Wisdom of the few?

Interessante il commento di Granieri all’articolo È davvero collettiva l’intelligenza del web 2.0? di Nicola Bruno su Apogeonline.

Personalmente il fatto che ci sia una forte asimmetria fra chi contribuisce e chi fuisce dei contenuti sul web 2.0 non mi sorprende affatto e non mi preoccupa. 

Credo che il criterio egualitario importante risieda nel concedere a tutti la possibilità tanto di pubblicare quanto di fruire di contenuti. Il fatto che non tutti quelli che leggono, pubblicano è più che altro un sintomo della salute di questi sistemi. Cosa sarebbe Wikipedia se tutti gli utenti, anche quelli che nulla sanno di nessun argomento, inserissero delle informazioni?

In ogni caso è molto difficile fare discorsi generali su un fenomeno articolato poichè non è affatto la stessa cosa parlare della partecipazione in Digg o in Wikipedia.

Meglio una canna o World of Warcraft?

Una riflessione di un utente di World of Warcraft che paragona il gioco ad una sostanza in grado di dare assuefazione.Una riflessione di un utente di World of Warcraft che paragona il gioco ad una sostanza in grado di dare assuefazione.Una riflessione di un utente di World of Warcraft che paragona il gioco ad una sostanza in grado di dare assuefazione.

Ho ricevuto ieri questo messaggio in posta elettronica da un ragazzo che ha visto un mio vecchio post su wow. Mi pare che l’esperienza che raccontata in questo messaggio sia straordinariamente simile a quella che avevo segnalato qualche giorno fa ed abbia più di uno spunto interessante per comprendere la dinamica attraverso la quale questo videogame crea un vero e proprio senso di assuefazione che varrebbe la pena veramente studiare in modo approfondito.
Anche se è lungo lo riporto integralmente e senza modifiche (i refusi sono dovuti alla tastiera di un vecchio notebook) dopo aver chiesto e ricevuto il suo assenso.
Lascio dunuque la parola ad Aldo:
Sono Aldo, ho 21 anni, e ho giocato per un anno a WoW; stavo cercando un articolo del sole 24 ore in rete che appunto parlava di come un gioco può modificare il pensiero di una persona, articolo che non ho ankora trovato (…) che mi è stasto consigliato da una persona con la quale ho giokato per tutto l’anno scorso (il periodo in cui ho giokato a wow), e mi sn imbattuto nel tuo post.

Ho smesso di giokare da un mese o due, ma stò mantenendo i contatti con alcune persone con la quale ho giokato, e più e più volte mi sono reso conto di quanto questo gioco non è nato come uno strumento di divertimento, ma ben sì come sistema per intrappolare i giocatori al suo interno;

