di Facebook e MySpace. Si è veramente liberi di rifiutare una richiesta di “amicizia” o esiste una forma di regola non scritta per cui bisogna accettare tutti? Cosa accade quando gli adulti entrano nel contesto dei giovani e giovanissimi? Cosa significa per un professore, essere amico di uno studente in Facebook?
In questo senso il caso di Facebook è esemplare poichè questo social network è passato attraverso progressivi livelli di apertura (prima Harvard, poi le Università americane più importanti, poi tutte le università americane ed infine la recente apertura a tutti).
I can’t help but wonder if Facebook will have the same passionate college user base next school year now that it’s the hip adult thing. I don’t honestly know. But so far, American social network sites haven’t supported multiple social contexts tremendously well. Maybe the limited profile and privacy settings help, but I’m not so sure. Especially when profs are there to hang out with their friends, not just spy on their students. I’m wondering how prepared students are to see their profs’ Walls filled with notes from their friends. Hmmm…
— apophenia: loss of context for me on Facebook
Molto interessante, per questo, lo studio comparativo che Charlene Croft ha fatto fra Facebook e MySpace.
Forse ha ragione Henry Jenkins quando evidenzia le potenzialità che i social media hanno di offrire uno spazio per la collaborazione intergenerazionale privo di quei vincoli propri del mondo reale e, come afferma un lettore del blog di Danah Boyd:
(…) the real trend is the gradual loss of “context” — where people are less differentiated in their persona between school, work, and social worlds. (…)
Posted by Nathan D | August 10, 2007 11:41 PM Posted on August 10, 2007 23:41
— apophenia: loss of context for me on Facebook
O forse, come ho scrive Jason Mittell in un commento ad un altro bell’articolo: Ian Bogost – A Professor’s Impressions of Facebook, abbiamo bisogno di piattaforme in grado di supportare, come avviene nella vita reale, diversi contesti sociali (Pulse, il social network di Plaxo implementa qualcosa del genere).
Una sorta di “plugin di Erving Goffman”.
Technorati tags: facebook, danah boyd, henry Jenkins, Ian Bogost, privacy, context, goffman
Useful tool for researcher
Since I was sick to subscribe both connotea and citeulike to follow the feed of papers I’m interested in, I decide to create a Yahoo!Pipe to merge those two sources.
It’s easy. Just insert a tag and get the results from both sources. Duplicated results (paper with same title) are automatically deleted by the pipe. Once you have the results you can decide to subscribe to the feed by clicking the RSS icon.
Feel free to use and comment. If you have any idea for improvements just clone the pipe and modify it.
E la chiamano estate
Uno dei servizi più apprezzati (ed al tempo stesso odiati) offerti dalla mia Università è il corso estivo. A differenza degli altri atenei, uniurb chiude per luglio e tiene aperto ad agosto obbligando buona parte degli studenti, dei docenti e del personale alla classica “vacanza intelligente”.
Personalmente la cosa non mi ha mai creato problemi e devo dire che il clima rilassato che si respira durante il corso estivo ha una sua unicità che apprezzo.
Quest’anno la settimana di agosto scelta da me ed i miei colleghi è stata la prima disponibile. Iniziata il 30 luglio e finita ieri con gli esami (complimenti speciali a Paola che ha dato – finalmente – teoria dell’informazione 😉 ).
Pur nel suo clima rilassato la settimana è stata estremamente produttiva anche se le piacevoli serate estive insieme all’orario che avevo scelto per le lezioni (8-10) allo scopo di evitare sovrapposizioni con impegni già presi, ha contribuito a ridurre drasticamente le mie ore di sonno.
Per servare memoria di questa settimana all’insegna della produttività divertente ho deciso di scrivere questo post elencando le principali attività svolte:
- Ho assistito a ben due sessioni di discussioni di master (comunicazione territoriale e lavorare nel non profit) dove insegno.
In tutto una trentina di studenti che hanno presentato il loro lavoro finale. Molte facce, persone diverse e a volte buone idee che meriterebbero di essere sviluppate.
