Quando gli storici del futuro studieranno l’Italia, non avranno bisogno di sofisticate tecniche di analisi per accorgersi che nel corso del 2008 qualcosa è cambiato. L’anno appena concluso verrà infatti ricordato come quello della svolta. L’anno nel quale un sito Internet dove i contenuti sono creati dagli stessi utenti che lo frequentano superò per traffico i siti dei giornali online più famosi. Se nella storia dei media il 2008 sarà ricordato come l’anno di Facebook, saranno solo gli anni a venire che potranno dirci quale sarà l’impatto sulla nostra società della diffusione di strumenti che consentono di mantenere e rendere visibili le proprie relazioni sociali come mai prima d’ora era stato possibile fare.
Certo i siti di social network e Facebook in particolare, minano alla radice le più frequenti critiche avanzate dai detrattori della rete. Gli scettici ci hanno messo in guardia dall’isolamento ed invece siamo tutti più connessi. Hanno consigliato di non cedere al fascino delle identità fittizie e tutti usano un sistema che richiede di entrare con il proprio nome e cognome. Come avvenuto con il telefono, i rapporti mantenuti attraverso Internet non stanno sostituendo gli incontri di persona ed al contrario si affiancano e si intrecciano con essi. Gli studi più recenti mostrano che i siti di social network sono usati per mantenere i rapporti sociali in essere più che per crearne di nuovi. Ciò nonostante molti genitori si preoccupano per il tempo che i figli dedicano a questi siti ed i media dedicano grande attenzione ai casi di devianza rinforzando ulteriormente questi timori.
Non che in questi spazi non avvengano comportamenti riprovevoli o che essi siano sicuri per definizione. Come in tutti gli spazi pubblici si possono incontrare malintenzionati, fare esperienze dolorose ed ascoltare opinioni lontane dal politically correct. Sono sicuro che se registrassimo le conversazioni degli anziani che giocano a carte in un bar, ne trarremmo di che preoccuparci per il futuro di quella generazione e della società in generale. La differenza è che le conversazioni nei siti di social network sono costantemente esposte al pubblico. Un pubblico diverso da quello passivo tipico dei media di massa. Un pubblico connesso che commenta, diffonde, remixa e crea i suoi stessi contenuti. Un pubblico che definisce uno spazio dove le conversazioni “da bar” assumono la permanenza propria della forma scritta, la replicabilità del copia/incolla, la ricercabilità cui ci ha abituato Google e possono raggiungere un numero di destinatari che prima del web avrebbero comportato costi che in pochi potevano permettersi.
Le opportunità di cambiamento che abbiamo di fronte sono dunque straordinarie ed è comprensibile che destino preoccupazione. Tenere i nostri figli lontani da Internet non li aiuterà tuttavia a familiarizzare con le logiche della società nella quale si troveranno a vivere.
[potete leggere questo articolo anche a pag. 12 de “Il Corriere Adriatico” di Mercoledì 4 Febbraio. Il prossimo appuntamento con “Realtà digitali” è per Mercoledì 18 Febbraio]
[Photo originally uploaded on October 23, 2005 by Goldemberg Fonseca ]
Quando gli storici del futuro studieranno l’Italia, non avranno bisogno di sofisticate tecniche di analisi per accorgersi che nel corso del 2008 qualcosa è cambiato. L’anno appena concluso verrà infatti ricordato come quello della svolta. L’anno nel quale un sito Internet dove i contenuti sono creati dagli stessi utenti che lo frequentano superò per traffico i siti dei giornali online più famosi. Se nella storia dei media il 2008 sarà ricordato come l’anno di Facebook, saranno solo gli anni a venire che potranno dirci quale sarà l’impatto sulla nostra società della diffusione di strumenti che consentono di mantenere e rendere visibili le proprie relazioni sociali come mai prima d’ora era stato possibile fare.
Certo i siti di social network e Facebook in particolare, minano alla radice le più frequenti critiche avanzate dai detrattori della rete. Gli scettici ci hanno messo in guardia dall’isolamento ed invece siamo tutti più connessi. Hanno consigliato di non cedere al fascino delle identità fittizie e tutti usano un sistema che richiede di entrare con il proprio nome e cognome. Come avvenuto con il telefono, i rapporti mantenuti attraverso Internet non stanno sostituendo gli incontri di persona ed al contrario si affiancano e si intrecciano con essi. Gli studi più recenti mostrano che i siti di social network sono usati per mantenere i rapporti sociali in essere più che per crearne di nuovi. Ciò nonostante molti genitori si preoccupano per il tempo che i figli dedicano a questi siti ed i media dedicano grande attenzione ai casi di devianza rinforzando ulteriormente questi timori.
