Segno dei tempi

La settimana scorsa bussano alla mia porta due vicini di casa. Sono rappresentanti di un gruppo di quattro studenti che abitano al piano terra, hanno frequentato il corso di laurea in Comunicazione Pubblicitaria ed adesso fanno la specialistica all’ISIA di Urbino. Hanno individuato la mia rete wireless e sono venuti a chiedermi se potevano agganciarvisi per condividere la connessione a Internet. Si sono anche offerti di dividere le spese della mia adsl flat con NGI.

Ovviamente gli ho detto che potevano usare tranquillamente la connessione senza dovermi nulla e gli ho passato la mia wpa-key.

Nel frattempo mi sono sorti dei dubbi…

Le mie pur brevi permanenze presso l’UWiC Lab mi hanno instillato un senso di profonda insicurezza verso la condivisione delle reti wireless. In particolare mi inquieta l’idea di essere responsabile per quello che fanno su Internet tutti quelli che usano la mia rete wireless e dunque la mia connessione.

Stretto fra questi angosciosi pensieri e la mia naturale propensione alla condivisione di un bene che comunque io non uso e non sfrutto al 100% ho deciso di ordinare un “La Fonera” e di entrare a far parte della comunità FON. In pratica la logica di FON è quella della condivsione da pari a pari per cui se condividi la tua connessione a Internet potrai fruire di tutte le connessioni a Internet FON che trovi in giro ovunque vai.

Un paio di giorni fa mi è arrivato questo piccolo router wifi bianco e grigio (acquistato al presso politico di € 5 + spese di spedizione). L’installazione è banalissima e crea due reti wireless separate una per l’uso interno (protetta con WPA) ed una per la condivisione.

Sto ancora scoprendo le funzionalità avanzate ma intanto guardatevi a questo sito la mappa dei punti FON nel mondo per farvi un’idea dell’estensione, anche in Italia, di questa community.

Sono curioso di capire come FON potrà interagire con UWiC…

Wireless Lan per l'e-health

Recentemente abbiamo intervistato due medici che nelle scorse settimane hanno usato un tablet pc con connessione wireless per visualizzare le radiografie nel reparto di ortopedia dell’ospedale di Urbino. Si tratta di una delle fasi conclusive di un progetto di ricerca LaRiCA inziato un anno e mezzo fa e volto a studiare l’impatto delle reti senza filo sull’organizzazione e sulla comunicazione in un reparto ospedaliero.

In questo anno e mezzo abbiamo imparato molte cose. Di queste si parla diffusamente nel report di ricerca del progetto e, in un prossimo futuro, in una pubblicazione che stiamo curando con i miei colleghi. Molte altre cose invece le avevo già imparate curando altri progetti che riguardavano l’informatizzazione di organizzazioni esistenti.

Usare i computer e le reti al posto di carta e penna non può avvenire senza modificare in profondità le logiche organizzative di base. La maggior parte delle resistenze in questi casi viene dal non voler abbandonare posizioni di vantaggio quotidiano guadagnate nel tempo presso l’organizzazione. Le ICT con il loro criterio di autenticazione/autorizzazione supportano alla perfezione un modello organizzativo teoricamente perfetto dove ogni individuo ha compiti precisi e responsabilità connesse. Ma le realtà organizzative che ho visto io con i miei occhi non rispettano quasi mai questi criteri minimi di buona efficenza.

Quando si opera all’interno di organizzazioni come queste capita di vedere nascere al cospetto delle tecnologie della comunicazione una forma di straordinaria creatività volta a mantenere, nonostante e contro le tecnologie stesse, i requisiti di inefficenza pre-esistenti. Si cerca di piegare le soluzioni informatizzate in forme per le quali non sono state pensate e spesso, grazie all’innata superiorità dell’uomo sulla macchina, vi si riesce. Si va dal post-it giallo con la password attaccata sul monitor alla condivisione di uno stesso account per tutto un gruppo di lavoro, dallo scambiarsi nome utente e password personali al lasciare il computer loggato nel proprio profilo utente. Queste tattiche di resistenza andrebbero veramente studiate in profondità. Purtroppo questa straordinaria capacità di adattamento genera l’antipatico effetto collaterale di cancellare spesso tutti o quasi tutti i vantaggi che l’uso della tecnologia stessa avrebbe potuto comportare.

La soluzione tecnologica che abbiamo adottato è particolarmente semplice dal punto di vista tecnologico e sfrutta il fatto che in reparto era già in uso da tempo un servizio di radiografie via web server. Con il tablet pc ed il wifi in reparto è possibile portarsi le radiografie in giro (come si faceva un tempo con le lastre stampate), mostrarle al paziente durante il giro visita, zoommare e prendere appunti, usarle in sala operatoria e sala gessi.

In questo video (montato quasi per gioco e senza alcuna pretesa), le cui riprese sono state girate poco prima delle interviste che non posso invece per ovvie ragioni di rispetto della privacy condividere qui, è possibile farsi un’idea del funzionamento della cosa:

Inside UWIC Lab

Interessante chiacchierata con i ragazzi dell’Urbino wireless campus lab (c’erano Alessandro, Nicola e un’altro ragazzo sveglio che sembra un pò un hacker e di cui purtroppo non ricordo il nome). La mia prima impressione, che risale alla presentazione ufficiale del progetto, è confermata.

Stiamo sviluppando, insieme con uno studente di scienze della comunicazione che farà di questa esperienza il suo progetto di tesi, un’idea che richiede un mix di competenze di informatica e comunicazione. Dovrebbe vedere la luce fra un paio di settimane.

Il brainstorming di oggi è stato affascinante ed è andato dai blog alle modalità di controllo delle immense possibiltà che una rete come uwic offre, dai siti di social networking alla Friendster, MySpace, Facebook e Linkedin al peer to peer, dalle interazioni fra la rete uwic e Internet a RSS.

