Sull'indifferenza della differenza

  1. Prendere una teoria che descrive come funzionano i sistemi sociali in quanto reti di comunicazioni emergenti rispetto agli individui;
  2. Usarla per leggere un fenomeno sociale;
  3. Aggiungerci un pizzico di marxismo sostituendo alla parola società, quella sistema capitalistico;
  4. Rileggere il fenomeno;
  5. Rimettere la parola società dove avevate messo sistema capitalistico;
  6. Complimenti avete ottenuto un esempio di come il sistema sociale (alias sistema capitalistico) sfrutti gli individui per riprodursi.

Peccato che il ragionamento nasconda un errore.

Una teoria che descrive i sistemi sociali, per definizione, non è in grado di descrivere gli individui. Se lo fa offre il punto di vista dei sistemi sociali (network di comunicazioni interconnesse) sugli individui. Per definizione gli individui sono, dal punto di vista dei sistemi sociali, poco più che fornitori di contenuti da processare allo scopo di sopravvivere. Dunque i sistemi sociali non si interessano di cosa venga processato ma del processo in sè.

Ora uno può decidere che questa teoria non va bene e che in realtà si tratta di una aberrazione oppure decidere di accettarla con le conseguenze che comporta.

Se sceglie la seconda strada deve essere consapevole che come ogni teoria, anche questa mostra un lato della realtà, quello che per definizione può mostrare.

Una delle cose che questa teoria non può mostrare è la differenza della differenze. Ovvero per definizione i sistemi sociali non hanno preferenze (e come potrebbero averle essendo delle semplici reti di comunicazioni interconnesse) in relazione ai contenuti che devono essere processati o agli individui che forniscono questi contenuti.

In questo senso affermare che “il sistema si disinteressa della qualità dei contenuti” equivale a descrivere una semplice tautologia: A = A.

Ora questa semplice constatazione assume un carattere diverso se, ad un certo punto, decidiamo di leggere in chiave marxista i risultati che otteniamo dal nostro osservare usando la teoria dei sistemi sociali: “il sistema (capitalistico) si auto-riproduce basandosi sullo sfruttamento degli individui”

Il problema è che non sono affatto convinto che questo si possa fare senza violare le regole che si è deciso di accettare quando si è accettato di usare la teoria e le sue conseguenze.

In altri termini, la realtà filtrata dalla teoria dei sistemi sociali alla quale si applica una lettura di stampo marxista è stata ottenuta usando uno strumento che per definizione concentra la sua attenzione sulla riproduzione delle reti di comunicazione e non sugli individui (per i quali li contenuto non è affatto indifferente).

Ovviamente anche una violazione delle regole è consentita a patto di accettare il fatto che così facendo si sta commettendo, nei termini della teoria di riferimento che si è liberamente deciso di scegliere, un errore.

Mi chiedo dunque fino a che punto sia profiquo leggere una tautologia come una differenza. Certo ci può aiutare ad ottenere continue conferme della nostra visione del mondo e forse a creare certezze anche in chi ci circonda, ma personalmente non è questo che cerco.

Spero con questo di aver chiarito i miei dubbi su quella che ho definito impostazione ideologica del post di Giulia (ma in realtà anche di molte cose che leggo sul blog di Roberta).

Ammettiamolo, il principe di Casador si era sbagliato 😉

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