BlogLab 2008

BlogLab è un progetto semplice ed ambizioso al tempo stesso.
Semplice perchè si tratta, in pratica, di insegnare ad un gruppo di studenti a gestire in modo professionale un blog e garantire agli autori delle migliori idee un periodo di stage su progetti ad hoc di aziende del settore.
Ambisioso perchè è il frutto della collaborazione fra docenti universitari che provengono da background ed atenei diversi ed un manipolo di blogger esperti.
L’esperienza dello scorso anno ed i nomi degli organizzatori ed ideatori del progetto (Stefano Epifani/Facoltà di Scienze della Comunicazione della Sapienza e Antonio Sofi/Facoltà di Media e Giornalismo dell’Università di Firenze) sono, per chi frequenta il web, un’assoluta garanzia di serietà ed efficenza.
A queste motivazioni si aggiunge poi la presenza di colleghi che stimo: Andrea Toso (Università di Torino), Roberta Milano (Università di Genova / Campus di Savona) e Vittorio Pasteris (Università di Torino).
Partecipare è piuttosto semplice. Bisogna essere studenti di uniurb o di uno degli altri atenei segnalati sopra, compilare il modulo di presentazione progetti ed inviare il tutto a bloglabmail@gmail.com entro il 18 domenica 20 aprile 2008.
Ai progetti selezionati sarà assegnato un fellow (o tutor che dir si voglia) fra i blogger che si sono resi disponibili ed insieme cercheremo di curare al meglio e far crescere le loro idee.
Per contatti e collaborazioni o per aziende interessate a proporre stage: bloglabmail@gmail.com.
LINK: BlogLab sito ufficiale, Modulo di iscrizione a BlogLab 2008

Il Guru e la commodity

Bella lezione di Giuseppe Granieri nel corso di Sociologia dei New Media di GBA.

Tema: Second Life.

A cena la sera prima abbiamo parlato di unacademy e fra un bicchiere di rosso ed una grappa è venuta fuori l’idea di proporre 5 critiche a Second Life come spunto per la lezione.

Fra il gioco di ruolo e la realtà ho fatto i compiti e sono venuto fuori con questi 5 punti sul perchè Second Life per me non conta:

  1. Second Life altro non è che una chat con i pupazzi;
  2. Ogni avatar di Second Life consuma in media 1,752 kWh all’anno ovvero qualcosa di meno della media di un essere umano (2,436 kWh), più di un essere umano medio che vive in un paese in via di sviluppo (1,015 kWh) e circa lo stesso di un abitate del Brasile (1,884 kWh);
  3. I giovani usano i social networks e non Second Life;
  4. Second Life è una piattaforma proprietaria, un mondo con le sue regole e vincoli. Cosa ci garantisce che studiando le relazioni in quel mondo potremo estendere le nostre conoscenze in futuro ad altri mondi online?;
  5. Mondi Virtuali 3d? Esistono da anni, perchè Second Life dovrebbe essere meglio di ActiveWorlds?

Nel rispodondere Giuseppe ha spiegato in modo molto lucido perchè secondo lui Second Life conta e non poco.

Molte delle argomentazioni possono essere lette in questi due articoli:

Provando biecamente a risassumere potremmo dire che Second Life (e più in generale i mondi metaforici) rappresentano per lui una tecnologia in mano oggi agli early adopters un pò come i blog negli anni ’90.

image

Non è ancora chiaro cosa farne ma le potenzialità sono grandi ed arrivare prima significa aquisire in prospettiva vantaggi di posizione spendibili quando la tecnologia uscirà dalla nicchia per diventare d’uso comune. I mondi metaforici sono dei fogli bianchi sta a noi riempirli di idee per sperimentare,  comprenderli e dargli senso

Al contrario i blog, sempre seguendo l’argomentazione di Giuseppe, sono ormai diventati una commodity. La tarda maggioranza ormai ha capito cosa sono e a volte li usa.

Come a dire lì non c’è più niente da innovare nè da inventare.

E qui la mia prospettiva di ricercatore e quella di un guru dell’innovazione divergono.

