A proposito di conversazioni dal basso

Un esempio di visualizzazione delle conversazioni online realizzato con Yahoo!Pipes e Twitter in occasione delle elezioni politiche italiane di aprile 2008.

Giusto per provare i nuovi widget di Yahoo!Pipes.

Vi piace? Clonatelo e perfezionatelo a vostro piacimento.
UPDATE: E’ disponibile una versione migliorata ed aggiornata di Italian Elections Twitter Map. Al solito sentitevi liberi di consultatarla, clonarla e perfezionata.

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Panel SNSs in National Context accepted!

Qualche tempo fa su iniziativa di Ewa Callahan e grazie alla fantastica e consigliatissima Air-L, un gruppo di ricercatori che studiano i social networks in diverse parti del mondo si è organizzato per presentare una proposta di panel per il convegno Internet Research 9.0: Rethinking Community, Rethinking Place.
Ora che la proposta è stata accettata ed il processo di review anonimo completato, ne posso parlare nel blog.
Il panel sarà composto da 5 paper che presentareanno ricerche sull’uso dei siti di social network rispettivamente nel contesto nazionale italiano, brasiliano, polacco, americano e coreano.
Darren Purcell (University of Oklahoma US) aprirà il panel con un paper che si discosta leggermente da questa prospettiva nazionale o meglio la declina in modo originale presentando uno studio che indaga l’impatto di Internet sulla creazione di identità nazionali di popoli privi di uno stato. Il caso di studi è su Facebook e consiste, in particolare, di un’analisi comparativa dei gruppi Baschi, Curdi, Palestinesi ed Hawaiani creati su questa piattaforma di social network.
Io presenterò la ricerca comparativa fra Facebook e Badoo di cui ho più volte parlato in questo blog. Potete leggere l’abstract qui.
A seguire Ewa Callahan presenterà uno studio su Nasza-Klasa (la nostra classe). Si tratta di un SNS polacco focalizzato sul ricostruire le reti sociali scolastiche. Il sito ha avuto un successo straordinario raccogliendo oltre 7 milioni di utenti ad un anno dal lancio e l’utilizzo che ne viene fatto trascende di molto lo scopo iniziale per il quale era stato progettato. Il paper presenterà i risultati di una ricerca realizzata in due fasi. Nella prima è stata realizzata una survey sugli utenti per comprendere meglio le motivazioni che spingono ad usare questo SN, nella seconda una content analysis di quanto si dice di Nasza-Klasa fuori dai suoi confini allo scopo di comprendere anche i motivi alla base dell’auto-esclusione.
Dalla Polonia si passa poi al Brasile con il paper di Raquel Recuero (PhD and a professor in the Communication Department at Catholic University of Pelotas UCPel, Brazil) che analizza Orkut (il social network di Google). Il 75% degli utenti di Orkut nel 2005 erano Brasiliani e secondo comScore, oltre 12 milioni di Brasiliani (oltre il 68% degli utenti Internet di quel Paese), hanno visitato il sito di Orkut nel dicembre 2007. La ricerca che presenta Raquel è di tipo etnografico (osservazione partecipante ed intervite) con un periodo di osservazione che va dal 2004 al 2007. Grazie a questo ampio periodo di tempo la ricerca indaga come è cambiato nel corso di questi anni l’uso di Orkut in Brasile e le differenze fra gli erarly e late adopoters.
Si preannuncia molto interessante anche l’intervento di Seong Eun Cho (Ph.D. candidate in School of Communication, Information, and Library Studies at Rutgers University in the United States) che presenta uno studio cross-culturale comparativo fra l’utenza di SNSs Coreana e Americana. In tutto sono state realizzate 30 interviste in profondità a studenti universitari coreani (18 utenti di Cyworld) ed americani (12 utenti di Facebook o MySpace). Differenze significative emergono sopratutto in relazione all’intensità d’uso di questi sistemi e sul concetto stesso di friends. In particolare gli americani tendono a mantenere attive con un basso livello di interazione un numero maggiore di contatti (pur senza accettare richeiste da sconosciuti) (bridging social capital) mentre gli utenti coreani prediligono gruppi più piccoli con un livello alto di intensità (bonding social capital).
L’ultimo paper del panel riguarda specificamente la Corea e YouTube. Gli autori Yeon-ok Lee, (PhD candidate in the Department of Politics and International Relations at Royal Holloway, University of London, UK) e Han Woo Park (Assistant Professor at YeungNam University, South Korea) hanno analizzato l’uso di YouTube durante le elezioni presidenziali del 2007 in Corea. In sintesi si tratta del così detto ‘BBK scandal’ nel quale uno il candidato favorito Lee è stato coinvolto. Poichè la regolamentazione della campagna proibiva di pubblicare video fino a 180 giorni prima del voto, i supporter degli altri candidati hanno iniziato muoversi fuori dai confini nazionali per aggirare l’ostacolo finendo per usare in massa YouTube. Molto interessante la metodologia utilizzata: (i) hyperlink analysis, (ii) interaction network analysis and (iii) semantic network analysis. In sono curioso di vedere i risultati di quella che viene definita semantic networks analysis basata su metodologia KWIC (keywords in context) ed applicata ai commenti dei video.
In sintesi non vedo l’ora che venga ottobre!

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Il Guru e la commodity

Bella lezione di Giuseppe Granieri nel corso di Sociologia dei New Media di GBA.

Tema: Second Life.

A cena la sera prima abbiamo parlato di unacademy e fra un bicchiere di rosso ed una grappa è venuta fuori l’idea di proporre 5 critiche a Second Life come spunto per la lezione.

Fra il gioco di ruolo e la realtà ho fatto i compiti e sono venuto fuori con questi 5 punti sul perchè Second Life per me non conta:

  1. Second Life altro non è che una chat con i pupazzi;
  2. Ogni avatar di Second Life consuma in media 1,752 kWh all’anno ovvero qualcosa di meno della media di un essere umano (2,436 kWh), più di un essere umano medio che vive in un paese in via di sviluppo (1,015 kWh) e circa lo stesso di un abitate del Brasile (1,884 kWh);
  3. I giovani usano i social networks e non Second Life;
  4. Second Life è una piattaforma proprietaria, un mondo con le sue regole e vincoli. Cosa ci garantisce che studiando le relazioni in quel mondo potremo estendere le nostre conoscenze in futuro ad altri mondi online?;
  5. Mondi Virtuali 3d? Esistono da anni, perchè Second Life dovrebbe essere meglio di ActiveWorlds?

Nel rispodondere Giuseppe ha spiegato in modo molto lucido perchè secondo lui Second Life conta e non poco.

Molte delle argomentazioni possono essere lette in questi due articoli:

Provando biecamente a risassumere potremmo dire che Second Life (e più in generale i mondi metaforici) rappresentano per lui una tecnologia in mano oggi agli early adopters un pò come i blog negli anni ’90.

image

Non è ancora chiaro cosa farne ma le potenzialità sono grandi ed arrivare prima significa aquisire in prospettiva vantaggi di posizione spendibili quando la tecnologia uscirà dalla nicchia per diventare d’uso comune. I mondi metaforici sono dei fogli bianchi sta a noi riempirli di idee per sperimentare,  comprenderli e dargli senso

Al contrario i blog, sempre seguendo l’argomentazione di Giuseppe, sono ormai diventati una commodity. La tarda maggioranza ormai ha capito cosa sono e a volte li usa.

Come a dire lì non c’è più niente da innovare nè da inventare.

E qui la mia prospettiva di ricercatore e quella di un guru dell’innovazione divergono.

Per me una tecnologia inizia a diventare interessante quando se ne possono studiare gli effetti sulla società. Blog e social networks diventano interessanti ora in Italia per la prima volta dal punto di vista della ricerca. Prima si poteva speculare e riflettere sulla domestication americana. Oggi si può studiare l’effetto dell’introduzione di questa tecnologia in Italia.

Il fatto che una tecnologia diventi commodity è infatti, dalla mia prospettiva di ricercatore, una condizione per iniziare a lavorarci sopra efficacemente.

Per questo al momento blog e social networks sono per me più importanti dei mondi metaforici Second Life Like.

Ma visto che questo blog si chiama nextmedia and society non voglio neanche sottrarmi a giocare anche io a fare il guru dell’innovazione.

[guru mode on]

Non credo affatto che non vi siano margini di innovazione sul Web.

Le applicazioni sociali supportate dalla semantica delle macchine (tipo Twine) mi sembrano ad esempio una prospettiva particolarmente interessante. La portabilità del grafo sociale e la possibilità di creare un proprio lifestream al di fuori dei walled gardens mi sembra un’altra prospettiva di particolare interesse. Infine la possibilità di collezionare ed esporre in un formato standard la distribuzione dell’attenzione che un utente dedica alla fruizione dei contenuti (APML) mi sembra una terza prospettiva di innovazione di potenziale interesse.

Certo anche i mondi metaforici hanno delle potenzialità. Di sicuro un accesso dal mondo metaforico a Internet potrebbe aprire degli spazi interessanti per costruire interfacce tridimensionali per servizi fruibili ora solo dal web.

[guru mode off]

In fondo non essere un guru è un gran vantaggio. Sono terrorizzato al solo pensiero di dover sopravvivere cercando di prevedere oggi quali tecnolgie saranno mainstream domani. Del resto se c’è una cosa che ho imparato dai miei studi è che i sistemi complessi sono estremamente difficili da prevedere.

Fortuna che faccio ricerca sociologica 🙂

Insegnare ai "nativi" nello spazio mediato di rete

Solo per segnalare che Indire ha pubblicato un mio breve articolo che presenta il progetto Taccle (Teachers’ Aids on Creating Content for Learning Environments) di cui avevo parlato qualche tempo fa.

L’articolo riprende alcuni dei discorsi che avevo fatto durante l’Unconventional Conference organizzata qualche mese fa da alcuni studenti della Facoltà di Economia di uniurb.

P.S. Approfito per ringraziare Carlo Daniele per il bel lavoro di realizzazione del template di Joomla del sito Taccle.eu.

M/F ratio in Facebook and Badoo user base


M/F ratio in Facebook and Badoo user base
Originally uploaded by FG@flickr.com

Stimolato dai commenti ricevuti nel post precedente ho deciso di approfondire la questione del rapporto fra maschi e femmine in Badoo e Facebook.
Non è difficile notare (sopratutto se avrete cliccato sull’immagine per ingrandirla) come il rapporto sia simile nelle diverse nazioni prese in esame. Allo stesso modo appare evidente e costante la differente composizione di genere dei due social networks presi in esame. Credo questo dipenda, come ha fatto notare Tommaso nei commenti, dalla effettiva diversità dei siti presi in considerazione.
A questo proposito è interessante considerare quanto recentemente scritto da Maz Hardey rispetto a quelli che lei ha definito stadi del social networking:

i) Stage one: Sociability or ‘being social’, where concern is to build up new points of contact and to maintain ‘old’ connections through interactions on SNSs.
ii) Stay two: Networkability or ‘being networked’, having built up networks of links these are then maintained through membership to an array of SNSs and across different social media hardware – so yes that wonderful piece of technology the iPhone!
iii) Stage three: Visibility or ‘being visible’, when networks of links are used to both cultivate and sustain interactions as well as to experience ‘being in touch’ with others. Social actions are confirmed by a ‘presence’ that is always contactable even if the user is ‘busy’ elsewhere.

La sensazione è che Badoo sia un social network incompleto da questo punto di vista perchè ha buone funzioni in relazione allo stadio 1 ma è molto carente nell’offrire l’esperienza di sentirsi in contatto cosa in cui invece eccelle Facebook.
Quindi rimane sempre in sospeso la questione di base.
Perchè gli italiani usano Badoo più di tutti?
Facebook and Badoo population by Country

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Come volevasi dimostrare

 
How we fooled “the adults myspace” (Originally uploaded by FG@flickr.com
)

Le locandine esposte fuori dalle edicole sono sicuramente l’espressione più pura del “My Space per Adulti™”.

Questa foto rappresenta il risultato dello scherzo che avevo annunciato qualche giorno fa.

Il seminario è stato molto seguito da un pubblico attento e silenzioso di almeno una sessantina di studenti di Scienze della Comunicazione ed Informatica Applicata (ma ho riconosciuto anche alcuni studenti di economia, i tecnici della facoltà ed alcuni blogger). La struttura domanda/risposta a quattro voci ha funzionato a mio avviso particolarmente bene ed i video del prof. Welsh hanno fatto il resto.

Alla fine ho proprio la sensazione che si sia riusciti a restituire lo spirito del Web 2.0 nella forma della conversazione oltre che nei contenuti trattati.

Abbiamo parlato di Web 2.0 in generale, di social software, di rapporto fra conversazioni dal basso e MySpace per adulti, di Web 2.0 in ambito politico, aziendale ed universitario.

Molto interessanti anche le domande finali poste dagli studenti (relative alla spontaneità nel rapporto col pubblico di un blogger di successo e alla incomprensione fra logiche dei mezzi di comunicazione di massa e blog).

Purtroppo non abbiamo alcuna registrazione della cosa (shame on me).

Luca Conti ha però promesso agli studenti e agli interessanti che molti dei materiali utilizzati durante il seminario saranno resi disponibili sul blog che ha deciso di dedicare alle esperienze didattiche in corso.

Defender of new media vs "The Adults Myspace"

Defender of new media ... Facebook Etiquette blogger Maz Hardy.Maz Hardey è una studentessa di dottorato all’Università di York, una consulente sul Web 2.0, una scrittrice freelance, una blogger e una ragazza geek.
Ma queste sono solo le sue identità non segrete.
Un intrepido giornalista del Sydney Morning Herald ha infatti scoperto la sua vera identità segreta di “Defender of new media”.
Mentre Maz si attrezza nella sua nuova tutina da super eroe, compra una spada su eBay e cerca di sviluppare un maggiore controllo su i suoi nuovi super poteri, vale forse la pena mettere ragionare su un paio di cose.
La prima è che il “MySpace per adulti” non ha confini nazionali (basti vedere come il giornalista in questione abbia sistematicamente sbagliato i nomi delle persone citate). In Italia tuttavia la cosa assume una valenza particolare per la specifica situazione legata alla scarsa dinamicità generazionale della nostra società. Articoli critici come quello del Sydney Morning Herald non mancano, come è giusto che sia, anche nelle società a più alto tasso di penetrazione e cultura di rete. Quello che di solito avviene è che all’opinione critica si cerca di affiancare anche il punto di vista di qualcuno che possa raccontare la rete dall’interno. Penso sia una regola base del giornalismo e non credo si tratti di una cosa che riguardi specificamente il rapporto fra mezzi di comunicazione di massa e Internet.
Da qui il secondo punto. In Italia il “MySpace per adulti” non ha ancora individuato un rappresentate delle conversazioni dal basso da consultare ed al limite cercare di ridicolizzare in uno dei tanti salotti televisivi. Nei salotti del “MySpace per adulti” di solito appare in questo ruolo di “esperto” l’ammuffito psicologo di turno buono per tutte le stagioni. Il problema è che questi di solito non ha idea di cosa significhi vivere nello spazio mediato di rete. In pratica c’è uno straordinario spazio mediatico disponibile per una figura di questo genere (un “Defender of new media”) in Italia.
Ma c’è di più.
Pensate a Maz o Danah… cosa hanno in comune?
Sono ragazze, fanno un dottorato, sono carine, sono genuinamente geek…
Già il fatto di essere geek e carine susciterebbe scalpore ed interesse nel “MySpace per adulti” assuefatto al classico stereotipo del nerd. Poi sono anche degli esperti che possono rimpiazzare gli psicologi impolverati senza farli rimpiangere, certo sono giovani… ma dovranno farsene una ragione 😉
Al momento una figura del genere non mi sembra che esista in Italia.
Quindi se siete ragazze+carine+geek+accademiche e avete scelto i social media come vostro campo di studi sappiate di avere davanti a voi uno straordinario spazio di opportunità per diventare il “Defender of new media” del “MySpace per adulti” italiano.
Se invece siete ragazze+carine+geek e vi interessano i social media, adesso avete un motivo in più per fare un dottorato di ricerca…
P.S. A seguire si aprirà anche uno spazio per una voce critica ma informata sui social media alla Andrew Keen.
Poi non dite che io non vi avevo avvertito 😉

Facciamo uno scherzo al "myspace per adulti"™?

