Observing the observers with Google Trends

Come al solito dai Labs di Google è venuto fuori qualcosa di molto interessante. Più volte in questo blog ho cercato di mettere in evidenza l’importanza di osservare le osservazioni del web che, in quanto fatto di comunicazioni, è un pò come dire osservare le osservazioni di un sistema sociale. Nel caso del web il processo di osservazione parte da una distizione che ha origine con l’inserimento di una parola chiave in motore di ricerca. Questa operazione crea un discrimine fra le pagine osservate (quelle restituite dalla query) e quelle distinte (tutte le altre). Poichè le pagine restituite dalla query sono di solito moltissime va rilevata poi l’importanza del ranking che ordina i risultati evidenziando alcune possibilità (diciamo i primi dieci risultati) e relegando le altre in pagine remote che quasi nessun utente, stando alle statistiche, va a consultare. Dunque i motori di ricerca, come tutti i supporti ai processi di osservazione (tipo i nostri 5 sensi), tendono non tanto a cercare il web quanto a costruirne la realtà.
Ora tutti i processi di osservazione mediati dal computer hanno spesso la proprietà di esporsi essi stessi all’osservazione. Google Zeitgeist in questo senso è esemplare. Google Trends, come hanno detto durante la presentazione alla stampa, “is like giving you the keys to Zeitgeist”. Ovvero è possibile cercare nelle ricerche fatte dagli utenti su Google e vedere al tempo stesso le principali news connesse a queste ricerche. Si possono dunque fare ricerche con chiavi tipo Silvio Berlusconi e Romano Prodi per vedere il rapporto fra sistema dei media ed utilizzo delle chiavi di ricerca su Google. Quello che impressiona è qui la straordinaria aderenza fra il grafico delle news e quello delle ricerche. Quali considerazioni si possono fare sul rapporto fra Internet ed il sistema dei mass media?
Ma si possono anche comparare diverse ricerche usando la virgola: Habermas batte Luhmann, Inter e Milan se le giocano e lasciano indietro la Juve, il web 2.0 ha un trend di crescita straordinario che lo ha portato a raggiungere la buzz word e-commerce nell’ultimo periodo del 2006, Romano Prodi perde sempre contro Silvio Berlusconi tranne nell’ultimo scorcio del 2006.
Fantastica inoltre la suddivisione per città, regione e lingua dei risultati. Anche da questa analisi vengono spunti interessanti. 
Le possibilità sono infinite. Ve ne viene in mente qualcuna?

L'essenza del FarsiMedia

Chiara racconta in un commento il suo disappunto per la qualità media dei blog italiani. In generale credo si stratti di una questione di punti vista ma poichè io e lei osserviamo dalla stessa prospettiva di ricercatori devo dire che di fatto condivido il suo giudizio a tal punto che nel mio blogroll ci sono quasi solo blog in inglese.
Però devo anche dire che esistono eccezioni. Una è sicuramente costituita da Giuseppe Granieri. Sarebbe da tempo nel mio blogroll se solo FeedDeamon non si fosse fino a oggi rifiutato categoricamente di considerare valido il feed di Blog Notes.
Proprio a questo proposito volevo segnalare questo bell’articolo dal titolo “Quell’uomo al centro della Rete”. Due pagine che spiegano con chiarezza l’essenza del FarsiMedia. Una lettura consigliata a tutti. Una lettura obbligata per chi non legge in inglese.