HTC Universal | i-mate JASJAR

Solo per segnalare che ho ordinato da Expansys questo palmare di nuova generazione che conterei di usare come cellulare a tutti gli effetti. Si tratta di un oggetto un pò ingombrante se comparato con la media dei telefoni cellulari ma con funzioni ovviamente molto superiori. Quando lo ricevo magari inserisco un post con le mie impressioni personali in modo che gli interessati possano farsi un’idea (per chi legge in inglese consiglio questo link). Se ho ben capito male, questo oggetto, fra non più di un paio di mesi, dovrebbe essere distribuito in Italia collegato al marchio Vodafone e probabilmente lokkato all’uso su quella rete ad un prezzo molto inferiore rispetto a quello offerto oggi da Expansys per la versione unlocked.

Win FS: again

Dopo aver annunciato che le funzionalità di WinFS (una sorta di strato di database relazionale che consentirà di gestire i metadati relativi ai documenti presenti nel file system) non sarebbero state inserite nella nuova versione di Windows (Vista) ecco invece comparire la versione Beta 1 di WinFS postata sul sito degli sviluppatori Microsoft poco dopo la versione Beta 1 di Windows Vista. La novità interessante è che questa cosa funzionerà anche con Windows XP.
Dopo la corsa al desktop search (i programmi come Google Desktop che consentono di cercare i file sul proprio computer) degli ultimi mesi è interessante la risposta che uno dei responsabili dello sviluppo di WinFS ha fornito in una intervista. La domanda suonava più o meno così: “Cosa ha da offrire WinFS più degli attuali desktop search disponibili?”. La risposta fulminante è stata “I desktop search possono fare cose del tipo mostrami tutti i documenti che contengono Scoble (Robert Scoble è l’autore dell’intervista) da qualche parte nel mondo; WinFS può rispondere a domande tipo mostrami tutti i messaggi di posta elettronica ricevuti da Scoble negli ultimi sei mesi ai quali non ho risposto ma che avevo segnato come da completare per il mese successivo.”
Nell’ambito della stessa intervista vengono anche mostrate due prototipi di applicazioni fondate su questa tecnologie che sono indubbiamente interessanti.
Come è facile capire si tratta di una cosa del tutto diversa rispetto ai desktop search. Win FS ha dentro la logica del Semantic Web. Ogni tipo di documento sarà contraddistinto da un set di metadati proprio e da un altro set di metadati ereditato dalla categoria cui il documento appartiene. Ovviamente lo schema dei metadati è estendibile con eventuali ulteriori metadati specificate da altre applicazioni o specifici magari di una certa azienda.
Anche se per ora è una cosa che può seriamente interessare solo uno sviluppatore credo che in futuro potranno essere sviluppate applicazioni di knoledge management del tutto nuove.
Da tenere sott’occhio il blog degli sviluppatori e la pagina di WinFs su MSDN.

intro 4/4: le radici del futuro

Continua dal post precendente.

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Queste nuove descrizioni del mondo appariranno da prima astruse ed incomprensibili ai più. Provocheranno forme di rifiuto.

Ma le difficoltà richieste a chi ha le proprie radici culturali ben salde nella modernità saranno ripagate da una visione delle cose del mondo più limpida. Una visione del mondo che, sfidando il paradosso degli insiemi auto-ingerenti, pretende di spiegare anche se stessa essendo al tempo stesso consapevole di essere solo una visione fra tante. Ma vedere le cose chiaramente non è necessariamente (affatto?) rassicurante.

In questo mondo di prospettive ed aspettative autonome ma interdipendenti non ci sono margini per il controllo. Anzi la mancanza di controllo è un fondamento. Ed è curioso pensare che tutto questo abbia avuto inizio da una scienza che proprio del controllo intendeva occuparsi.

Oggi si parla molto di sicurezza. Per aumentare la sicurezza ci vogliono più controlli. Questi controlli passano sempre più spesso attraverso la tecnologia. Basti pensare alle intercettazioni telefoniche o all’obbligo di conservazione del traffico di posta-elettronica. Ma l’uso di queste tecnologie, a ben guardare, è proprio promosso dall’esigenza di controllo. Si chiama business intelligence. Prima conosco i dati (sulle vendite, sugli acquisti, sul magazzino), prima li posso elaborare per decidere in quale direzione indirizzare i miei sforzi di controllo. E se la forma di comunicazione è digitale i dati viaggiano più veloci e si possono elaborare più facilmente. Dunque le reti digitali, telefoniche e telematiche, nel tentativo di risolvere un problema di controllo ne introducono uno nuovo.

Il controllo del controllo non è la soluzione al problema. È solo uno dei problemi da risolvere.

Benvenuti nel mondo visto dagli occhi di un sistema che osserva.

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intro 3/4: singolarità della complessità

Continua dal post precedente.