Per me una tecnologia inizia a diventare interessante quando se ne possono studiare gli effetti sulla società. Blog e social networks diventano interessanti ora in Italia per la prima volta dal punto di vista della ricerca. Prima si poteva speculare e riflettere sulla domestication americana. Oggi si può studiare l’effetto dell’introduzione di questa tecnologia in Italia.

Il fatto che una tecnologia diventi commodity è infatti, dalla mia prospettiva di ricercatore, una condizione per iniziare a lavorarci sopra efficacemente.

Per questo al momento blog e social networks sono per me più importanti dei mondi metaforici Second Life Like.

Ma visto che questo blog si chiama nextmedia and society non voglio neanche sottrarmi a giocare anche io a fare il guru dell’innovazione.

[guru mode on]

Non credo affatto che non vi siano margini di innovazione sul Web.

Le applicazioni sociali supportate dalla semantica delle macchine (tipo Twine) mi sembrano ad esempio una prospettiva particolarmente interessante. La portabilità del grafo sociale e la possibilità di creare un proprio lifestream al di fuori dei walled gardens mi sembra un’altra prospettiva di particolare interesse. Infine la possibilità di collezionare ed esporre in un formato standard la distribuzione dell’attenzione che un utente dedica alla fruizione dei contenuti (APML) mi sembra una terza prospettiva di innovazione di potenziale interesse.

Certo anche i mondi metaforici hanno delle potenzialità. Di sicuro un accesso dal mondo metaforico a Internet potrebbe aprire degli spazi interessanti per costruire interfacce tridimensionali per servizi fruibili ora solo dal web.

[guru mode off]

In fondo non essere un guru è un gran vantaggio. Sono terrorizzato al solo pensiero di dover sopravvivere cercando di prevedere oggi quali tecnolgie saranno mainstream domani. Del resto se c’è una cosa che ho imparato dai miei studi è che i sistemi complessi sono estremamente difficili da prevedere.

Fortuna che faccio ricerca sociologica 🙂

Media, blog e agenda setting

Come spesso accade anche negli ultimi giorni si è parlato molto del rapporto fra blog e mezzi di comunicazione di massa.

Da qualche tempo osservo le conversazioni segnalate da BlogBabel.

Anche senza fare analisi raffinate, non è difficile constatare che molto spesso i blog indicizzati da BlogBabel partano da un tema lanciato dai mezzi di comunicazione di massa per le loro discussioni più partecipate.

I mezzi di comunicazione di massa (pur brutti e cattivi) dettano l’agenda.

Per questo mi sembra particolarmente interessante quando appaiono in rete progetti che possono sovvertire questo ordine costituito delle cose.

Per questo 10 domande mi piace molto!

Complimenti a Elastic, Nicola e Antonella e complimenti a IlSole24Ore per il sostegno all’iniziativa.

Technorati tags: , ,

How to search, store, export and analyze user generated content for social science