Nei prossimi giorni racconterò maggiori dettagli ma non prima di averne parlato in anteprima con i miei amici il prossimo fine settimana nelle Langhe

Technorati:

Copyright Licence Infingement

In uno straordinario e paradossale capovolgimento delle parti di quelli che solo le nuove tecnologie fanno affiorare, i creatori della licenza creative common accusano Microsoft di violare con il nuovo lettore multimediale Zune (un concorrente del noto IPod di Apple) la loro licenza.

Zune a differenza di IPod è dotato di connessione wireless ed una delle caratteristiche più interessanti di questo dispositivo è la possibilità di condividere i brani della propria collezione con altri dispositivi Zune nei paraggi.

Peccato che per la condivisione di questi brani viene utilizzato il così detto Digital Right Management (in pratica la canzone condivisa può essere riascoltata tre volte o per tre giorni dalla ricezione) che viene applicato tanto ai brani musicali coperti dalle tradizionali licenze sul copyright quanto ai brani esplicitamente contrassegnati da una licenza di tipo creative commons.

Dunque un autore di un brano distribuito sotto licenza creative commons potrebbe citare in giudizio Microsoft per violazione del copyright 😮

Presentazione UWIC

Stamattina sono stato alla presentazione del progetto Urbino Wireless Campus. Dopo le introduzioni di rito ho assistito alla demo dei servizi offerti.

In pratica la rete UWIC è disponibile gratuitamente e senza bisogno di autenticazione per tutti i dispositivi dotati di una scheda di rete wireless.

Una volta all’interno di UWIC gli utenti possono senza nessun costo aggiuntivo:

  • Visitare i mirror dei siti replicati dentro UWIC (per ora solo il sito dell’Università);
  • Fruire di un servizio di VOICE over IP interno e gratuito su protocollo SIP (ad ogni utente viene assegnato un numero di telefono dopo una procedura di registrazione molto semplice; per la cronaca il mio numero uwic è 00016);
  • Usare una chat riservata agli utenti interni a UWIC;
  • Accedere via VPN alle reti delle organizzazioni partner (as esempio l’Università di Urbino) e da lì ad Internet. Da quanto è stato detto l’accesso a Internet via VPN sarà gratuito tanto per gli per i docenti quanto per i dipendenti e gli studenti.

La demo è consitita in collegamenti voip e video-over-ip con studenti a Pesaro e nella piazza centrale di Urbino. La qualità mi è sembrata molto buona e tutto ha funzionato senza problemi (compreso la registrazione di un nuovo utente in tempo reale e l’uso dei servizi).

E’ stata inoltre dimostata la possibilità di accedere a Internet via VPN tramite la rete dell’Università che ha funzionato senza nessun problema.

A parte i dettagli tecnici la sensazione che mi ha lasciato la presentazione è quella di un progetto in fieri che ha tuttavia dietro un solido gruppo di giovani (studenti di informatica applicata, economia, ex-studenti) che collaborano a contratto o gratuitamente allo sviluppo della cosa con grande entusiasmo. Tutti avevano la maglietta nera con il logo UWIC (non bellissimo a mio avviso ma realizzato da uno studente dell’ISIA – Raffaele Flauto – e dotato di un preciso significato simbolico), compreso il responsabile del progetto Alessandro Bogliolo.

Durante la presentazione ho usato UWIC con il palmare per registrarmi al sito e leggere le informazioni di base .Nei prossimi giorni conto di fare una prova su strada dei servizi interni per verificare funzionalità e copertura.

School of the Future

Un titolo roboante per presentare l’omonima iniziativa frutto dell’accordo fra Microsoft ed il distretto scolastico di Philadelphia.

Il 7 settembre, a tre anni dall’inizio del progetto, ha infatti aperto i battenti questa nuova scuola progettata per essere innovativa tanto dal punto di vista dell’architettura e delle tecnologie utilizzate quanto da quello dei processi di apprendimento.

Cercando di andare oltre l’ovvia patina auto-promozionale dell’iniziativa ho trovato alcuni materiali veramente interessanti come questa presentazione (ppt 1714 kb) dell’iniziativa che illustra nel dettaglio il processo decisionale, le fasi del progetto, l’analisi costi benefici e molto altro.

In generale tutta l’iniziativa andrebbe osservata, al di là della sua specificità, come un buon esempio pratico di come implementare tecnologie in una realtà scolastica.

Ovviamente, dal punto di vista della ricerca, si tratta inoltre di una straordinaria opportunità per indagare l’impatto di un ambiente ad alta disponibilità tecnologica sui processi di apprendimento.

A volte sono pigro

Forse potrei inventarmi una scusa ma la verità è che, alla fine, di sentire la conferenza del ministro e fargli la domanda che avevo promesso non ne ho avuto voglia. Non so bene perchè ma è così e me ne scuso con quanti hanno suggerito sul blog ed in privato domande interessanti e pertinenti. Però su Wi-Max posso dire qualcosa. Ad Urbino, proprio per evitare questi problemi sulle frequenze utilizzate da questa tecnologia wireless, utilizzeranno uno standard alternativo europeo chiamato HyperLan.

Urbino città wireless

Da settembre Urbino avrà, secondo quanto previsto, una copertura wireless per tutto il centro storico. Non posso dare al momento dettagli ma, nell’ambito di questo progetto segnalo che sono stati banditi due posti per lo svolgimento di attività di tecnico informatico di supporto alle attività del Centro Servizi Informatici.
Credo che sia una esperienza potenzialemente molto interessante. Se avete i requisiti o conoscete qualcuno interessato passate parola.