Caratteristiche delle conversazioni online

  1. Persistenza (Persistence);
  2. Cercabilità (Serchability);
  3. Replicabilità (Replicability);
  4. Pubblico sconosciuto (Invisible Audiences).

Fondamentale.

Le descrive brevissimamente Danah Boyd rispondendo ad una domanda nel corso del panel sulle Fan Cultures (coordinato da Henry Jenkins) tenutosi il 18 Novembre al Media Lab dell’MIT nell’ambito del convegno Futures of entertainment.

Se avete un paio d’ore di tempo (io l’ho sentito in macchina durante un viaggio) ascoltate  (o guardate) la registrazione (audio | video) disponibile sul sito.

Veramente molto interessante.

P.S. Stando a quanto detto nel panel e visto la frequenza con cui la cito devo essere un fan di Danah Boyd.

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Chi comanda nei mondi virtuali?

Interessante la cronaca di CNET dell’ormai tradizionale convegno State of Play/Terra Nova Symposium organizzato dalla New York Law School.

Fra i temi trattati durante l’evento:

  • la tassabilità dei guadagni ottenuti in questi mondi virtuali;
  • come e se i gestori possono evitare le frodi fra giocatori;
  • l’acquisto e la vendita di oggetti e denaro del mondo virtuale in cambio di soldi reali;
  • la distinzione fra governance interna (giocatori<->gestore) ed esterna (il fatto che i mondi virtuali sono soggetti alle leggi dello stato);
  • la risposta alla governance di questi ambienti potrebbe essere trovata guardando a come le leggi dello stato governano lo sport e come esso si autogoverni;
  • il fatto che spesso i gestori non intendono introdurre tecniche di governance più restrittive perchè temono l’impatto che ciò potrebbe avere sul gioco;
  • e che dunque i giocatori se desiderano una forme di governance reale dovranno auto-regolarsi.

“The rules players develop do stop each other from bad acts,” said Fairfield, “and that’s all the governance we probably need.”

Votare senza carta è sicuro?

Mentre il DVD di Deaglio mi ha deluso (se non lo avete ancora comprato fatevelo prestare o scaricatelo da Internet), la polemica sul voto elettronico in US, dove il National Institute of Standard and Technology (NIST) ha pubblicato ieri – come riporta CNET – una bozza di report che evidenzia perchè il voto elettronico senza carta (che è cosa diversa dall’esperienza italiana) non sia affatto sicuro, rimane alta ed  affrontata in modo decisamente molto più sensato che in Italia.

Word of mouth

Ieri a pranzo ho appreso da fonti certe che la Ferrari ha un analista che occupa gran parte del suo tempo (o comunque una quota crescente del suo tempo) a monitorare quello che si dice dei prodotti presenti e futuri della casa di Maranello sul web.

Il relatore perfetto per la issue aziende/consumatori a conversazioni dal basso?

Vediamo se è in ascolto…

Paper sul corporate blogging

Interessante articolo che usa Microsoft come caso di studi sui blog aziendali. 

Efimova, L. & Grudin, J. (2007). Crossing boundaries: A case study of employee blogging. Proceedings of the Fortieth Hawaii International Conference on System Sciences (HICSS-40). Los Alamitos: IEEE Press.

Source: Paper on the Microsoft study is online
Originally published on Thu, 23 Nov 2006 12:55:44 GMT by mathemagenic@gmail.com

Il tunnel

Ieri all’UWIC lab ho imparato 8 cose sui tunnel:

  1. Il tunnel congiunge due luoghi a volte molto diversi fra loro;
  2. Alle volte il tunnel è buio;
  3. Certe volte non è possibile vedere subito l’uscita;
  4. Scavare il tunnel può essere faticoso;
  5. Scavare il tunnel non offre le stesse soddisfazioni immediate che può darti raggiungere l’altro luogo ma è un processo di scoperta continuo molto affascinante;
  6. Tutti gli scavatori hanno una prospettiva limitata. Possono vedere quello che possono vedere, non possono vedere quello che non possono vedere e non sanno che non possono vedere quello che non possono vedere;
  7. Una volta scavato un tunnel è talmente facile raggiungere i due luoghi che nessuno ne scaverà un altro;
  8. Per questo il tunnel (anche quando privato e virtuale) è insieme libertà e controllo.

Segno dei tempi

La settimana scorsa bussano alla mia porta due vicini di casa. Sono rappresentanti di un gruppo di quattro studenti che abitano al piano terra, hanno frequentato il corso di laurea in Comunicazione Pubblicitaria ed adesso fanno la specialistica all’ISIA di Urbino. Hanno individuato la mia rete wireless e sono venuti a chiedermi se potevano agganciarvisi per condividere la connessione a Internet. Si sono anche offerti di dividere le spese della mia adsl flat con NGI.

Ovviamente gli ho detto che potevano usare tranquillamente la connessione senza dovermi nulla e gli ho passato la mia wpa-key.

Nel frattempo mi sono sorti dei dubbi…

Le mie pur brevi permanenze presso l’UWiC Lab mi hanno instillato un senso di profonda insicurezza verso la condivisione delle reti wireless. In particolare mi inquieta l’idea di essere responsabile per quello che fanno su Internet tutti quelli che usano la mia rete wireless e dunque la mia connessione.

Stretto fra questi angosciosi pensieri e la mia naturale propensione alla condivisione di un bene che comunque io non uso e non sfrutto al 100% ho deciso di ordinare un “La Fonera” e di entrare a far parte della comunità FON. In pratica la logica di FON è quella della condivsione da pari a pari per cui se condividi la tua connessione a Internet potrai fruire di tutte le connessioni a Internet FON che trovi in giro ovunque vai.

Un paio di giorni fa mi è arrivato questo piccolo router wifi bianco e grigio (acquistato al presso politico di € 5 + spese di spedizione). L’installazione è banalissima e crea due reti wireless separate una per l’uso interno (protetta con WPA) ed una per la condivisione.

Sto ancora scoprendo le funzionalità avanzate ma intanto guardatevi a questo sito la mappa dei punti FON nel mondo per farvi un’idea dell’estensione, anche in Italia, di questa community.

Sono curioso di capire come FON potrà interagire con UWiC…

Controllo della mancanza di controllo

Non è che capiti spessissimo ma insegnare, alle volte, può dare soddisfazioni.

Update. Mi accorgo ora che anche Federico, che insegna anche lui come GBA a Scienze della Comunicazione Pubblicitaria a  Pesaro ha ricevuto e pubblicato sul suo blog un messaggio simile a quello che avevo linkato su i media-mondo.

Complimenti dunque ai ragazzi ma anche un pò a tutti questi prof che da alcuni anni lavorano piuttosto intensamente sul fenomeno dei blog.