Pietro mi fa notare in un commento al post precedente che il fenomeno di cui parlo non è affatto nuovo ed esiste dai tempi del primo episodio di Quake. Ineffetti la voce machinima su Wikipedia fa risalire il fenomeno ai primi anni ’90 e ne individua le radici addirittura nei demo un pò psichedelici con i quali la maggior parte dei pirati firmavano le loro performance durante i primi anni ’80.
A mio avviso, tuttavia, l’aspetto più interessante dell’articolo di Wired è riassunto in quel “for the masses”. Credo che in fondo sia solo un aspetto di una tendenza più generalizzata al creare/pubblicare. Fino a qualche anno fa le masse potevano solo fruire di questi contenuti. Oggi, grazie ad una serie di tecnologie largamente disponibili per la produzione e la distribuzione dei contenuti, una fascia crescente della popolazione può provare le sensazione di partecipare ad una comunicazione di massa dal punto di vista dell’emittente e non del destinatario.
La comunicazione di massa non è più “read only”.
Questo processo, il “Farsi Media”, avrà un impatto di cui è difficile comprendere oggi le dimensioni ma che, a mio modo di vedere, può essere assimilato ad altri passaggi epocali caratterizzati dall’accesso di massa a certe tecnologie della comunicazione (vedi la diffusione della stampa di cui ancora oggi fatichiamo a comprendere le reali conseguenza sulla struttura della nostra società).
Ovviamente il fenomeno dei machinima (e dei bellissimi fumetti realizzati con il motore di Half Life che segnala Pietro) si presta a molti altri livelli di analisi fra cui quello estetico sul quale, per la verità, non so molto.