Ieri mattina a Trento con Giovanni e Luca abbiamo presentato alcuni risultati preliminari della ricerca media e generazioni.
In particolare il compito affidato in questa prima fase del progetto alla nostra unità era quello di analizzare le conversazioni online attivate a partire da un set di prodotti generazionali. Lo specifico focus era sulle generazioni X ed Y (i nati dai primi anni ’70 in poi).
I risultati sono stati interessanti e credo che alcuni estratti verranno pubblicati sul sito del progetto insieme ai progressi delle altre linea di ricerca desk sulle generazioni in letteratura e nello specifico del romanzo rosa.
Questo post è invece dedicato a raccontare più nel dettaglio di quanto abbiamo potuto fare ieri la metodologia usata dal punto di vista tecnico (vista anche la curiosità ed interesse suscitata nei colleghi presenti).
L’idea di analizzare le conversazioni online non è nuova per chi legge questo blog.
Per un inquadramento teorico complessivo della questione rimando ad un articolo che ho scritto qualche tempo fa mentre due esempi di progetti pilota realizzati con lo scopo di mettere alla prova l’approccio sono Eyes on Europe (paper, post) e Eyes on you: Pregnancy 2.0 (webcast, draft paper, post).
I progetti pilota ci hanno insegnato che (1) la metodologia aveva delle potenzialità e che (2) la quantità di dati disponibili impediva un qualsiasi ragionevole approccio non supportato dal computer al reperimento e all’analisi collaborativa di questi dati.
Abbiamo dunque deciso di impegnare risorse e tempo nello sviluppo di un’applicazione general purpose che supportasse il ricercatore nel reperimento guidato e nell’analisi collaborativa di questi dati.
Grazie alle competenze tecniche di Romeo e Alfredo questa applicazione è oggi una realtà.
wow20 wizardTecnicamente si tratta di una web application in grado di reperire, consumare, conservare, condividere ed esportare flussi informativi nel formato standard RSS verso le principali applicazioni esistenti per l’analisi del contenuto (al momento abbiamo testato il supporto di Nvivo 7 ma è ragionevole pensare che la stessa cosa possa funzionare con Atlas.ti).
All’atto dell’esportazione dei contenuti di un progetto (post di blog o forum di wow20 project listdiscussione che supportino rss, foto o video pubblicati sul web) la web application reperisce e restituisce le informazioni biografiche sull’autore del contenuto se disponibili su una delle numerose piattaforma di blog e condivisioni di contenuti audio/video supportate (usando tecniche di scraping ad hoc per ogni piattaforma).
Grazie a questa applicazione abbiamo potuto reperire a partire da un set di oltre 40 prodotti generazionali (film, serie tv, libri, videogiochi, musica, fumetti) e con query costruite ad hoc su ogni prodotto 3000 post.
wow20 project detail Di questi 3000 post 928 erano corredati dall’età dell’autore (dato essenziale per la ricerca sulle generazioni), oltre 1000 dal genere e molto spesso (non abbiamo calcolato questo dato esattamente perché privo di interesse nello specifico della ricerca) da una qualche forma (città o nazione) di indicazioni geografica di provenienza.
Questi dati strutturali insieme alla rilevanza degli stessi nei termini della ricerca dei contenuti reperiti rappresentano per la nostra unità di ricerca e per me in particolare una straordinaria conferma delle potenzialità dell’applicazione e della metodologia di ricerca (che solleva anche questioni estremamente interessanti di ordine metodologico ed etico).
Mi sarebbe piaciuto poter annunciare in questo post la disponibilità dell’applicazione per chiunque ne voglia fare uso ma ciò non è purtroppo possibile.
Non lo è per due ordini di ragioni.
1) La prima è che per il momento tutta l’attenzione nello sviluppo si è concentrata sulle funzionalità con conseguenze immaginabili sull’usabilità (oltre che sugli aspetti puramente estetici) dell’applicazione (che fra l’altro non ha neanche un nome definitivo);
2) La seconda è di performance. L’applicazione è infatti ospitata su una macchina virtuale che è ospitata dal server che ospita al tempo stesso la macchina virtuale di questo blog (lo sapevate già che la ricerca in Italia ha pochi fondi, no?). La fase di esportazione dei contenuti di un progetto è estremamente pesante in termini di carico di lavoro sulla macchina. La conseguenza è che se più di 3/4 utenti cercando di esportare contemporaneamente un progetto tendono a saturare le capacità di calcolo della macchina virtuale con le conseguenze che si possono immaginare.
Ovviamente stiamo lavorando per risolvere queste due questioni ma non siamo in grado di dire oggi quando ed anche se saremo in grado di poter rendere disponibile pubblicamente l’applicazione per i ricercatori che intendano farne uso.
Nel frattempo siamo però in grado di ospitare pilot isolati di ricercatori (in senso lato da laureandi, dottorandi, etc.) che ne facciano esplicitamente richiesta.
Se state progettando o realizzando una ricerca basata sull’analisi dei contenuti generati dagli utenti sul web potete contattarmi per concordare le modalità di accesso all’applicazione.
P.S. Anche le offerte di collaborazione sono ben accette. Dunque se l’idea dell’applicazione vi interessa ed avete risorse o competenze da mettere a disposizione per collaborare allo sviluppo del progetto siete i benvenuti.

