MiT5

Finalmente anche il nostro (GBA, RL ed io) intervento Ownership in the Digital Age: A Sociological Approach appare nell’agenda provvisoria della quinta edizione di Media in Transition che quest’anno è dedicata alla creatività, la proprietà e la collaborazione al tempo del digitale.

Il programma completo è veramente massiccio e ricorda per dimensioni, con fino a 10 panel contemporanei, i convegni mondiali dell’ISA o dell’IIS.

Il panel al quale siamo stati assegnati si svolge nella mattinata di sabato ed è intitolato Copyright 2: Politics and Ethics. Non che il nostro intervento abbia a che fare con questo ma immagino che la creazione dei panel sulla sola base degli abstract e bios non deve essere stata affatto facile.

Più informazioni presto…

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L'attacco dei MMORPG

Gli ambienti condivisi di gioco online (Massive Multiplayer Online Role Play Game) sono sicuramente fra i fenomenti sociali più interessanti degli ultimi anni. In questo blog si è parlato molto in passato sia di Second Life che di World of Warcraft.
Per questo motivo abbiamo deciso con GBALuca (che partecipa da tempo ad una gilda di ricercatori europei su WoW) di dedicare una giornata dei nostri rispettivi corsi a descrivere il fenomeno e le modalità attraverso le quali è possibile studiare questi ambienti da un punto di vista sociologico.
In particolare sfrutteremo la felice coincidenza che Sociologia dei New Media e Teoria dell’informazione sono collocati quasi di seguito, sono al secondo anno di corso e nella stessa aula per dedicare ai MMORPG quasi 5 ore di lezione e riflessione (dalle 12 alle 17).
L’appuntamento è per mercoledì prossimo 21 Marzo in aula B1 a partire dalle ore 12. Qui la locandina dell’evento.
Il programma di massima della giornata è il seguente:

  • 12-14 | Cosa sono i MMORPG: un tour guidato di Azeroth;
  • 14-14:30 | Proiezione della puntata di South Park (10E08) dedicata a World of Warcraft (in inglese con sottotitoli in italiano): Make Love not Warcraft (durata 22 minuti);
  • 15-16 | Amore, denaro e potere nella Seconda Vita Quotidiana (extendend version);
  • 16-17 | Il caso della proprietà come Media della Comunicazione Generalizzato Simbolicamente nei MMORPG.

Per gli studenti di Teoria dell’Informazione in ascolto consiglio almeno una veloce lettura preventiva dei post che ho scritto in passato sul tema archiviati nella categoria MMORPG.

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Amore, denaro e potere nella seconda vita quotidiana

Ecco la mia presentazione di ieri al convegno nazionale AIS di Perugia.

P.S. Putroppo la traduzione su SlideShare ha creato qualche piccolo problema di formattazione che non credo pregiudichi la comprensione del discorso. Per chi preferisse ho comunque deciso di rendere disponibile il file della presentazione in formato pdf.

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Senso comune e nuove tecnologie

Un paio di giorni (ed in particolare una intensa mattinata) a parlare del rapporto fra senso comune e nuove tecnologie hanno lasciato nella mia mente un paio di certezze:

  • Il concetto di senso comune (come tanti altri nelle scienze sociali) non è ben definito (su questo si veda il volume Il senso comune di Ambrogio Santambrogio) e per questo motivo piuttosto inutilizzabile come fondamento sul quale costruira altra conoscenza;
  • Quando si affianca questo concetto indefinito alle prospettive incerte delle nuove tecnologie una cosa appare chiara. Come ha detto Daniel A. Freedman nel campo della filosofia della scienza (un grazie a Luca per avermi segnalato questa citazione): “… technology tends to overwhelm common sense” (e questo indipendentemente da cosa il common sense sia di volta in volta). Se ci si pensa il fatto che le tecnologie siano nuove (ovvero orientate al futuro) pone queste in diretto contrasto con il presente (ovvero al senso comune). Ovvero o le tecnologie non sono nuove o sono in contrasto con il senso comune 🙂

Ed in effetti questo è quello che emerso (almeno in base alla mia personale ricostruzione dei fatti), anche se su oggetti e con tagli molto diversi, nel panel sulle nuove tecnologie cui ho preso parte ieri a Perugia (programma completo dell’evento organizzato dall’AIS).

Davide Bennato ha presentato i risultati di una imponente ricerca (con interviste telefoniche su un campione rappresentativo di utenti Internet in Italia integrate da una websurvey) sull’utente del file sharing da cui emergono molti dati interessanti che contribuiscono a sfatare una serie di luoghi comuni sul profilo e sulle motivazioni di chi scarica file legalmente o illegalmente attraverso le reti peer-to-peer.