Da parte mia ho contribuito seguendo una tesi per il master di comunicazione territoriale (COMTER) finalizzata a comparare la campagna a stampa che promuove il turismo nella regione Marche con le immagini pubblicate dagli utenti su Flickr sotto il tag Marche.
Il risultato è stato in qualche modo sorprendete ed il lavoro piuttosto ben fatto. Ho chiesto all’autore l’autorizzazione a pubblicare questo lavoro sotto licenza CC su questo blog e spero dunque che possiate presto leggerlo tutti;
- Mercoledì ho partecipato ad un incontro informale fra i responsabili dei corsi di laurea di Scienze della Comunicazione (Urbino, Pesaro) ed Informatica Applicata sullo sviluppo della web radio di ateneo. Anche se non sono un esperto di questo mezzo di comunicazione riconosco che le potenzialità connesse a questo servizio sono molto interessanti.
Dentro il Wireless campus sarà possibile ascoltare URC@ (Urbino Radio Campus) anche senza essere su Internet con un ottima qualità ed un uso efficiente della banda grazie all’utilizzo di multicast.
Come prima forma di collaborazione ci saranno a settembre due seminari organizzati dai corsi di laurea in Scienze della Comunicazione per URC@. Se siete studenti di uniurb ed il progetto della radio vi interessa questo è il momento di materializzarvi con le vostre idee.
A ottobre la radio sarà operativa e verrà sicuramente utilizzata durante il Festival dei blog.
- Giovedì ho partecipato ad un incontro organizzato da Alessandro Bogliolo ed i ragazzi dell’UWiC Lab intitolato UWiC 2.0.
Il titolo dice tutto e le idee che ho sentito circolare sono così interessanti ed innovative che non ve le posso raccontare.
Quello che posso dirvi è però che le potenzialità connesse ad una grande rete georgrafica wireless libera (qualcuno ha detto geolocalizzazione?), il contenuto generato dagli utenti, i social networks ed una community universitaria dove tutti hanno già un proprio nome utente e password sono veramente straordinarie e in parte inesplorate anche nei più noti college americani.
- Last but not least, venerdì, grazie ad uno sforzo collettivo durato tutta la settimana abbiamo rilasciato la versione 2.0 del sito web del corso di laurea di Scienze della Comunicazione di Urbino. Completamente basato su WordPress, credo sia il primo sito web di un corso di laurea in Italia ad integrare in modo così radicale e sistematico il software sociale.
A questo scopo abbiamo creato alcuni gruppi moderati su Flickr, YouTube ed aNobii dove studenti e docenti potranno pubblicare e condividere i loro contenuti contribuendo ad arricchire il sito Internet e la WebTV (fatta con Mogulus) del corso di laurea.
- P.S. Mi è anche arrivato da ETAS Wikinomics da valutare per l’adozione a laboratorio di Web 2.0.
Avviso ai lettori old fashion
Anche se in realtà penso che perdersi qualcosa all’epoca dei flussi informativi che si moltiplicano sia giustificato (anzi forse necessario) e che spesso questa perdita sia compensata dalla ridondanza interna offerta dal sistema, voglio segnalare a tutti quelli che leggono questo blog attraverso il feed RSS che si stanno perdendo qualcosa.
Sempre più spesso scrivo cose potenzialmente di interesse qui, prendo appunti qui, salvo bookmark qui, raccolgo articoli qui e tengo traccia dei libri che leggo qui, mi segno gli eventi che mi interessano qui.
Di tutto questo lavoro non rimane ovviamente traccia qui.
Per questo ho creato un feed omnicomprensivo qui (include tutto compreso il blog con l’eccezione dei messaggi privati di Twitter). Inoltre nella pagina About me ho aggiunto i link ai singoli feed per seguire solo uno di questi servizi.
Sto inoltre usando sempre più costantemente facebook più che altro per comprenderne le logiche di funzionamento dall’interno. L’idea delle applicazioni è geniale e sta rendendo questa piattaforma un vero e proprio aggregatore di network sociali.
Per il momento sto facendo convergere tutti i flussi informativi che produco verso il mio profilo di facebook.
Quindi, un altro modo per seguire il tutto senza la serialità tipica del feed e, allo stesso tempo, visualizzare la mia rete di contatti ed i loro contenuti è quello di aggiungermi come friend su facebook (creando prima un profilo se non lo avete). Al momento accetto inviti solo da persone che ho conosciuto, seppur fugacemente, in passato.