Technorati tags: , , , ,

Recensione iRobot Roomba 530

Fra i regali portati da Babbo Natale ieri è arrivato anche un Roomba dell’iRobot.
Christmas Rooma Tree In particolare il modello 530 che contiene nella confezione oltre all’aspirapolvere stessa un muro virtuale (senza le necessarie batterie per il suo funzionamento) ed alcuni pezzi di ricambio.
Fino a questo momento l’oggetto è stato in grado di guadagnarsi il rispetto e persino la simpatia dei miei genitori. L’ultima aspirapolvere non era stata in grado di arrivare a tanto in anni di onorato servizio 🙂
L’utilizzo dell’oggetto è piuttosto semplice.
Praticamente c’è un bottoneRoomba 530 User Interface CLEAN dal quale si può attivare il ciclo di pulizia, metterlo in pausa o spegnere il Roomba (un pochino diverso dovrebbe essere il modello di 560 che ha in più le funzioni di scheduling).
La ricarica iniziale stando alle istruzioni sarebbe dovuta durare 16 ore ma in realtà dopo un paio d’ore la batteria risultava completamente carica.
Roomba si muove in una stanza iniziando con un movimento a spirale che inizia a modificarsi non appena viene incontrato il primo ostacolo e da quel momento diventa regolato da un algoritmo segreto che secondo quanto afferma iRobot massimizza le possibilità di copertura dell’intera area di una stanza.
Roomba in its dockLa durata del ciclo di pulizia è decisa autonomamente da Roomba ed una volta terminato si accende una spia che indica che l’aspirapolvere ha iniziato la ricerca della sua base per andare a ricaricarsi. Una volta individuata la base (che emette un raggio infrarossi di un metro di larghezza per tre di lunghezza) Roomba inizia le operazioni di parcheggio, si connette alla base ed inizia la ricarica.
Ogni 3/4 cicli di pulizia è necessario pulirlo e svuotare il cassettino. Operazioni piuttosto semplici ma che Roomba or UFOportebbero risultare noiose a lungo andare.
Pur avendo letto recensioni in genere positive devo ammettere che avevo qualche dubbio sull’effettiva capacità di questo apparecchio di assolvere alla sua funzione principale (no non quella di sostituire l’animale domestico).
In realtà il Roomba è un buon aspirapolvere automatico, ha dimostrato una sorprendente capacità di cavarsela in situazioni difficili (cavi), un’ottima versatilità nell’infilarsi negli angoli più reconditi delle stanza (sotto i mobili della cucina, letti e comodini – necessita di 11 cm minimo di altezza). Il tempo che dedica alla pulizia può essere sensibilmente più lungo rispetto a quello che potrebbe fare un essere umano ma visto che il tempo è il suo e non di un essere umano questo aspetto si ripercuote negativamente solo sul consumo totale di energia che credo sia tutto sommato in linea con aspirapolvere di analoga potenza.
In conclusione si tratta di un prodotto da consigliare.
Personalmente penso che lo comprerò per casa mia e, quando uscirà in Italia, lo affiancherò ad uno Scooba per il lavaggio dei pavimenti.


Fra i regali portati da Babbo Natale ieri è arrivato anche un Roomba dell’iRobot.

Christmas Rooma Tree In particolare il modello 530 che contiene nella confezione oltre all’aspirapolvere stessa un muro virtuale (senza le necessarie batterie per il suo funzionamento) ed alcuni pezzi di ricambio.

Fino a questo momento l’oggetto è stato in grado di guadagnarsi il rispetto e persino la simpatia dei miei genitori. L’ultima aspirapolvere non era stata in grado di arrivare a tanto in anni di onorato servizio 🙂

L’utilizzo dell’oggetto è piuttosto semplice.

Praticamente c’è un bottoneRoomba 530 User Interface CLEAN dal quale si può attivare il ciclo di pulizia, metterlo in pausa o spegnere il Roomba (un pochino diverso dovrebbe essere il modello di 560 che ha in più le funzioni di scheduling).

La ricarica iniziale stando alle istruzioni sarebbe dovuta durare 16 ore ma in realtà dopo un paio d’ore la batteria risultava completamente carica.

Roomba si muove in una stanza iniziando con un movimento a spirale che inizia a modificarsi non appena viene incontrato il primo ostacolo e da quel momento diventa regolato da un algoritmo segreto che secondo quanto afferma iRobot massimizza le possibilità di copertura dell’intera area di una stanza.