Ho smesso di giokare da un mese o due, ma stò mantenendo i contatti con alcune persone con la quale ho giokato, e più e più volte mi sono reso conto di quanto questo gioco non è nato come uno strumento di divertimento, ma ben sì come sistema per intrappolare i giocatori al suo interno; mi spiego meglio: WoW dà la possibilità ad ogni singolo player di creare il proprio alterego virtuale, cioè uno spekkio di noi stessi che interagisce con le altre persone in tempo reale, dando alle altre persone un immagine d noi stessi che il più delle volte è modificata dal gioco stesso, cioè quando io premevo il tasto “Login” non ero più Aldo, studente di informatica, ma ben si ero Ellystan, il prete nano, qualsiasi cosa che accadeva al difuori del monitor nn importava più, nel momento in cui si giocava importava solo quanto curavo e come mi comportavo cn gli altri player.
Insomma un gioco cm questo è la massima esposizione dalla fuga dalla realtà: buona parte delle persone che giokavo appunto a wow, sono persone che non sn riuscite a crearsi uno spazio che le aggrada nella vita reale, e và a ripiegare questa mancaza appunto creando un altro “io” in un mondo in cui tutto è più facile, e più bello, in cui si può tranquillamente fraternizzare con qualcuno, oppure si può tranquillamente uccidere qualcun altro.
Perchè penso che suddetto gioco sia un sistema senza via d fuga: perchè dopo che ho giokato per diverso tempo ho notato come i produttori della blizzard continuino a riciclare le loro vekkie idee in maniera costante e ripetitiva, a ciclo praticamente, hanno creato un ambiente in cui l’abilità del singolo giocatore è molto relativa, la cosa più importante di questo gioco, è la quantità di tempo che gli si può dedicare. Più tempo giochi, più sei forte, e più sei forte, più sei conosciuto. Quando questo gioco era uscito, i personaggi che erano vestiti bene erano tutti provenienti da MC, una istanza che necessitava di 40 persone, e la ricompensa di questa istanza era appunto il famoso “tier 1”, il primop set di oggetti viola che si divideva per le diverse classi dei personaggi, poi dopo è uscito il “tier 2”, stessa modalità di acquisizione: solita istanza da 40, oggetti sempre divisi per classi, solo che invece che farmare MC sta volta bisognava andare a BWL, un altra istanza, ora è uscito il tier3 e indovina un pò? bisogna sempre essere in 40, bisogna sempre andare in una istanza, e la frittata insomma è sempre la stessa. Il gioco si può dire che è in continua evoluzione, ma la logistica è sempre la stessa: cioè in un tot d tempo fare uscire sempre oggetti nuovi sempre più forti, tenendo conto del fatto che non è possibile passare dal tier1 al tier3 senza essersi fatti anke il 2…
Cambiando discorso: i tipi di relazioni che nascono sui net-game sono tutti +o- simili, sia su wow che su altri giochi, è bello conoscere sempre + persone, e wow dà la possibilità di conoscere ogni giorno tantissima gente, questo può considerarsi sia un pregio che un difetto di questo gioko: un pregio perchè io ho instaurato una bella amicizia cn una persona con la quale mi sento abbastanza spesso, nonostante le differenze abissali che ci sono tra di noi. Un difetto perchè avere a che fare con così tanta gente insieme tutti i giorni, dà l’illusione al player di avere una vita sociale soddisfacente, cioè dà come l’impressione di poter creare dei rapporti che si avvicinano molto a quelli che si creano nella vita reale. Solo che questa è appunto un illusione: io dopo diverso tempo che giocavo mi sono reso conto che i rapporti che avevo con i miei compagni di gilda erano a parte, ci imprestavamo i gold, ci facevamo confidenze, discutevamo di politica e molto altro, ma in maniera, come dire, distaccata quasi. Non potendo vedere in faccia una persona quando mi parla non potevo mai capire se tale persona mi mentiva o meno, e quindi non riuscivo mai a giudicarle a sufficenza per poter dire se erano delle persone che meritavano o meno la mia compagnia, o se io meritavo la loro. Loro mi potevano dire quello che volevano che io intanto non avrei mai potuto dirgli nulla.
Magari loro nella vita reale non erano nessuno, e davano vita alle loro fantasie parlandone con altre persone via microfono, appunto creando un immagine di loro che non era quella reale, ma era falsata, molto probabilmente più affascinante di quella vera.
Ho notato altre diverse cose nella politica di questo gioco: una di queste sono appunto la natura delle gilde, una persona da sola su wow nn può diventare nessuno, è la gilda che diventa famosa, non il singolo giocatore. Buona parte delle gilde ha una formazione gerarchica molto simile a quella delle società di calcio, di solito ci sono i capi (la società della squadra) i raid officer,soloro che guidano le 40 persone all’interno delle istanze (gli allenatori) e i player (i giocatori).
Se una sola delle tre parti non funziona anke le altre due vanno a rotoli, perchè il 70% del tempo giokato è appunto dedicato alla gilda e non più al singolo, si lavora insieme per un obbiettivo comune, e se l’obbiettivo viene raggiunto la soddisfazione la si moltiplica per tutte le persone che hanno partecipato.
Ho mantenuto diversi contatti con i miei ex-compagni di gilda e molte volte vado sul forum per vedere che cosa dicono e come si comportano. Vedendoli dall’esterno noto come il più delle volte le discussioni che nascono sono litigi, un pò per gli oggetti, un pò per il sistema dkp che nn è sempre funzionale, e su molte altre cose; e leggendo tante volte i loro flame (post in cui si arrabbiano in una maniera llucinante) vedo come buona parte delle persone scrive spesso:”eh dai ragazzi, è solo un gioko”, Vero, anzi verissimo, WoW è solo un gioko, ma anke monopoli è un gioko, scala 40 è un gioko, scacchi è un gioko, ma la differenza sostanziale tra wow e gli altri gioki, è che esso necessità di un numero di ore molto elevato, e necessita anke di costanza, portando cosi lo stesso gioko ad un livello di importanza più elevato, perchè personalmente se io spreko 8 ore della mia vita al giorno ad un gioko, e poi alla fine mi ritrovo cn nulla in mano, ammetto che la kosa mi fà proprio innervosire.
Chiudo dicendo che ho smesso di giokare perchè mi sono reso conto di aver quasi buttato nel cesso un anno della mia vita, e alla fine non c ho ricavato nulla, non voglio dire che giokare a wow sia pekkato, ma se voglio evadere dalla realtà perchè mi stà stretta, preferisco farmi una canna.