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Questo paradosso ricorda il concetto di singolarità. Una singolarità, concetto in uso nel campo della futurologia, rappresenta un punto nel tempo oltre il quale si fa esperienza di cose che non sono né comprensibili né spiegabili nei termini propri del periodo precedente.

Un ipotetico viaggiatore nel tempo proveniente dal passato spiegherebbe ai suoi contemporanei, di ritorno dal suo viaggio, di avere visto nel cielo dei post-volatili. Ma noi sappiamo che si tratta di aerei e sappiamo anche quanto il concetto di post-volatile sia inefficace nel cogliere la vera natura di un aeroplano.

Come lo stesso Maffesolì ha evidenziato trattando del passaggio dalla medioevalità alla modernità, paradigmi diversi convivono per lunghi periodi di tempo con i rispettivi linguaggi e visioni del mondo.

Il nostro radicamento culturale e filosofico nel moderno è forte ma forse non a sufficienza da impedire lo sviluppo di questi nuovi linguaggi. Personalmente ho la sensazione che un linguaggio come questo vada cercato in quelle aree delle scienze della complessità che hanno accettato il paradosso come fondamento e matrice della propria esistenza.

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Continua nel post successivo.

intro 2/4: il linguaggio moderno del post-moderno

Continua dal post precedente.

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Eppure la metafora del controllo nella sua forma moderna di governance appare ancora oggi guidare le scelte individuali ed istituzionali. Anzi l’incapacità di controllo è diventata essa stessa oggetto di studi. Le scienze sociali descrivono questa condizione con l’etichetta post-modernità (e con una infinita serie di analoghe varianti). Quello che si riusciva a descrivere, e dunque a spiegare, con le categorie tradizionali sembra oggi sfuggire a classificazioni e rappresentazioni. Intere nuove descrizioni del mondo si arrovellano per spiegare come e perché le spiegazioni di prima non funzionano più. E le spiegazioni di prima sono sempre quelle della modernità.

Le nuove categorie latitano e quando prendono forma, spesso nella forma di slogan, appaiono solo una pallida imitazione stiracchiata e confusa delle categorie tradizionali. Usando la contrapposizione fra prima e dopo si possono costruire quadri sinottici come questo.

Modernità

Post-modernità

Evidenza

Cose evidenti

Spiegare

Pieghe (Deleuze)

Mono-teismo, mono-ideismo scientifico (riduzione all’uno)

Politeismo

Energia orientata al Futuro

Energia orientata al Presente

Progresso (salvezza/salvatore)

Presenteismo (nomadismo, valori dionisiaci, tribalismo)

Dialettica come tesi/antitesi/sintesi

Ragione sensibile (torsione fra ragione ed essenza/sensi)

Linearità

Spiralità

Perfezione

Completezza – Totalità interagente (coincidenza degli opposti)

La tabella non pretende ovviamente di riassumere la raffinatezza e profondità del pensiero di Michel Maffesolì né di essere auto-esplicativa per chi non avesse una certa dimestichezza con l’approccio dell’autore francese.

Quello che qui interessa, è evidenziare la natura delle caratteristiche attribuite alla post-modernità.

A ben guardare infatti tutte le sfumate categorie proprie del post-moderno (e finanche la stessa parola post-moderno) traggono senso da una opposizione rispetto al moderno. In altre parole il post-moderno è sempre descritto e spiegato nei termini del moderno.

D’altra parte come si potrebbe descrivere la post-modernità ai moderni se non usando il loro linguaggio?

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Continua nel post seguente.

intro 1/4: l'emergenza del controllo ed il controllo dell'emergenza

Inizia con questo post la pubblicazione della bozza di introduzione che ho scritto per il libro al quale sto lavorando da qualche tempo. Il titolo provvisorio è Alle radici del futuro: dalla teoria dell’informazione ai sistemi sociali. Anche se l’introduzione non è lunga ho deciso di dividerla in diversi post che saranno pubblicati nel corso dei prossimi giorni.
Ovviamente i commenti sono benvenuti.
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Il progresso scientifico e tecnologico che la nostra società ha vissuto negli ultimi cento anni è stato caratterizzato da un ritmo e da una velocità che non erano stati mai, prima d’ora conosciuti. La storia delle idee, ovvero delle descrizioni scientifiche del mondo, sembrano sempre più spesso arrancare nei confronti di un oggetto da descrivere che cambia in modo più veloce di quanto possano fare le descrizioni stesse. Questo disallineamento fra scienza e tecnologia assume forme diverse in relazione a processi diversi quali la mappatura dei geni, la clonazione, la globalizzazione e la finanziarizzazione dell’economia, la povertà del continente africano, lo sfruttamento delle risorse naturali, la crescente mediazione tecnologica nei rapporti umani e i flussi migratori.
Questi temi suscitano sconcerto perché si riconosce a questi fenomeni una loro natura in qualche modo autonoma. La politica, anche nelle sue forme internazionali come il G8 – dove si incontrano i potenti del mondo – o l’Organizzazione delle Nazioni Unite, appare impotente. Le banche centrali, cui la politica delega l’importante compito di regolare alcuni aspetti dell’economia, sperimentano ogni volta che intervengono operando una scelta, reazioni sempre più difficili da prevedere. Queste reazioni a volte richiedono nuovi interventi e creano nuove reazioni.
Il risultato tuttavia non è un processo di controllo come potrebbe essere quello operato dalla compensazione che un capitano attua sul timone di una nave per tenere la rotta. Ogni tentativo di controllo mostra solo una volta di più la mancanza di controllo.