Non che in questi spazi non avvengano comportamenti riprovevoli o che essi siano sicuri per definizione. Come in tutti gli spazi pubblici si possono incontrare malintenzionati, fare esperienze dolorose ed ascoltare opinioni lontane dal politically correct. Sono sicuro che se registrassimo le conversazioni degli anziani che giocano a carte in un bar, ne trarremmo di che preoccuparci per il futuro di quella generazione e della società in generale. La differenza è che le conversazioni nei siti di social network sono costantemente esposte al pubblico. Un pubblico diverso da quello passivo tipico dei media di massa. Un pubblico connesso che commenta, diffonde, remixa e crea i suoi stessi contenuti. Un pubblico che definisce uno spazio dove le conversazioni “da bar” assumono la permanenza propria della forma scritta, la replicabilità del copia/incolla, la ricercabilità cui ci ha abituato Google e possono raggiungere un numero di destinatari che prima del web avrebbero comportato costi che in pochi potevano permettersi.
Le opportunità di cambiamento che abbiamo di fronte sono dunque straordinarie ed è comprensibile che destino preoccupazione. Tenere i nostri figli lontani da Internet non li aiuterà tuttavia a familiarizzare con le logiche della società nella quale si troveranno a vivere.
[potete leggere questo articolo anche a pag. 12 de “Il Corriere Adriatico” di Mercoledì 4 Febbraio. Il prossimo appuntamento con “Realtà digitali” è per Mercoledì 18 Febbraio]
[Photo originally uploaded on October 23, 2005 by Goldemberg Fonseca ]
Quando gli storici del futuro studieranno l’Italia, non avranno bisogno di sofisticate tecniche di analisi per accorgersi che nel corso del 2008 qualcosa è cambiato. L’anno appena concluso verrà infatti ricordato come quello della svolta. L’anno nel quale un sito Internet dove i contenuti sono creati dagli stessi utenti che lo frequentano superò per traffico i siti dei giornali online più famosi. Se nella storia dei media il 2008 sarà ricordato come l’anno di Facebook, saranno solo gli anni a venire che potranno dirci quale sarà l’impatto sulla nostra società della diffusione di strumenti che consentono di mantenere e rendere visibili le proprie relazioni sociali come mai prima d’ora era stato possibile fare.
Certo i siti di social network e Facebook in particolare, minano alla radice le più frequenti critiche avanzate dai detrattori della rete. Gli scettici ci hanno messo in guardia dall’isolamento ed invece siamo tutti più connessi. Hanno consigliato di non cedere al fascino delle identità fittizie e tutti usano un sistema che richiede di entrare con il proprio nome e cognome. Come avvenuto con il telefono, i rapporti mantenuti attraverso Internet non stanno sostituendo gli incontri di persona ed al contrario si affiancano e si intrecciano con essi. Gli studi più recenti mostrano che i siti di social network sono usati per mantenere i rapporti sociali in essere più che per crearne di nuovi. Ciò nonostante molti genitori si preoccupano per il tempo che i figli dedicano a questi siti ed i media dedicano grande attenzione ai casi di devianza rinforzando ulteriormente questi timori.
Non che in questi spazi non avvengano comportamenti riprovevoli o che essi siano sicuri per definizione. Come in tutti gli spazi pubblici si possono incontrare malintenzionati, fare esperienze dolorose ed ascoltare opinioni lontane dal politically correct. Sono sicuro che se registrassimo le conversazioni degli anziani che giocano a carte in un bar, ne trarremmo di che preoccuparci per il futuro di quella generazione e della società in generale. La differenza è che le conversazioni nei siti di social network sono costantemente esposte al pubblico. Un pubblico diverso da quello passivo tipico dei media di massa. Un pubblico connesso che commenta, diffonde, remixa e crea i suoi stessi contenuti. Un pubblico che definisce uno spazio dove le conversazioni “da bar” assumono la permanenza propria della forma scritta, la replicabilità del copia/incolla, la ricercabilità cui ci ha abituato Google e possono raggiungere un numero di destinatari che prima del web avrebbero comportato costi che in pochi potevano permettersi.
Le opportunità di cambiamento che abbiamo di fronte sono dunque straordinarie ed è comprensibile che destino preoccupazione. Tenere i nostri figli lontani da Internet non li aiuterà tuttavia a familiarizzare con le logiche della società nella quale si troveranno a vivere.
[potete leggere questo articolo anche a pag. 12 de “Il Corriere Adriatico” di Mercoledì 4 Febbraio. Il prossimo appuntamento con “Realtà digitali” è per Mercoledì 18 Febbraio]
[Photo originally uploaded on October 23, 2005 by Goldemberg Fonseca ]