Technorati tags:

Ho ricevuto ieri questo messaggio in posta elettronica da un ragazzo che ha visto un mio vecchio post su wow. Mi pare che l’esperienza che raccontata in questo messaggio sia straordinariamente simile a quella che avevo segnalato qualche giorno fa ed abbia più di uno spunto interessante per comprendere la dinamica attraverso la quale questo videogame crea un vero e proprio senso di assuefazione che varrebbe la pena veramente studiare in modo approfondito.

Anche se è lungo lo riporto integralmente e senza modifiche (i refusi sono dovuti alla tastiera di un vecchio notebook) dopo aver chiesto e ricevuto il suo assenso.

Lascio dunuque la parola ad Aldo:

Sono Aldo, ho 21 anni, e ho giocato per un anno a WoW; stavo cercando un articolo del sole 24 ore in rete che appunto parlava di come un gioco può modificare il pensiero di una persona, articolo che non ho ankora trovato (…) che mi è stasto consigliato da una persona con la quale ho giokato per tutto l’anno scorso (il periodo in cui ho giokato a wow), e mi sn imbattuto nel tuo post.

Ho smesso di giokare da un mese o due, ma stò mantenendo i contatti con alcune persone con la quale ho giokato, e più e più volte mi sono reso conto di quanto questo gioco non è nato come uno strumento di divertimento, ma ben sì come sistema per intrappolare i giocatori al suo interno;

Ho smesso di giokare da un mese o due, ma stò mantenendo i contatti con alcune persone con la quale ho giokato, e più e più volte mi sono reso conto di quanto questo gioco non è nato come uno strumento di divertimento, ma ben sì come sistema per intrappolare i giocatori al suo interno; mi spiego meglio: WoW dà la possibilità ad ogni singolo player di creare il proprio alterego virtuale, cioè uno spekkio di noi stessi che interagisce con le altre persone in tempo reale, dando alle altre persone un immagine d noi stessi che il più delle volte è modificata dal gioco stesso, cioè quando io premevo il tasto “Login” non ero più Aldo, studente di informatica, ma ben si ero Ellystan, il prete nano, qualsiasi cosa che accadeva al difuori del monitor nn importava più, nel momento in cui si giocava importava solo quanto curavo e come mi comportavo cn gli altri player.

Insomma un gioco cm questo è la massima esposizione dalla fuga dalla realtà: buona parte delle persone che giokavo appunto a wow, sono persone che non sn riuscite a crearsi uno spazio che le aggrada nella vita reale, e và a ripiegare questa mancaza appunto creando un altro “io” in un mondo in cui tutto è più facile, e più bello, in cui si può tranquillamente fraternizzare con qualcuno, oppure si può tranquillamente uccidere qualcun altro.

Perchè penso che suddetto gioco sia un sistema senza via d fuga: perchè dopo che ho giokato per diverso tempo ho notato come i produttori della blizzard continuino a riciclare le loro vekkie idee in maniera costante e ripetitiva, a ciclo praticamente, hanno creato un ambiente in cui l’abilità del singolo giocatore è molto relativa, la cosa più importante di questo gioco, è la quantità di tempo che gli si può dedicare. Più tempo giochi, più sei forte, e più sei forte, più sei conosciuto. Quando questo gioco era uscito, i personaggi che erano vestiti bene erano tutti provenienti da MC, una istanza che necessitava di 40 persone, e la ricompensa di questa istanza era appunto il famoso “tier 1”, il primop set di oggetti viola che si divideva per le diverse classi dei personaggi, poi dopo è uscito il “tier 2”, stessa modalità di acquisizione: solita istanza da 40, oggetti sempre divisi per classi, solo che invece che farmare MC sta volta bisognava andare a BWL, un altra istanza, ora è uscito il tier3 e indovina un pò? bisogna sempre essere in 40, bisogna sempre andare in una istanza, e la frittata insomma è sempre la stessa. Il gioco si può dire che è in continua evoluzione, ma la logistica è sempre la stessa: cioè in un tot d tempo fare uscire sempre oggetti nuovi sempre più forti, tenendo conto del fatto che non è possibile passare dal tier1 al tier3 senza essersi fatti anke il 2…

