Il social ed i sociologi

Una interessante riflessione di Romeo sulla SEA Social Enterprise Architecture mi tira in ballo…

Attenzione, mi preme ricordarvi che tra un’anno o due quasi tutto rispetterà i design patterns del Web 2.0 o come lo volete chiamare quindi ce ne sarà di traffico sulla porta 80, che ne dite? Ma non è tutto, non sarà soltanto un problema di comunicazione, sarà un problema anche di gestione del dato, cosa pensate accadrà quando una azienda enterprise chiederà qualcosa di più per poter gestire con efficienza il proprio knowledge che a questo punto sarà completamente a disposizione dell’organizzazione? Questi sono due problemi fondamentali, da una parte abbiamo un problema prettamente “tecnologico” dall’altra uno quasi “sociale”. Se da una parte mi aspetto qualche ingegnere che tiri fuori dal cappello un nuovo protocollo di comunicazione a livello di applicazione, dall’altra non posso affidare tutto ai sociologi (perdonami Fabio), quindi vorrei approfittare e dire la mia anche su questo punto!

Questo mi fa fatto tornare in mente un paio di post che ho scritto in passato:

In questi post non c’è una soluzione al problema del sovraffollamento della porta 80 (non da tutti gli esperti di informatica vissuto come tale a giudicare da quest’ultimo commento 🙂 ) di cui paradossalmente comprendo il lato tecnico più di quello sociale.

C’è invece un discorso che, parafrasando Romeo, suona un pò così:

Se da una parte mi aspetto qualche ingegnere sociologo che tiri fuori dal cappello un nuovo protocollo di comunicazione a livello di applicazione una nuova (e precisa) definizione di sociale, dall’altra non posso affidare tutto ai sociologi (perdonami Fabio) agli scienziati del computer (perdonami Romeo), quindi vorrei approfittare e dire la mia anche su questo punto!

Conversazioni dal basso

Il LaRiCA con la collaborazione di alcuni altri docenti (Pierluigi Capucci, Federico Venturini e Guido Capanna Piscè) sta organizzando a Pesaro un workshop/seminariale sui cambiamenti nel rapporto fra cittadini/istituzioni, aziende/consumatori, non mainstream media/mainstream media connessi alla disponibilità di quelli che si solito da queste parti chiamiamo “mezzi di comunicazione di massa per le masse”.

Il titolo è Conversazioni dal basso e per onorarlo fino in fondo abbiamo deciso di sperimentare una forma di organizzazione semi-collaborativa ispirata all’esperienza dei BarCamp (a prop il 2 dicembre inizia quello di Torino).

Preciso subito per non offendere i puristi che non di un vero BarCamp si tratta. La differenza principale è che ci sarà una chiara distinzione fra relatori e partecipanti e che l’organizzazione dell’evento avverrà collaborativamente ma all’interno di un quadro di riferimento precostituito.

Tutto il resto, a partire dal sottotitolo, può essere modificato.

Stamattina abbiamo predisposto con Luca un wiki come ambiente per la collaborazione.

La password per accedere e david.

Intanto segnatevi dunque in agenda il 19 aprile 2007 20 aprile 2007.

Dai Social Software al Social Knowledge

Mi è arrivata per email la notizia di questo seminario-tavola rotonda organizzato dal “Settore Tecnologie Educative” del Dipartimento di Scienze dell’Educazione e la Facoltà di Scienze della Formazione di Padova.

L’incontro si terrà a Padova Lunedì 27 novembre alle ore 15.00, presso l’Aula Nievo del Palazzo del Bo in via  VIII febbraio. Interverranno Luciano Galliani, Corrado Petrucco e Massimo Martini, General Manager di Yahoo! Italia.

Se qualcuno è in zona la cosa sembra interessante.

Eyes on Europe: il paper

Avevo promesso mesi fa che avrei reso pubblico su questo blog l’articolo che descrive nel dettaglio la metodologia ed i risultati ottenuti con la ricerca Eyes on Europe.