La dialettica fra conversazioni dal basso e “myspace per adulti” è stata più che mai viva di recente.
Giornali, settimanali e TV non hanno mancato occasione per fare bella mostra della loro ignoranza rispetto al rapporto fra giovani ed Internet cercando e trovando continui collegamenti fra fatti di cronaca nera e contenuti generati dagli utenti (di solito le persone coinvolte).
L’idea neanche tanto velata che viene fuori è che vi sia un rapporto fra l’uso di Internet e questi episodi di violenza.
Ora il fatto che il “myspace per adulti”cclogocircle.png non abbia mai visto di buon occhio le nuove tecnologie non è certo una novità (si pensi agli articoli sui videogames degli anni ’80) né una specificità italiana (si pensi al caso degli adescatori di ragazzini via MySpace negli Stati Uniti).
Ho però come la sensazione che in questa incapacità di comprendere il cambiamento si incrocino in Italia due dimensioni. La prima è quella della paura del nuovo, la seconda è quella generazionale.
In una società dove tutti i posti di potere sono solo “per adulti” le due dinamiche tendono ad incrociarsi e l’incomunicabilità generazionale si acuisce. MySpace (ma direi i social networks e a volte lo spazio di rete tout court) viene vissuto dai giovani come uno spazio generazionale che andrebbe protetto e preservato dall’invasione degli adulti. Sul versante opposto, il “myspace per adulti” raggiunge lo stesso obiettivo di auto-isolamento rendendosi sempre più progressivamente irrilevante per il pubblico giovane che passa sempre meno ore davanti alla TV e sempre più tempo con i propri amici nello spazio mediato di rete.
Forse entrambe la parti dovrebbero imparare ad ascoltarsi a vicenda ma non va dimenticato che esiste una forte asimmetria nell’accesso alle posizioni di potere. In altri termini le iniziative per favorire il dialogo devono arrivare dal “myspace per adulti” perché l’altro lato non ha né la forza né la voglia di farlo.
Tutto il progetto “Conversazioni dal Basso” nasce con lo scopo di favorire questa forma di conversazione.
Abbiamo iniziato leggendo e poi iniziando a scrivere blog.
Frequentando oltre alle conferenze anche le non-conferenze.
Ad aprile a Pesaro abbiamo aperto le porte del “myspace per adulti”cclogocircle.png accademico facendo salire in cattedra chi poteva raccontarci (con le parole ma anche con lo stile) il cambiamento che stava avvenendo là fuori meglio di molti eminenti studiosi.
Ad ottobre a Urbino abbiamo provato a mettere insieme i due mondi con un Festival bifronte che sapesse parlare il linguaggio delle Hit, delle classifiche e dei premi propri del “myspace per adulti” (dove non solo metaforicamente conta solo arrivare uno) e quello dell’ibridazione fra spazio geografico e di rete proprio dei ragazzi che frequentano e frequenteranno le nostre aule universitarie.

Dallo scorso anno il corso di laurea in Scienze della Comunicazione ha inserito nel proprio piano di studi (fra lo stupore e gli sguardi interrogativi di molti colleghi) un insegnamento di “Laboratorio di Web 2.0”.
Per festeggiare al meglio l’edizione 2007/2008 di questo insegnamento e dare il benvenuto al nuovo docente, abbiamo deciso di organizzare un piccolo evento in stile “pillole di Conversazioni dal Basso”.
Il primo giorno di lezione, venerdì 30 novembre alle ore 9, chiederemo a Luca Conti di riuscire, nel corso di due sole ore, nella difficilissima impresa di rispondere nel modo più esauriente e chiaro possibile alle seguenti due domande:

  1. Cos’è il Web 2.0?
  2. Come cambieranno (o sono cambiate) Internet, la società e le persone in seguito all’utilizzo dei social software?

Ad aiutarlo, organizzando la chiacchierata e facendo domande, ci saranno (oltre agli studenti di Scienze della Comunicazione e di Informatica Applicata) Giovanni Boccia Artieri, Alessandro Bogliolo (responsabile del progetto Urbino Wireless Campus) ed io.
Ma un evento “pillole di conversazioni dal basso” che si rispetti non poteva fermarsi qui.
Per questo abbiamo pensato ad un invito molto speciale indirizzato al “myspace per adulti”cclogocircle.png.
Eccovi il testo che diffonderemo (e che vi invitiamo a diffondere ai vostri contatti nel “myspace per adulti”) a partire da lunedì nella tradizionale forma del comunicato stampa.

Alcuni recenti episodi di cronaca hanno attirato l’attenzione di televisioni, quotidiani e settimanali sul mondo della rete e sui comportamenti devianti della generazione che usa quotidianamente Internet.