Cambiando discorso: i tipi di relazioni che nascono sui net-game sono tutti +o- simili, sia su wow che su altri giochi, è bello conoscere sempre + persone, e wow dà la possibilità di conoscere ogni giorno tantissima gente, questo può considerarsi sia un pregio che un difetto di questo gioko: un pregio perchè io ho instaurato una bella amicizia cn una persona con la quale mi sento abbastanza spesso, nonostante le differenze abissali che ci sono tra di noi. Un difetto perchè avere a che fare con così tanta gente insieme tutti i giorni, dà l’illusione al player di avere una vita sociale soddisfacente, cioè dà come l’impressione di poter creare dei rapporti che si avvicinano molto a quelli che si creano nella vita reale. Solo che questa è appunto un illusione: io dopo diverso tempo che giocavo mi sono reso conto che i rapporti che avevo con i miei compagni di gilda erano a parte, ci imprestavamo i gold, ci facevamo confidenze, discutevamo di politica e molto altro, ma in maniera, come dire, distaccata quasi. Non potendo vedere in faccia una persona quando mi parla non potevo mai capire se tale persona mi mentiva o meno, e quindi non riuscivo mai a giudicarle a sufficenza per poter dire se erano delle persone che meritavano o meno la mia compagnia, o se io meritavo la loro. Loro mi potevano dire quello che volevano che io intanto non avrei mai potuto dirgli nulla.

Magari loro nella vita reale non erano nessuno, e davano vita alle loro fantasie parlandone con altre persone via microfono, appunto creando un immagine di loro che non era quella reale, ma era falsata, molto probabilmente più affascinante di quella vera.

Ho notato altre diverse cose nella politica di questo gioco: una di queste sono appunto la natura delle gilde, una persona da sola su wow nn può diventare nessuno, è la gilda che diventa famosa, non il singolo giocatore. Buona parte delle gilde ha una formazione gerarchica molto simile a quella delle società di calcio, di solito ci sono i capi (la società della squadra) i raid officer,soloro che guidano le 40 persone all’interno delle istanze (gli allenatori) e i player (i giocatori).

Se una sola delle tre parti non funziona anke le altre due vanno a rotoli, perchè il 70% del tempo giokato è appunto dedicato alla gilda e non più al singolo, si lavora insieme per un obbiettivo comune, e se l’obbiettivo viene raggiunto la soddisfazione la si moltiplica per tutte le persone che hanno partecipato.

Ho mantenuto diversi contatti con i miei ex-compagni di gilda e molte volte vado sul forum per vedere che cosa dicono e come si comportano. Vedendoli dall’esterno noto come il più delle volte le discussioni che nascono sono litigi, un pò per gli oggetti, un pò per il sistema dkp che nn è sempre funzionale, e su molte altre cose; e leggendo tante volte i loro flame (post in cui si arrabbiano in una maniera llucinante) vedo come buona parte delle persone scrive spesso:”eh dai ragazzi, è solo un gioko”, Vero, anzi verissimo, WoW è solo un gioko, ma anke monopoli è un gioko, scala 40 è un gioko, scacchi è un gioko, ma la differenza sostanziale tra wow e gli altri gioki, è che esso necessità di un numero di ore molto elevato, e necessita anke di costanza, portando cosi lo stesso gioko ad un livello di importanza più elevato, perchè personalmente se io spreko 8 ore della mia vita al giorno ad un gioko, e poi alla fine mi ritrovo cn nulla in mano, ammetto che la kosa mi fà proprio innervosire.

Chiudo dicendo che ho smesso di giokare perchè mi sono reso conto di aver quasi buttato nel cesso un anno della mia vita, e alla fine non c ho ricavato nulla, non voglio dire che giokare a wow sia pekkato, ma se voglio evadere dalla realtà perchè mi stà stretta, preferisco farmi una canna.