Non sono in grado di spiegarlo su basi razionali ma ho la netta sensazione che facebook sarà sempre più importante. Vi consiglio quindi di iscrivervi.
P.S. Non ho dimenticato le foto che pubblico qui ed i video che carico qui. Ho pensato di non includerle nel meta feed perchè credo la maggior parte dei lettori non sia interessata.
La semantica dei sistemi sociali negli spazi mediati di rete
Come promesso condivido qui, in aggiunta alla presentazione, anche l’articolo collegato all’intervento svolto in Spagna un paio di settimane fa.
La semantica dei sistemi sociali negli spazi mediati di rete
Si tratta come al solito di una bozza e quindi commenti e suggerimenti sono benvenuti.
Technorati tags: sociocybernetics, semantica della società, luhmann, lab20, sistemi sociali
Testi per Laboratorio di Web 2.0
Sembra che anche per il 2007/2008 insegnerò Laboratorio di Web 2.0 al corso di laurea in Scienze della Comunicazione. Quest’anno, a differenza dello scorso anno, ci sono state altre domande (alcune anche di presitigio) per questo insegnamento e la cosa non può che farmi piacere.
Il Consiglio di Facoltà, di cui io non faccio parte essendo un docente a contratto, ha deciso per continuità didattica (così mi è stato riferito) di mantenere a me l’insegnamento.
Sono dunque alle prese con la definizione del programma di insegnamento.
L’obiettivo del corso sarà quello di capire il lato sociale del Web 2.0 e sperimentare insieme metodi e tecniche per analizzare il contenuto generato dagli utenti a scopo di ricerca sociale.
Lo scorso anno avevo adottato un solo libro: Blog Generation di Giuseppe Granieri. Al momento degli esami mi sono tuttavia reso conto che il carico di lavoro era troppo poco (anche se alcuni studenti sono riusciti nell’impresa di farsi bocciare lo stesso) in relazione ai crediti formativi (4), sopratutto per gli studenti non frequentanti che studiano solo il libro.
Dal prossimo anno ci saranno dunque due libri in programma. Uno obbligatorio e l’altro a scelta fra una serie di opzioni:
Granieri G., La società digitale, Laterza, Roma 2006.
Ed in più un testo a scelta fra i seguenti:
- Benkler Yochai, La ricchezza della rete. La produzione sociale trasforma il mercato e aumenta le libertà, Università Bocconi, Milano 2007;
- Anderson Chris, La coda lunga. Da un mercato di massa a una massa di mercati, Codice, Torino 2007;
- Israel Shel, Scoble Robert, Business blog. Come i blog stanno cambiando il modo di comunicare dell’azienda con il cliente, Il Sole 24 Ore, Milano 2007;
- boyd danah, (in corso di stampa) “Why Youth (Heart) Social Network Sites: The Role of Networked Publics in Teenage Social Life.” MacArthur Foundation Series on Digital Learning, Identity Volume (a cura di David Buckingham) [disponibile a http://tinyurl.com/3xqpkx].
Cosa ne pensate? Volete suggerire altri libri che vi sembrano utili o articoli (scientifici) in inglese particolarmente interessanti?
Il social network dei poveri
Davide Bennato commenta Danah Boyd sul tema social networks e divisione di classe.
Insegnare a uniurb?
Segnalo che la mia facolta’, come ogni anno, cerca docenti a contratto per coprire gli insegnamenti previsti dal piano di studi e non coperti dai docenti interni.
L’elenco completo degli insegnamenti e’ disponibile sul sito web di ateneo (con i relativi compensi previsti). Fare domanda e’ semplice, basta compilare questi moduli seguendo le istruzioni presenti nel bando.
Fra gli insegnamenti che possono essere di interesse per i lettori di questo blog segnalo in particolare il laboratorio di web 2.0 (per il corso di laurea in scienze della comunicazione) che quest’anno, a differenza dello scorso anno, ha un compenso pari a 900 euro.
La scadenza per fare domanda e’ il 27 giugno.