A grandi linee il progetto di ricerca l’ho descritto già in passato (qui e qui e ci sono anche un paio di post in inglese che ne discutono sul blog di Luca: qui e qui).

L’articolo, pur completo, è ancora in draft perchè ci piacerebbe ricevere qualche ulteriore suggerimento e contributo dai lettori del blog prima di proporlo per la pubblicazione.

Inoltre non abbiamo ancora individuato una rivista cui proporre l’articolo quindi indicazioni e suggerimenti in questo senso sono molto ben accetti.

Scarica Eyes on Europe

Unconventional Research System

Interessante idea questo URS anche perchè si avvicina molto a quello che vorremmo realizzare con il Lab20. Per ora si tratta di una specie di meta-motore di ricerca nelle conversazioni dei blog e nei preferiti condivisi di del.icio.us. Le fonti sono Google Blog Ricerca, Technorati, del.icio.us e the Network journal.

In realtà i risultati riportati da URS non sembrano uguali a quelli dei singoli motori di ricerca. Prendete ad esempio questa ricerca su Urbino e guardate i singoli risultati per la stessa ricerca su technorati, google blog ricerca, del.icio.us.

Un bug o una feature non documentata?

Wisdom of the few?

Interessante il commento di Granieri all’articolo È davvero collettiva l’intelligenza del web 2.0? di Nicola Bruno su Apogeonline.

Personalmente il fatto che ci sia una forte asimmetria fra chi contribuisce e chi fuisce dei contenuti sul web 2.0 non mi sorprende affatto e non mi preoccupa. 

Credo che il criterio egualitario importante risieda nel concedere a tutti la possibilità tanto di pubblicare quanto di fruire di contenuti. Il fatto che non tutti quelli che leggono, pubblicano è più che altro un sintomo della salute di questi sistemi. Cosa sarebbe Wikipedia se tutti gli utenti, anche quelli che nulla sanno di nessun argomento, inserissero delle informazioni?

In ogni caso è molto difficile fare discorsi generali su un fenomeno articolato poichè non è affatto la stessa cosa parlare della partecipazione in Digg o in Wikipedia.

Real vs. Fake Sharing

 Tim O’Reilly entra con questo post nella conversazione sull’etica del web 2.0 e sulla distinzione fra siti che consentono una vera condivisione dei contenuti (ovvero dove i contenuti oltre ad essere visualizzati possono anche essere scaricati) sullo stile di Flickr e quelli che consentono una condivisione solo “di facciata”.

In particolare mi sembra interessante quello che

But Larry’s on to something. I’ve been seeing the distinction that he makes coming more and more into focus as a defining issue for Web 2.0. Google has been a key enabler of the decentralized nature of the net — they make other sites more visible, distributing attention, rather than concentrating it. But some of the newer sites, and the newer applications from Google and the other big guys, are increasingly aimed at centralizing user activity and user data.

These are unresolved issues, and I do worry that the YouTube acquisition moves Google’s model from switchboard to repository, and I’m not sure that’s good for the company’s DNA. So I’m hoping that Google will remember Eric Schmidt’s dictum, “Don’t fight the internet,” and will work to make both YouTube and services like Google Book Search progressively more open, not progressively more closed.

Evidence is strong, though, that top management at Google understands this distinction, and wants to open up all their services. What folks like Larry remind us, though, is that even people of good will need to be reminded from time to time about the choices they face. Web 2.0 is still a work in progress. We can get it right, or we can screw it up.

Source: Real Sharing vs. Fake Sharing
Originally published on Mon, 23 Oct 2006 13:00:08 GMT by Tim O’Reilly

Technorati tags:

Peer review per le masse

Non sono sicuro che possa funzionare davvero ma il concetto dietro questo Helium è piuttosto interessante perchè generalizza l’idea della peer review.

In pratica si tratta di un sito che contiene guide scritte dagli utenti per gli utenti in piena logica di user generated content. L’unica sostanziale differenza è che chi desidera pubblicare una guida è chiamato ad esprimere un giudizio comparativo scegliendo fra due articoli proposti quello secondo lui più utile.

Technorati tags: