UWiC Lab Blog

Ok forse è giunto il momento di svelare qualcosa in più sul progetto di collaborazione cui avevo accennato alcuni post fa.

vpn by matt

Il progetto Urbino Wireless Campus ha numerosi aspetti estremamente interessanti ma uno, visto il mio background, mi sta particolarmente a cuore. Penso infatti si tratti di una formidabile occasione per studiare l’impatto sociale di un accesso mobile alla rete Internet e di una forma di connettività diffusa e libera all’interno dello spazio wireless interno della rete UWiC. Si tratta del resto, nel mio percorso personale, di un logico sviluppo di quanto avevamo fatto con il No Paper Project nell’ormai lontano 2001.

Per questo ho intenzione di dedicare parte del mio tempo e delle mie energie a cercare e sviluppare opportunità di collaborazione fra la Facoltà di Sociologia ed il team che lavora all’implementazione del Wireless Campus.

Il primo passo in questa direzione ha la forma di un progetto di tesi sul MKTG via Blog (ideata da Giuseppe Tempestini, studente di Scienze della Comunicazione meglio noto come autore di Miraloswallabies) ispirato dalla lettura di Naked Conversations e l’aspetto di un blog.

Questo blog è dunque un diario pubblico che racconta lo sviluppo di un progetto che, ne sono convinto, cambierà in modo significativo la vita quotidiana di studenti, docenti e personale dell’Università e potrà essere, anche in futuro, un punto di riferimento per progetti analoghi che riguarderanno di certo altre città italiane (e forse di questi progetti parlerà anche). 

Ma in realtà c’è dell’altro…

Il racconto, come ogni blog che si rispetti, passa per la straordinaria quotidianità dell’UWiC Lab. Un’ambiente sociale con i suoi personaggi, il suo linguaggio e le sue regole che rappresenta al tempo stesso la fonte di ispirazione e l’orizzonte spaziale entro il quale l’osservatore/autore del blog, si muove con il fare un pò alieno dell’aspirante antropologo.

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Windows Vista In Mac OSX


VistaInMacOSX
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Ieri a casa di Luca (che ha un nuovo iMac core duo) abbiamo provato ad installare Windows Vista su una macchina virtuale (abbiamo usato Parallels).

Il risultato in termini di funzionalità dell’operazione e performance è molto buono.

Meno male così anche lui potrà entrare di tanto in tanto nello spazio Groove 2007 del Lab20 🙂


Nome in codice Lab20

Il fine settimana fra i vigneti della provincia di Cuneo è stato divertente ma non solo. 

Siamo riusciti a definire un’idea di massima per creare una forma di collaborazione fra i corsi di Milano Cattolica (Sociologia/Teoria e Tecnica della Comunicazioni di Massa), Urbino (Scienze della Comunicazione/Sociologia dei New Media e Laboratorio di Web 2.0) e Camerino (Informatica/Web 2.0) che affrontano da prospettive diverse il tema del Web 2.0. 

La collaborazione fra i corsi sarà finalizzata alla ideazione, definizione e sviluppo di un certo numero di progetti di ricerca che utilizzino i contenuti generati dagli utenti attraverso le diverse piattaforma di social software come fonte dati per la verifica di ipotesi. I modelli di massima che abbiamo in mente sono Eyes On Europe ed una ricerca di cui ci ha parlato e su cui sta lavorando Chiara sul concetto di nascita visto attraverso YouTube. L’ambizione a lungo termine è la creazione di una applicazione per i ricercatori delle scienze sociali che consenta di gestire, senza la necessità di competenze tecniche specifiche, progetti di ricerca che utilizzino le informazioni strutturate disponibili sul web come fonte privilegiata di analisi.

Anche se non ne abbiamo parlato esplicitamente durante il fine settimana mi sento di sottolineare che il progetto, indipendentemente dal nucleo centrale di corsi e persone coinvolte, intende mantenere uno spirito aperto e si espone a varie forme possibili di collaborazione sia da parte di docenti di altri corsi che si occupano a titolo diverso di Web 2.0, sia da parte di singoli.

L'altro Google

CNET riporta che Google avrebbe creato un sito completamente privo di brand (searchmash) per consentire ricerche nel suo archivio sperimentando al tempo stesso nuove funzionalità.

Le nuove features (molte delle quali basate su AJAX) sono semplici ma probabilmente utili:

  • Appena caricata la pagina il focus del cursore è direttamente nel box di ricerca;
  • Cliccando sull’url in verde si possono rivedere alcune opzioni o per definire meglio la ricerca;
  • Immagini correlate alla ricerca di lato;
  • Possibilità di riordinare i risultati con il drag and drop;
  • Link a fondo pagina per vedere gli altri risultati senza lasciare l’home page.

Dalle poche informazioni sembra che il sito verrà costantemente aggiornato con nuove features.

Per ora direi che, data la velocità delle ricerche, è diventato il mio motore di ricerca principale.

P.S. Il mio commento relativamente alla velocità si riferiva a prima che tutti lo scoprissero 🙂

Virtualizzazione Live

LivePC è una ingegnosa soluzione basata su VmWare Player. In pratica si scarica un client che consente l’accesso ad o più macchine virtuali remote residente sui server di Moka 5.

Il client può essere installato anche su una chiavetta usb o su un iPod e può dunque essere portato sempre con sè pronto ad essere eseguito da qualisasi computer con Windows XP SP2.

Mobile Clinical Assistant

In tema con uno degli ultimi post, questo annuncio di Intel che ha presentato all’Intel Developer Forum un device simile ad un Tablet PC specificamente pensato per l’uso medico.

Nella press release si descrive il prototipo come il frutto di

hospital workflow studies, nurse and physician interviews, and ethnographic research among nurses at El Camino Hospital in Mountain View, Calif.

Il device sarà prodotto Motion Computing. Prezzo e configurazioni saranno comunicate durante i primi mesi del 2007.

Wireless Lan per l'e-health

Recentemente abbiamo intervistato due medici che nelle scorse settimane hanno usato un tablet pc con connessione wireless per visualizzare le radiografie nel reparto di ortopedia dell’ospedale di Urbino. Si tratta di una delle fasi conclusive di un progetto di ricerca LaRiCA inziato un anno e mezzo fa e volto a studiare l’impatto delle reti senza filo sull’organizzazione e sulla comunicazione in un reparto ospedaliero.

In questo anno e mezzo abbiamo imparato molte cose. Di queste si parla diffusamente nel report di ricerca del progetto e, in un prossimo futuro, in una pubblicazione che stiamo curando con i miei colleghi. Molte altre cose invece le avevo già imparate curando altri progetti che riguardavano l’informatizzazione di organizzazioni esistenti.

Usare i computer e le reti al posto di carta e penna non può avvenire senza modificare in profondità le logiche organizzative di base. La maggior parte delle resistenze in questi casi viene dal non voler abbandonare posizioni di vantaggio quotidiano guadagnate nel tempo presso l’organizzazione. Le ICT con il loro criterio di autenticazione/autorizzazione supportano alla perfezione un modello organizzativo teoricamente perfetto dove ogni individuo ha compiti precisi e responsabilità connesse. Ma le realtà organizzative che ho visto io con i miei occhi non rispettano quasi mai questi criteri minimi di buona efficenza.

Quando si opera all’interno di organizzazioni come queste capita di vedere nascere al cospetto delle tecnologie della comunicazione una forma di straordinaria creatività volta a mantenere, nonostante e contro le tecnologie stesse, i requisiti di inefficenza pre-esistenti. Si cerca di piegare le soluzioni informatizzate in forme per le quali non sono state pensate e spesso, grazie all’innata superiorità dell’uomo sulla macchina, vi si riesce. Si va dal post-it giallo con la password attaccata sul monitor alla condivisione di uno stesso account per tutto un gruppo di lavoro, dallo scambiarsi nome utente e password personali al lasciare il computer loggato nel proprio profilo utente. Queste tattiche di resistenza andrebbero veramente studiate in profondità. Purtroppo questa straordinaria capacità di adattamento genera l’antipatico effetto collaterale di cancellare spesso tutti o quasi tutti i vantaggi che l’uso della tecnologia stessa avrebbe potuto comportare.

La soluzione tecnologica che abbiamo adottato è particolarmente semplice dal punto di vista tecnologico e sfrutta il fatto che in reparto era già in uso da tempo un servizio di radiografie via web server. Con il tablet pc ed il wifi in reparto è possibile portarsi le radiografie in giro (come si faceva un tempo con le lastre stampate), mostrarle al paziente durante il giro visita, zoommare e prendere appunti, usarle in sala operatoria e sala gessi.

In questo video (montato quasi per gioco e senza alcuna pretesa), le cui riprese sono state girate poco prima delle interviste che non posso invece per ovvie ragioni di rispetto della privacy condividere qui, è possibile farsi un’idea del funzionamento della cosa:

Inside UWIC Lab

Interessante chiacchierata con i ragazzi dell’Urbino wireless campus lab (c’erano Alessandro, Nicola e un’altro ragazzo sveglio che sembra un pò un hacker e di cui purtroppo non ricordo il nome). La mia prima impressione, che risale alla presentazione ufficiale del progetto, è confermata.

Stiamo sviluppando, insieme con uno studente di scienze della comunicazione che farà di questa esperienza il suo progetto di tesi, un’idea che richiede un mix di competenze di informatica e comunicazione. Dovrebbe vedere la luce fra un paio di settimane.

Il brainstorming di oggi è stato affascinante ed è andato dai blog alle modalità di controllo delle immense possibiltà che una rete come uwic offre, dai siti di social networking alla Friendster, MySpace, Facebook e Linkedin al peer to peer, dalle interazioni fra la rete uwic e Internet a RSS.

Nei prossimi giorni racconterò maggiori dettagli ma non prima di averne parlato in anteprima con i miei amici il prossimo fine settimana nelle Langhe

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