Per la prima volta, anche in Italia, i mezzi di comunicazione di massa aprono agli adulti una finestra di visibilità sullo sconosciuto e a volte inquietante ambiente in cui i loro figli spendono molte ore al giorno compiendo azioni che per molti genitori rimangono misteriose ed inaccessibili.

Dall’assassinio di Meredith a Perugia fino alla strage compiuta da uno studente finlandese in un istituto scolastico, dal blog del tifoso laziale ucciso in uno scontro a fuoco con la polizia fino alle macabre riprese dei compagni della studentessa travolta ed uccisa da un autobus, tutto lascia supporre un legame fra l’uso di Internet ed i comportamenti devianti delle giovani generazioni.

Ma esiste davvero una relazione fra l’anonimato consentito dall’uso dei personal computer come mezzo di comunicazione e la devianza giovanile? Come cambia l’idea di privato quando la logica del reality diventata propria di un’intera generazione? Cosa ci riserva il futuro in un mondo in cui tutti dispongono di un megafono e sono pronti ad usarlo per dire qualunque cosa gli passi per la testa? Cosa ne sarà della nostra cultura quando gli esperti vengono sostituiti da una massa di non professionisti come nel caso di Wikipedia o delle diverse forme di giornalismo dal basso?

Di questo e di altri temi discuteranno Venerdì 30 Novembre dalle 9 alle 11 presso l’aula B1 della Facoltà di Sociologia Luca Conti (conversational media consultant e autore del blog Pandemia), Giovanni Boccia Artieri (presidente del corso di Laurea in Scienze della Comunicazione e docente di Sociologia dei New Media), Alessandro Bogliolo (coordinatore del progetto Urbino Wireless Campus e docente di Sistemi di elaborazione delle informazioni) e Fabio Giglietto (docente di Teoria dell’Informazione).

L’incontro è promosso e organizzato dal corso di laurea in Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” in occasione della prima lezione dell’edizione 2007/2008 dell’insegnamento, primo e unico in Italia, di “Laboratorio di Web 2.0”.

QUANDO: 30 NOVEMBRE 2007 ORE 9-11
DOVE: AULA B1 / VIA SAFFI, 15 – 61029 URBINO (PU)

 

Scarica la versione in PDF da inviare come allegato, stampare o inviare via fax.

 

Ci aiutate a fare questo scherzo al “myspace per adulti”cclogocircle.png?

Un learning object per creare learning object

È più o meno questo l’obiettivo del progetto biennale Taccle (Teachers’ Aids on Creating Content for Learning Environments) nel quale sono coinvolto come rappresentante del centro di ricerca e sviluppo sull’eLearning di uniurb.
Nello specifico il progetto prevede la creazione di un libro di circa 150 pagine, di un sito web (nella forma di un wiki) e di un pilot course (4 giorni intorno ad aprile 2009) nel quale i materiali didattici verranno testati.
Il primo meeting si è svolto la scorsa settimana a Bruxelles ed ha già prodotto i primi risultati fra cui l’analisi SWOT del progetto, la definizione dei criteri per l’analisi dei bisogni del target group (docenti), la scaletta del libro, le piattaforme ed i criteri di collaborazione e promozione (Yahoo!Groups, Wikimedia, Joomla, del.icio.us e Moodle per il pilot course).
Vorrei potervi svelare nei dettagli la scaletta del libro (in tutto lo splendore della mindmap realizzata con FreeMind) ma non credo di essere autorizzato a farlo.
Penso però di poter condividere lo schema dei capitoli:

  • Introduction [5 pags]
  • Learning Environments [18 pags]
  • Pedagogical aspects [18 pags]
  • Learning Objects [66 pags]
  • Teaching in a networked space [18 pags]
  • Glossary [3 pags]
  • References [3 pags]

Vi tengo informati sullo sviluppo del progetto. Lo spirito è quello della massima apertura a collaborazioni esterne quindi qualsiasi commento, suggerimento o opportunità di collaborazione è assolutamente benvenuto.

P.S. Jens Vermeersch, responsabile del progetto, ha organizzato un meeting ineccepibile non solo dal punto di vista lavorativo, ma anche da quello sociale. In particolare se passate da Bruxelles e cercate un ristorante non potete perdervi il Viva m‘Boma, il fast food salutista Exki e sopratutto il delizioso Arrière Cuisine.