Molto commons e poco creative

Da quando è stato pubblicato per la casa editrice Il Mulino il volume Introduzione alla comunicazione mediata dal computer di Antonio Roversi è uno dei più apprezzati ed adottati nei numerosi corsi universitari che mirano a far conoscere agli studenti i rudimenti dell magico mondo di Internet. Questo libro, uscito nel 2004, ha di fatto colmato un vuoto nella manualistica italiana trattando in modo accessibile di argomenti quali l’indentità in rete, le comunità virtuali, il digital divide, i blog e le reti civiche. Già le reti civiche…
Oggi pomeriggio parlando di questo libro con una mia collega (Roberta Bartoletti) del LaRiCA mi ha fatto notare alcune strabilianti somiglianze fra parti di questo capitolo ed un suo articolo pubblicato sulla rivista Sociologia della Comunicazione N. 30 anno XV nel lontano maggio 2001.
Credo che il confronto fra questi due lavori non lasci molto adito a dubbi ma poichè avrei piacere che il lettore traesse da solo le sue conclusioni ho preparato (con l’indispensabile collaborazione di LR) questo confronto fra le scansioni di queste pagine. A sinistra l’articolo della mia collega (pagine da 70 a 73) a destra il capitolo 6 sulle reti civiche del libro di Roversi (da pagina 190 a 193).
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Cosa dire?

Yahoo! ed il Web 2.0

L’idea del Web 2.0 (termine che personalmente non amo e al quale preferirei la dicitura social software) è ormai perseguita a diversi livelli da più di una Internet Company. Di tutte Yahoo! è tuttavia quella che sembra aver deciso di invesitire in modo più diretto ed evidente in questo fenomeno attraverso acquisizioni e lanci di nuovi servizi. Prima il serizio di social networks Yahoo! 360, poi l’acquisizione di Flickr! ed adesso quella di upcoming.org.
Si tratta di mosse interessanti che tendono a ricostruire l’immagine di Yahoo! come azienda innovativa ed insidiare il primato che in questo senso Google detiene saldamente da alcuni anni. Strategie diverse che hanno alla base una diversa visione su come di ricercano informazioni in modo efficiente sul web e non solo.

La logica del remix ed il copyright

Come spesso accade, il blog di Danah Boyd ha pubblicato negli scorsi giorni una interessante riflessione rispetto al dibattito sul copyright in relazione al riutilizzo nella comunicazione di temi trattati dai media. Il post vale una lettura completa anche perchè quello che segue non è un semplice sunto ma una mia personale riflessione sul tema. L’argomento di Danah è sostanzialmente questo: i contenuti dei mass media, e non da ora, tendono ad essere riutilizzati sempre più spesso nelle nostre conversazioni. Si parla di quello che è successo in una certa puntata di E.R o nel reality la Talpa. Ma non solo. A volte si tendono a riutilizzare frasi celebri usate nei film, nelle serie e nei programmi TV di culto. Si pensi ai tormentoni promossi da Mai Dire Domenica o Zelig oppure alla frasi celebri dei film dell’Abantantuono degli anni ’80. In questo senso i media si fanno cultura. In termini propri della teoria dei sistemi sociali potremmo dire che entrano a far parte della riserva dei temi della società. Vengono costantemente remixati nelle nostre conversazioni quotidiane. Con la disponibilità delle nuove tecnologie, questa capacità di remix – basata sulla possibilità di riproduzione e conservazione dei contenuti, si amplifica a livello quantitativo ed entra in gioco la questione del copyright. Usare la sigla di un telefilm come suoneria del proprio telefonino o creare in casa un vestito da iPod per il prossimo carnevale rappresentano esempi di questo remix che infrange tuttavia un copyright. In questo senso il copyright, in un mondo fatto di media (i media-mondo) ed i cui abitanti tendono ad esprimersi sempre più nelle forme proprie dei media (farsi-media), si pone e si porra in futuro ancora di più come un’ostacolo alla riproduzione della comunicazione. Per ora si tratta di mutazioni e non è dato sapere se si trasformeranno in selezioni ma vale probabilmente la pena iniziare a riflettere seriamente su questo tema da un punto di vista sociologico. Buon lavoro dunque a RL. 🙂