Roomba in its dockLa durata del ciclo di pulizia è decisa autonomamente da Roomba ed una volta terminato si accende una spia che indica che l’aspirapolvere ha iniziato la ricerca della sua base per andare a ricaricarsi. Una volta individuata la base (che emette un raggio infrarossi di un metro di larghezza per tre di lunghezza) Roomba inizia le operazioni di parcheggio, si connette alla base ed inizia la ricarica.

Ogni 3/4 cicli di pulizia è necessario pulirlo e svuotare il cassettino. Operazioni piuttosto semplici ma che Roomba or UFOportebbero risultare noiose a lungo andare.

Pur avendo letto recensioni in genere positive devo ammettere che avevo qualche dubbio sull’effettiva capacità di questo apparecchio di assolvere alla sua funzione principale (no non quella di sostituire l’animale domestico).

In realtà il Roomba è un buon aspirapolvere automatico, ha dimostrato una sorprendente capacità di cavarsela in situazioni difficili (cavi), un’ottima versatilità nell’infilarsi negli angoli più reconditi delle stanza (sotto i mobili della cucina, letti e comodini – necessita di 11 cm minimo di altezza). Il tempo che dedica alla pulizia può essere sensibilmente più lungo rispetto a quello che potrebbe fare un essere umano ma visto che il tempo è il suo e non di un essere umano questo aspetto si ripercuote negativamente solo sul consumo totale di energia che credo sia tutto sommato in linea con aspirapolvere di analoga potenza.

In conclusione si tratta di un prodotto da consigliare.

Personalmente penso che lo comprerò per casa mia e, quando uscirà in Italia, lo affiancherò ad uno Scooba per il lavaggio dei pavimenti.

Technorati tags: , ,

Fra i regali portati da Babbo Natale ieri è arrivato anche un Roomba dell’iRobot.

Christmas Rooma Tree In particolare il modello 530 che contiene nella confezione oltre all’aspirapolvere stessa un muro virtuale (senza le necessarie batterie per il suo funzionamento) ed alcuni pezzi di ricambio.

Fino a questo momento l’oggetto è stato in grado di guadagnarsi il rispetto e persino la simpatia dei miei genitori. L’ultima aspirapolvere non era stata in grado di arrivare a tanto in anni di onorato servizio 🙂

L’utilizzo dell’oggetto è piuttosto semplice.

Praticamente c’è un bottoneRoomba 530 User Interface CLEAN dal quale si può attivare il ciclo di pulizia, metterlo in pausa o spegnere il Roomba (un pochino diverso dovrebbe essere il modello di 560 che ha in più le funzioni di scheduling).

La ricarica iniziale stando alle istruzioni sarebbe dovuta durare 16 ore ma in realtà dopo un paio d’ore la batteria risultava completamente carica.

Roomba si muove in una stanza iniziando con un moviment
o a spirale che inizia a modificarsi non appena viene incontrato il primo ostacolo e da quel momento diventa regolato da un algoritmo segreto che secondo quanto afferma iRobot massimizza le possibilità di copertura dell’intera area di una stanza.

Roomba in its dockLa durata del ciclo di pulizia è decisa autonomamente da Roomba ed una volta terminato si accende una spia che indica che l’aspirapolvere ha iniziato la ricerca della sua base per andare a ricaricarsi. Una volta individuata la base (che emette un raggio infrarossi di un metro di larghezza per tre di lunghezza) Roomba inizia le operazioni di parcheggio, si connette alla base ed inizia la ricarica.

Ogni 3/4 cicli di pulizia è necessario pulirlo e svuotare il cassettino. Operazioni piuttosto semplici ma che Roomba or UFOportebbero risultare noiose a lungo andare.

Pur avendo letto recensioni in genere positive devo ammettere che avevo qualche dubbio sull’effettiva capacità di questo apparecchio di assolvere alla sua funzione principale (no non quella di sostituire l’animale domestico).

