Alcuni appunti su media e generazioni

Come immaginavo il primo appuntamento organizzato nell’ambito del programma di ricerca nazionale su Media e Generazioni nella società italiana è stato un’esperienza formativa e piacevole al tempo stesso.

La ricerca sta prendendo forma e sarà raccontata passo dopo passo in un blog gestito gestito collaborativamente dalle 5 unità di ricerca (Milano Cattolica, Bergamo, Roma “La Sapienza”, Trento e Urbino).

Dal punto di vista dei contenuti è stato particolarmente interessante il seminario Generations. A new research agenda in sociology of culture non tanto o non solo per il contributo dell’invitata principale (June Edmunds del Development Studies Committee di Cambridge UK) quanto per quello degli altri partecipanti (Alessandro Cavalli, Pierpaolo Donati e Fausto Colombo).

In particolare è emerso chiaramente che la definizione di generazioni che si è affermata nella tradiziona sociologica sulla scia di Karl Mannheim rappresenta un utile punto di partenza ma non certo una risposta alla necessità di definire cosa siano le generazioni (sopratutto se non si desidera basare il tutto sul semplice dato anagrafico). Osservare, come fa June Edmunds, le generazioni in relazione alle loro capacità di cambiamento politico/sociale coglie solo un lato della questione.

Una cosa è certa, il succedersi delle generazioni può essere individuato grazie alla rilevazione di discontinuità (differenze) e questo è opera di osservatore. Ovviamente queste differenze possono essere rilevate nei confronti dell’atteggiamento politico (generazioni attive/passive) come nel consumo dei media. Ma non è detto che queste generazioni diverse coincidano (anzi forse questo è altamente improbabile).

Nello specifico rispetto ai media la situazione è ancora più delicata. Intanto può esistere una discontinuità rispetto ai prodotti mediali ed una rispetto alle tecnologie. Anche queste non è detto che coincidano.

Sia rispetto ai contenuti che alle tecnologie la questione delle generazioni è particolarmente delicata. Infatti credo che entrambe retroagiscano sulle generazioni. Ovvero sono i media (o i contenuti mediali) che creano le generazioni o sono le generazioni (che producono certi contenuti mediali e certe tecnologie e non altre) che creano i media? Probabilmente è una circolarità da cui è impossibile uscire e che andrebbe forse posta per questo a fondamento di ogni discorso su media e generazioni.

Posto in questi termini diventa particolarmente interessante studiare i contenuti generati dagli utenti cercando lì le tracce di discontinuità possibili. Se le generazioni mediali esistono la comunicazione è il luogo dove andarle a cercare 🙂