Technorati tags:

Ho ricevuto ieri questo messaggio in posta elettronica da un ragazzo che ha visto un mio vecchio post su wow. Mi pare che l’esperienza che raccontata in questo messaggio sia straordinariamente simile a quella che avevo segnalato qualche giorno fa ed abbia più di uno spunto interessante per comprendere la dinamica attraverso la quale questo videogame crea un vero e proprio senso di assuefazione che varrebbe la pena veramente studiare in modo approfondito.

Anche se è lungo lo riporto integralmente e senza modifiche (i refusi sono dovuti alla tastiera di un vecchio notebook) dopo aver chiesto e ricevuto il suo assenso.

Lascio dunuque la parola ad Aldo:

Sono Aldo, ho 21 anni, e ho giocato per un anno a WoW; stavo cercando un articolo del sole 24 ore in rete che appunto parlava di come un gioco può modificare il pensiero di una persona, articolo che non ho ankora trovato (…) che mi è stasto consigliato da una persona con la quale ho giokato per tutto l’anno scorso (il periodo in cui ho giokato a wow), e mi sn imbattuto nel tuo post.

Ho smesso di giokare da un mese o due, ma stò mantenendo i contatti con alcune persone con la quale ho giokato, e più e più volte mi sono reso conto di quanto questo gioco non è nato come uno strumento di divertimento, ma ben sì come sistema per intrappolare i giocatori al suo interno;

Ho smesso di giokare da un mese o due, ma stò mantenendo i contatti con alcune persone con la quale ho giokato, e più e più volte mi sono reso conto di quanto questo gioco non è nato come uno strumento di divertimento, ma ben sì come sistema per intrappolare i giocatori al suo interno; mi spiego meglio: WoW dà la possibilità ad ogni singolo player di creare il proprio alterego virtuale, cioè uno spekkio di noi stessi che interagisce con le altre persone in tempo reale, dando alle altre persone un immagine d noi stessi che il più delle volte è modificata dal gioco stesso, cioè quando io premevo il tasto “Login” non ero più Aldo, studente di informatica, ma ben si ero Ellystan, il prete nano, qualsiasi cosa che accadeva al difuori del monitor nn importava più, nel momento in cui si giocava importava solo quanto curavo e come mi comportavo cn gli altri player.

Insomma un gioco cm questo è la massima esposizione dalla fuga dalla realtà: buona parte delle persone che giokavo appunto a wow, sono persone che non sn riuscite a crearsi uno spazio che le aggrada nella vita reale, e và a ripiegare questa mancaza appunto creando un altro “io” in un mondo in cui tutto è più facile, e più bello, in cui si può tranquillamente fraternizzare con qualcuno, oppure si può tranquillamente uccidere qualcun altro.

Perchè penso che suddetto gioco sia un sistema senza via d fuga: perchè dopo che ho giokato per diverso tempo ho notato come i produttori della blizzard continuino a riciclare le loro vekkie idee in maniera costante e ripetitiva, a ciclo praticamente, hanno creato un ambiente in cui l’abilità del singolo giocatore è molto relativa, la cosa più importante di questo gioco, è la quantità di tempo che gli si può dedicare. Più tempo giochi, più sei forte, e più sei forte, più sei conosciuto. Quando questo gioco era uscito, i personaggi che erano vestiti bene erano tutti provenienti da MC, una istanza che necessitava di 40 persone, e la ricompensa di questa istanza era appunto il famoso “tier 1”, il primop set di oggetti viola che si divideva per le diverse classi dei personaggi, poi dopo è uscito il “tier 2”, stessa modalità di acquisizione: solita istanza da 40, oggetti sempre divisi per classi, solo che invece che farmare MC sta volta bisognava andare a BWL, un altra istanza, ora è uscito il tier3 e indovina un pò? bisogna sempre essere in 40, bisogna sempre andare in una istanza, e la frittata insomma è sempre la stessa. Il gioco si può dire che è in continua evoluzione, ma la logistica è sempre la stessa: cioè in un tot d tempo fare uscire sempre oggetti nuovi sempre più forti, tenendo conto del fatto che non è possibile passare dal tier1 al tier3 senza essersi fatti anke il 2…

