Eyes on Europe: il paper

Avevo promesso mesi fa che avrei reso pubblico su questo blog l’articolo che descrive nel dettaglio la metodologia ed i risultati ottenuti con la ricerca Eyes on Europe.

A grandi linee il progetto di ricerca l’ho descritto già in passato (qui e qui e ci sono anche un paio di post in inglese che ne discutono sul blog di Luca: qui e qui).

L’articolo, pur completo, è ancora in draft perchè ci piacerebbe ricevere qualche ulteriore suggerimento e contributo dai lettori del blog prima di proporlo per la pubblicazione.

Inoltre non abbiamo ancora individuato una rivista cui proporre l’articolo quindi indicazioni e suggerimenti in questo senso sono molto ben accetti.

Scarica Eyes on Europe

medio termine

Anyhow, i went to City Hall to vote. At first, i was pretty humored. There were people of all ages and backgrounds standing on line to do their civic duty. When i got to the front, i asked if i could use a paper ballot; they looked at me like i was the devil and told me that this was a touchscreen only station. I decided i should suck it up and figure out how this touchscreen shit works so i didn’t argue. But OMG do i not feel secure about my vote. I went in and there was a big Diebold machine laughing at me. I was given a card that i had to put into the machine so that i could click a bunch of buttons on a screen and “submit” my vote. Did it count? I have no idea. I’m not even a technophobe and i don’t trust that damn thing. One of the things that i love about voting in SF is that i have to tear off this piece of paper at the top of my ballot; that confirms my vote and i can always go back with it and say, find my vote. I’m one of those crazy people who even keeps her pieces of paper until well after the election. When i cast my ballot in SF, i get to see the machine read it and the number go up – i can always see how many people voted before me. Here in LA? I have no idea. And i’m sooo not confident about the database behind that thing. I asked if i could get a receipt for my voting and the people looked at me once again like i had horns. They said that it counted, that it was all in the computer. (Damn techno-fetishism.) I made a less-than-thrilled face. One guy say and said, here, take this and handed me a sticker. Rather than simply saying that i voted, this sticker has the gaul to say “I voted touchscreen.”

Source: voting issues, take n
Originally published on Fri, 03 Nov 2006 16:18:50 GMT by zephoria (zephoria-vacation@zephoria.org)

La scienza del web

Mentre in Italia si discute sul futuro delle scienze della comunicazione, Tim Berners-Lee lancia l’idea della Web Science come punto di incontro fra fisica, biologia, computer science, psicologia e sociologia. Traduco per chi non legge in inglese i primi due paragrafi dell’articolo pubblicato qualche mese fa su Science.

Da quando è nato il World Wide Web ha cambiato il modo in cui gli scienziati comunicano, collaborano ed insegnano. Esiste tuttavia una crescente consapevolezza fra molti ricercatori che una chiara agenda per la ricerca finalizzata a comprendere il presente, l’evoluzione e le potenzialità del Web sia necessaria. Se vogliamo modellare il Web; se desideriamo i principi architetturali che ne hanno consentito la crescita; e se desideriamo essere sicuri che questi supportino i valori sociali di base quali la fiducia, la privacy, il rispetto per i confini sociali, allora dobbiamo definire questa agenda di ricerca che abbia il Web come focus primario di attenzione.

Quando ragioniamo di un’agenda per la scienza del Web, usiamo il termine “scienza” in due modi. Le scienze fisiche e biologiche analizzano il mondo naturale e cercano di trovare leggi microscopiche che estrapolate su un livello macro possono generare il comportamento osservato. La computer science, al contrario, anche se in parte analitica è essenzialmente sintetica: si occupa della costruzione di nuovi linguaggi e algoritmi volti a produrre nuovi comportamenti desiderati. La scienza del Web è la combinazione di questi due caratteristiche. Il web è uno spazio ingegnerizzato creato attraverso linguaggi e protocolli formalmente specificati. Tuttavia, poiché sono le persone a creare le pagine Web ed i collegamenti ipertestuali fra loro, la loro interazione genera trame emergenti su scala macroscopica. Queste interazioni umane sono, a loro volta, governate da leggi e convenzioni sociali. La scienza del Web deve dunque essere inerentemente interdisciplinare; il suo obiettivo è da un lato di comprendere la crescita del Web e dall’altro di creare approcci che consentano l’emergere di nuove trame potenti ed in grado di portare un maggiore beneficio.

Lezione del giorno: una chiara definizione è la premessa per lo sviluppo di qualsiasi disciplina.

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