In realtà il Roomba è un buon aspirapolvere automatico, ha dimostrato una sorprendente capacità di cavarsela in situazioni difficili (cavi), un’ottima versatilità nell’infilarsi negli angoli più reconditi delle stanza (sotto i mobili della cucina, letti e comodini – necessita di 11 cm minimo di altezza). Il tempo che dedica alla pulizia può essere sensibilmente più lungo rispetto a quello che potrebbe fare un essere umano ma visto che il tempo è il suo e non di un essere umano questo aspetto si ripercuote negativamente solo sul consumo totale di energia che credo sia tutto sommato in linea con aspirapolvere di analoga potenza.

In conclusione si tratta di un prodotto da consigliare.

Personalmente penso che lo comprerò per casa mia e, quando uscirà in Italia, lo affiancherò ad uno Scooba per il lavaggio dei pavimenti.

Technorati tags: , ,

Nuovo sistema di commenti

Ieri dopo aver letto questo post di Scoble ho provato ad installare Disqus.
Si tratta in pratica di un nuovo sistema di commenti che consente lo svilupparsi di thread strutturati (come in un forum di discussione) nei commenti dei post.
Il sistema è in funzione nei post nuovi o in quelli che non avevano alcun commento. Negli altri post ho lasciato in piedi il vecchio sistema.
L’idea alla base di Disqus è piuttosto semplice (in pratica i commenti sono ospitati da un forum e mostrati selettivamente in calce ai post) ma alle volte le cose semplici possono anche funzionare.
Provatelo e fatemi sapere se funziona e se vi piace.

Technorati tags: ,

Il futuro della lettura?

Forse non diventarà mai un successo e si, è decisamente bruttino, però l’ebook reader di Amazon ha un modello di business che può funzionare. Jeff Bezos, fondatore e CEO di Amazon, è stato chiaro: “This isn’t a device, it’s a service”.
image
Kindle image via Engadget
Costerà 399$ (poco meno di 273€ al cambio attuale) ed ogni libro appena uscito costerà $9.99. Considerando il prezzo attuale dei libri si tratta di un risparmio significativo senza contare il vantaggio di avere il libro scaricato (attraverso la connessione wifi dell’oggetto) nel momento immediatamente successivo all’acquisto e non decine di giorni dopo come accade ora con le spedizioni postali da Amazon.com o uk.
Pesa 292 grammi circa, avrà un’autonomia di 30 ore di lettura per ogni ricarica e potrà contenere circa 200 libri.
Ovviamente tutto dipenderà dalla qualità della lettura che questo oggetto sarà in grado di garantire attraverso la tecnologia E Ink.
Non resta che aspettare qualche ora per leggere le prime recensioni.
UPDATE E’ in corso la conferenza stampa di lancio di Kindle e scopro con sorpresa che 9.99 non è il prezzo per qualsiasi libro ma solo per alcuni. Molti dei libri che mi interessano costano poco meno che nella versione cartacea. Potete controllare voi stessi.

Technorati tags: , , , ,

Sul concetto di pollo

Flickr sta per lanciare una nuova funzionalità chiamata Places (descrizione su O’Reilly Radar).

Places creerà una pagina relativa ad ogni luogo e consentirà quindi di interrogare in un modo del tutto innovativo l’enorme database di fotografie georeferenziate di Flickr (1,38 Miliardi di foto).

Detto così sembra una simpatica nuova funzionalità tecnica.

Guardate però questi due screenshot e Places aquisterà tutto un altro significato.

polli

Ecco invece un analogo esempio sul concetto di bello (usando il tag beautiful).

Prevendo una nuova release di Eyes on Europe appena Places sarà rilasciato.

A volte non succede niente…

altre volte accade tutto insieme:

  1. Nuova beta di Windows Live Writer (per postare nei blog da una applicazione windows);
  2. Rilasciata la nuova versione di FeedDemon che consente di lavorare in modalità offline (scaricando in locale feed ed immagini) e di condividere i propri post preferiti online creando un feed. Il mio è questo e dentro c’è un primo articolo che sono sicuro interesserà a Giulia;
  3. Ho registrato il dominio nextmediaandsociety.org (non ancora attivo) così al prossimo BarCamp non mi sentirò ripetere che sono quello che ha il blog con l’indirizzo complicatissimo 🙂 .
Technorati tags: ,