Cambiando discorso: i tipi di relazioni che nascono sui net-game sono tutti +o- simili, sia su wow che su altri giochi, è bello conoscere sempre + persone, e wow dà la possibilità di conoscere ogni giorno tantissima gente, questo può considerarsi sia un pregio che un difetto di questo gioko: un pregio perchè io ho instaurato una bella amicizia cn una persona con la quale mi sento abbastanza spesso, nonostante le differenze abissali che ci sono tra di noi. Un difetto perchè avere a che fare con così tanta gente insieme tutti i giorni, dà l’illusione al player di avere una vita sociale soddisfacente, cioè dà come l’impressione di poter creare dei rapporti che si avvicinano molto a quelli che si creano nella vita reale. Solo che questa è appunto un illusione: io dopo diverso tempo che giocavo mi sono reso conto che i rapporti che avevo con i miei compagni di gilda erano a parte, ci imprestavamo i gold, ci facevamo confidenze, discutevamo di politica e molto altro, ma in maniera, come dire, distaccata quasi. Non potendo vedere in faccia una persona quando mi parla non potevo mai capire se tale persona mi mentiva o meno, e quindi non riuscivo mai a giudicarle a sufficenza per poter dire se erano delle persone che meritavano o meno la mia compagnia, o se io meritavo la loro. Loro mi potevano dire quello che volevano che io intanto non avrei mai potuto dirgli nulla.

Magari loro nella vita reale non erano nessuno, e davano vita alle loro fantasie parlandone con altre persone via microfono, appunto creando un immagine di loro che non era quella reale, ma era falsata, molto probabilmente più affascinante di quella vera.

Ho notato altre diverse cose nella politica di questo gioco: una di queste sono appunto la natura delle gilde, una persona da sola su wow nn può diventare nessuno, è la gilda che diventa famosa, non il singolo giocatore. Buona parte delle gilde ha una formazione gerarchica molto simile a quella delle società di calcio, di solito ci sono i capi (la società della squadra) i raid officer,soloro che guidano le 40 persone all’interno delle istanze (gli allenatori) e i player (i giocatori).

Se una sola delle tre parti non funziona anke le altre due vanno a rotoli, perchè il 70% del tempo giokato è appunto dedicato alla gilda e non più al singolo, si lavora insieme per un obbiettivo comune, e se l’obbiettivo viene raggiunto la soddisfazione la si moltiplica per tutte le persone che hanno partecipato.

Ho mantenuto diversi contatti con i miei ex-compagni di gilda e molte volte vado sul forum per vedere che cosa dicono e come si comportano. Vedendoli dall’esterno noto come il più delle volte le discussioni che nascono sono litigi, un pò per gli oggetti, un pò per il sistema dkp che nn è sempre funzionale, e su molte altre cose; e leggendo tante volte i loro flame (post in cui si arrabbiano in una maniera llucinante) vedo come buona parte delle persone scrive spesso:”eh dai ragazzi, è solo un gioko”, Vero, anzi verissimo, WoW è solo un gioko, ma anke monopoli è un gioko, scala 40 è un gioko, scacchi è un gioko, ma la differenza sostanziale tra wow e gli altri gioki, è che esso necessità di un numero di ore molto elevato, e necessita anke di costanza, portando cosi lo stesso gioko ad un livello di importanza più elevato, perchè personalmente se io spreko 8 ore della mia vita al giorno ad un gioko, e poi alla fine mi ritrovo cn nulla in mano, ammetto che la kosa mi fà proprio innervosire.

Chiudo dicendo che ho smesso di giokare perchè mi sono reso conto di aver quasi buttato nel cesso un anno della mia vita, e alla fine non c ho ricavato nulla, non voglio dire che giokare a wow sia pekkato, ma se voglio evadere dalla realtà perchè mi stà stretta, preferisco farmi una canna.

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Vintage Computer TV Ads

Harry McCracken (parente di Zak?) di PC World ha pubblicato un fantastico articolo che ripercorre la storia del personal computer attraverso spot televisivi che vanno dai primi anni 80 ai giorni nostri.

Tutti i video sono pubblicati su YouTube e rappresentano una vera e propria miniera di informazioni per comprendere come l’home computer sia entrato nelle nostre case presentandosi come uno strumento in grado di unire il gioco all’educazione in aperta contrapposizione con l’idea del computer come strumento di lavoro.