Davide Borrelli, prendendo spunto dall’articolo We the Web di Kevin Kelly pubblicato ad agosto del 2005 su Wired, ha evidenziato alcuni aspetti dell’impatto sociale del web 2.0 sopratutto in relazione alla distinzione fra tassonomie e folksonomie. Interessante su questo una domanda di Alberto Marinelli (moderatore insieme a GBA della sessione) sul rapporto fra folksonomie e web semantico come due forme contrapposte di costruzione del senso comune in rete. Qualcosa su questo avevo scritto in passato su questo blog.

Barbara Scifo ha descritto limiti e possibilità dell’utilizzo della media and technology domestication applicata ai new media. I new media decostruiscono la distinzione pubblico/privato e di conseguenza rendono problematico l’utilizzo di una serie di framework metodologici e teorici di costruiti proprio in base a questa distinzione. Barbara, che ha scritto di recente molto sugli usi sociali, sopratutto fra i giovani, della telefonia mobile (qui una sua intervista pubblicata su apogeoonline e qui un articolo in inglese), ritiene possa dire ancora molto se non altro come tool per comprendere le fasi di adozione di una certa tecnologia.

Luigi Spedicato ha parlato del rapporto fra arte e design delle interfaccie dei siti web citando una vasta letteratura ed in particolare Walter Benjamin a supporto delle sue riflessioni.

Last but no least, Laura Corradi ha affrontato il difficile rapporto fra scienza e tecnologia descrivendo il caso delle tecnologie per la riproduzione artificiale.

Il mercato delle pecore

Avete presente il Mechanical Turk di Amazon?

No? ok allora leggete questo vecchio post prima di continuare qui.

Qualcuno ha pensato bene di utilizzare in modo creativo il lavoro distribuito della rete offrendo due cent per disegnare una pecora. Sono arrivate 10.000 pecore esposte ed in vendita (a 20 dollari l’una) sul sito di Aaron Koblin che ha anche scritto una tesi (download gratuito in formato word) su questa esperienza.

Alcuni dati:

  • Media di pecore ricevute per ora: 11;
  • Periodo di raccolta: 40 giorni;
  • Pecore non accettate: 662;
  • Salario orario medio: $ 0,69/ora;
  • Tempo medio impiegato per disegnare la pecora: 105 secondi;
  • IP unici: 7599.

(via O’Reilly Radar)

Sempre sul tema del così detto human computation, se avete un pò di tempo libero, vale veramente la pena guardare questo speech dove Luis von Ahn (assistant professor in the Computer Science Department at Carnegie Mellon University) racconta in modo divertente come si possono utilizzare efficacemente le specifiche capacità umane all’interno di un software.

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L'epoca della riproducibilità tecnologica

Cosa succederebbe al concetto di proprietà e al denaro se gli oggetti potessero essere duplicati senza limite e costi aggiuntivi?

Ce lo spiega il blog Rough Type raccontando del caso del CopyBot replicator in Second Life.

In uno dei link ho trovato questo curioso parallelo di Kevin Lim fra il CopyBot replicator di SL ed il replicatore di Star Trek.

Copyright Licence Infingement

In uno straordinario e paradossale capovolgimento delle parti di quelli che solo le nuove tecnologie fanno affiorare, i creatori della licenza creative common accusano Microsoft di violare con il nuovo lettore multimediale Zune (un concorrente del noto IPod di Apple) la loro licenza.

Zune a differenza di IPod è dotato di connessione wireless ed una delle caratteristiche più interessanti di questo dispositivo è la possibilità di condividere i brani della propria collezione con altri dispositivi Zune nei paraggi.

Peccato che per la condivisione di questi brani viene utilizzato il così detto Digital Right Management (in pratica la canzone condivisa può essere riascoltata tre volte o per tre giorni dalla ricezione) che viene applicato tanto ai brani musicali coperti dalle tradizionali licenze sul copyright quanto ai brani esplicitamente contrassegnati da una licenza di tipo creative commons.

Dunque un autore di un brano distribuito sotto licenza creative commons potrebbe citare in giudizio Microsoft per violazione del copyright 😮

e-books

Dal New York Times un eccellente articolo di Kevin Kelly sul futuro dell’editoria e non solo.

The contours of the electronic economy are still emerging, but while they do, the wealth derived from the old business model is being spent to try to protect that old model, through legislation and enforcement. Laws based on the mass-produced copy artifact are being taken to the extreme, while desperate measures to outlaw new technologies in the marketplace “for our protection” are introduced in misguided righteousness. (This is to be expected. The fact is, entire industries and the fortunes of those working in them are threatened with demise. Newspapers and magazines, Hollywood, record labels, broadcasters and many hard-working and wonderful creative people in those fields have to change the model of how they earn money. Not all will make it.)