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Continua nel post successivo.

Il futuro della memoria

Oggi mentre facevo ricerche in rete mi sono capitate due cose:

1. Cercavo un articolo che avevo letto tempo fa scritto da Raffaele De Giorgi in ricordo di Niklas Luhmann. Mi ricordavo alcune parole tipo ulivi, salento, etc. la cui improbabile associazione con il nome del sociologo tedesco mi avrebbero garantito di ri-trovare la pagina. Dopo alcune ricerche ho trovato infatti il link che puntava purtroppo al sito del Centro studi sul rischio dell’Università di Lecce che avevo già notato essere irraggiungibile da diversi giorni. Per fortuna c’è Google e la sua memoria nella forma della cache. Il pezzo vale almeno una lettura.

2. Mentre cercavo qualcosa sul passato ho trovato qualcosa sul futuro. Ad ottobre 2005 dovrebbe uscire per Meltemi, Il paradigma perduto. Considerazioni sulla riflessione etica della morale. Non è la prima volta che questo discorso tenuto da Luhmann in occasione del conferimento del Hegel Preises è stato pubblicato in Italia. Sembra infatti che questo stesso volume fosse stato pubblicato nel 2003 dalla Casa Editrice Gallio di Ferrara.

Google Talk

Era da un paio di giorni che i rumors in questo senso si stavano facendo insistenti. Prima un riferimento su un articolo, poi alcune prove di collegamento verso la pagina talk.google.com che rivelavano la presenza di un protocollo (Jabber/XMPP) per la messaggistica istantanea. Infine eccolo. Il servizio di messaggistica istantanea di Google. Essendo basato su un protocollo aperto è possibile accedere al network usando qualsiasi client abilitato alla comunicazione su quel protocollo.

Dal palinsesto alla playlist

L’ultimo post di Giornalismo d’altri suggerisce l’idea di autobroadcast definito come il processo per il quale un utente decide, nell’ambito di un repertorio di contenuti mediali, cosa fruire ed in quale ordine. Si tratta di un tema in diretto contatto con l’idea di Farsi Media, anzi si tratta di uno degli indicatori dell’esistenza di questo fenomeno. In questo specifico caso si tratta di essere Media per sé stessi. Ma non solo. Fino a quando l’Ipod è usato con le cuffie è così. Ma cosa avviene quando si sostituisce l’Ipod alla classica autoradio? Si diventa broadcaster per il proprio gruppo di compagni di viaggio. In realtà a ben guardare questo fenomeno non è nuovo. Anche con l’auto-radio avviene la stessa cosa. Quante volte abbiamo sentito dire “…vi faccio sentire questo pezzo che è troppo forte!”. Oppure si pensi a come uno sceglie la musica in un viaggio anche in considerazione del fatto che, i compagni di viaggio, si faranno un’idea del suo carattere anche sulla base del tipo di musica che ascolta.

La (non tanto strana) coppia

Ho appena finito di leggere l’ultima biografia di Norbert Wiener (Dark Hero Of The Information Age: In Search of Norbert Wiener The Father of Cybernetics). Interessante e molto utile. Fra le molte cose che ho imparato mi hanno colpito in modo particolare un paio di pagine che parlano del rapporto fra il padre della cibernetica e Marshall Mcluhan. Secondo quanto riportano gli autori citando le parole di Donald Francis Theall, un ex-studente americano della University di Toronto, McLuhan avrebbe avuto accesso tramite questo studente fin dall’estate del 1950 a Cybernetics e The Human Use of Human Beings.

In 1953, McLuham lanuched his celebrated seminars on “culture and communication” at the University of Toronto. A decade later, he would use Wiener’s idea liberally, but without attribution, in his own watershed word, Understanding Media, wich dissected the effects ot television and every other medium of communication on human consciousness and culture. The book subtitle, The Extension of Man, and its oracular pronouncements that “the medium is the message” and that electronic media had turned the world into a “global village” echoed Wiener’s words in The Human Use of Human Beings that “the transportation of messages serves to forward and extension of man’s senses… from one end of the world to another” and that “society can only be understood through a study of the messages and the communication facilities wich belong to it”. (p. 277)