Miliardi e milioni

  1. Google compra YouTube per 1.65 miliardi di dollari (in azioni della società);
  2. La Libia compra 1,2 milioni di OLPC (il notebook da 100$), un server per ogni scuola del paese, un team di consulenti tecnici, connessione Internet via satellite ed altre infrastrutture per 250 milioni di dollari.

Non so a voi ma la proporzione ed il significato di queste cifre, a me, fanno impressione.

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Real Time Rome debutta alla Biennale di Venezia

Dal 10 al 19 Novembre a Venezia sarà possibile ammirare fra le altre opere di arte contemporanea in esposizione anche il progetto Real Time Rome realizzato dal dell’MIT.  L’opera, a metà fra arte e ricerca urbana mostrerà in tempo reale su una mappa della città i dati relativi alle conversazioni telefoniche cellulari (grazie alla collaborazione con Telecom Italia), quelli relativi alla densità della popolazione e alla posizione dei trasporti urbani (bus e taxi). Lo scopo è quello di comprendere meglio le dinamiche urbane di una grande città come Roma.

Oltre ai dati in tempor reale sarà inoltre possibile osservare quanto avvenuto in particolari momenti storici come i festeggiamenti dopo la finale della coppa del mondo o la notte bianca di ieri sera.

Link to MIT Real Time Rome project to debut at Venice Biennale – MIT News Office

A proposito di Wikipedia

Segnalo queste interessanti riflessioni basate su un’analisi statistica delle modifiche alle pagine di Wikipedia. Stando a questa analisi esisterebbe una comunità di utenti attiva dentro Wikipedia responsabile della maggior parte delle modifiche alle varie voci. Approfondendo l’analisi si nota tuttavia che spesso il modello di evoluzione di una voce prevede ad un certo punto l’intervento di un utente esterno a questa comunità che contribuisce con la maggior parte del testo e che tutti gli aggiornamenti successivi riguardano spesso la formattazione dell’articolo o l’eliminazione di refusi.
Link to Blog Notes, weblog di Giuseppe Granieri

Aggiornamento sullo stato della blogosfera

Puntuale come al solito Technorati pubblica il report periodico sullo stato della blogosfera.
Di seguito i dati principali:

  • Technorati, al 31 luglio 2006, tiene traccia di oltre 50 milioni di blog;
  • La blogosfera è oltre cento milioni di volte più grande di quanto fose 3 anni fa;
  • A oggi il ritmo di crescita della blogosfera è caratterizzato da un raddoppio ogni 200 giorni ovvero circa 6 mesi e mezzo;
  • Da gennaio 2004 fino a luglio 2006 il numero di blog di cui Technorati tiene traccia ha continuato a raddoppiare ogni 5-7 mesi;
  • Circa 175.000 nuovi blog vengono creati ogni giorno (ovvero in media più di due blog al secondo);
  • Circa l’8% dei nuovi blog passano i filtri anti-spam di Technorati, anche se solo per poche ore o giorni;
  • Circa il 70% dei ping che Technorati riceve provengono da siti già identificati come origine si spam in passato e vengono ignorati;
  • Il volume totale di post nella blogosfera continua ad aumentare mostrando una media di circa 1,6 millioni di post al giorno (ovvero 18,6 al secondo);
  • Questi dati rappresentano un raddoppio del volume rispetto ad un anno fa;
  • La fascia oraria durante la quale viene pubblicato il maggior numero di post in lingua inglese è quella fra le 10 del mattino e le 2 del pomeriggio Pacific time, con un picco addizionlae intorno alle 5 del pomeriggio Pacific time.

Interessante la riflessione di Sifry circa le possibilità che questo andamento possa rimanere costante nei prossimi mesi.

Whenever I write about these statistics, I’m always asked by people, “Can it continue to grow this quickly?” Frankly, I can’t possibly imagine it continuing to grow at this pace – after all, there are only so many human beings in the world! It has to slow down.

Questo mi ricorda un ragionamento fatto sui limiti di crescita dei sistemi sociali. Credo tuttavia che l’ipotesi “un blog per essere umano” non regga. Sono sicuro che molti degli autori dei 50.000.000 di blog tracciati da Technorati gestiscano più di un blog.