Obiettivi formativi

Mi hanno chiesto di scrivere una breve descrizione di un nuovo corso di laurea del mio ateneo. Ho scritto queste righe e mi piacerebbe sentire il vostro parere.

Il Corso di laurea in (…) di Urbino è diverso da tutti gli altri. L’idea che fonda il progetto e le attività formative è semplice: la comunicazione è un processo composto dall’atto del comunicare e dall’ascolto; durante questo secolo, con i mezzi di comunicazione di massa, abbiamo sviluppato molto le nostre capacità di ascolto dei media. Con la diffusione delle reti tecnologiche è giunto il momento di sviluppare la nostra capacità di usare i media non solo dal lato del consumo. Per fare questo è necessario usare e conoscere i nuovi strumenti di produzione e diffusione (blog, podcasting, web services, tv digitale mobile e ad alta definzione) della comunicazione non solo dal lato tecnico. È questo è il primo obiettivo di questo corso.
Le barriere di accesso alla pubblicazione di un libro, un film o un disco non sono mai state così basse. Si tratta di una grande opportunità non priva di rischi. Se, da una parte, la moltiplicazione delle fonti è segno di democrazia, dall’altra appare sempre più rilevante potenziare le nostre capacità di ascolto sviluppando una forma di immunità verso il rischio di overload informativo.
Come faremo a distinguere la spazzatura dalla corretta informazione? Come faremo a trovare quello che ci interessa? Che rapporto si instaurerà fra i mezzi di comunicazione tradizionali e quelli basati sul contenuto generato dagli utenti? Come cambieranno le tecniche di marketing dei prodotti informativi e le pubbliche relazioni? Che rapporto c’è, in questo senso, fra fiducia, scelta e rischio? L’ascolto permanente rischia di renderci più sordi? Fornire gli strumenti per poter rispondere a queste e altre domande sul futuro della comunicazione e della nostra società è il secondo obiettivo di questo corso.
I nuovi scenari della comunicazione implicano di ripensare tanto l’atto del comunicare quanto quello dell’ascolto. Anzi ripensare uno implica ripensare l’altro.
È l’attenzione verso questa specifica combinazione di fattori in evoluzione che rende il corso di (…) di Urbino unico… questo, la città campus, le colline del Montefeltro e la rete wi-fi cittadina disponibile dal prossimo anno 🙂

A voi piacerebbe un corso così? Credete che sia una presentazione efficace? Chi vedreste bene come docente?

e-books

Dal New York Times un eccellente articolo di Kevin Kelly sul futuro dell’editoria e non solo.

The contours of the electronic economy are still emerging, but while they do, the wealth derived from the old business model is being spent to try to protect that old model, through legislation and enforcement. Laws based on the mass-produced copy artifact are being taken to the extreme, while desperate measures to outlaw new technologies in the marketplace “for our protection” are introduced in misguided righteousness. (This is to be expected. The fact is, entire industries and the fortunes of those working in them are threatened with demise. Newspapers and magazines, Hollywood, record labels, broadcasters and many hard-working and wonderful creative people in those fields have to change the model of how they earn money. Not all will make it.)

Risorse condivise

Chiara, che collabora al progetto ITSTIME – Italian Team for Security, Terroristic Issues & Managing Emergencies della Cattolica, mi segnala un elenco di risorse web (feed) che ha creato per gli studenti del corso di Teoria e tecniche delle comunicazioni di massa (corso di laurea in Linguaggi dei media) che seguono le sue esercitazioni sulle culture digitali. 
Ci sono segnalate diverse risorse utili di cui consiglio caldamente la lettura.

Observing the observers with Google Trends

Come al solito dai Labs di Google è venuto fuori qualcosa di molto interessante. Più volte in questo blog ho cercato di mettere in evidenza l’importanza di osservare le osservazioni del web che, in quanto fatto di comunicazioni, è un pò come dire osservare le osservazioni di un sistema sociale. Nel caso del web il processo di osservazione parte da una distizione che ha origine con l’inserimento di una parola chiave in motore di ricerca. Questa operazione crea un discrimine fra le pagine osservate (quelle restituite dalla query) e quelle distinte (tutte le altre). Poichè le pagine restituite dalla query sono di solito moltissime va rilevata poi l’importanza del ranking che ordina i risultati evidenziando alcune possibilità (diciamo i primi dieci risultati) e relegando le altre in pagine remote che quasi nessun utente, stando alle statistiche, va a consultare. Dunque i motori di ricerca, come tutti i supporti ai processi di osservazione (tipo i nostri 5 sensi), tendono non tanto a cercare il web quanto a costruirne la realtà.
Ora tutti i processi di osservazione mediati dal computer hanno spesso la proprietà di esporsi essi stessi all’osservazione. Google Zeitgeist in questo senso è esemplare. Google Trends, come hanno detto durante la presentazione alla stampa, “is like giving you the keys to Zeitgeist”. Ovvero è possibile cercare nelle ricerche fatte dagli utenti su Google e vedere al tempo stesso le principali news connesse a queste ricerche. Si possono dunque fare ricerche con chiavi tipo Silvio Berlusconi e Romano Prodi per vedere il rapporto fra sistema dei media ed utilizzo delle chiavi di ricerca su Google. Quello che impressiona è qui la straordinaria aderenza fra il grafico delle news e quello delle ricerche. Quali considerazioni si possono fare sul rapporto fra Internet ed il sistema dei mass media?
Ma si possono anche comparare diverse ricerche usando la virgola: Habermas batte Luhmann, Inter e Milan se le giocano e lasciano indietro la Juve, il web 2.0 ha un trend di crescita straordinario che lo ha portato a raggiungere la buzz word e-commerce nell’ultimo periodo del 2006, Romano Prodi perde sempre contro Silvio Berlusconi tranne nell’ultimo scorcio del 2006.
Fantastica inoltre la suddivisione per città, regione e lingua dei risultati. Anche da questa analisi vengono spunti interessanti. 
Le possibilità sono infinite. Ve ne viene in mente qualcuna?

L'essenza del FarsiMedia

Chiara racconta in un commento il suo disappunto per la qualità media dei blog italiani. In generale credo si stratti di una questione di punti vista ma poichè io e lei osserviamo dalla stessa prospettiva di ricercatori devo dire che di fatto condivido il suo giudizio a tal punto che nel mio blogroll ci sono quasi solo blog in inglese.
Però devo anche dire che esistono eccezioni. Una è sicuramente costituita da Giuseppe Granieri. Sarebbe da tempo nel mio blogroll se solo FeedDeamon non si fosse fino a oggi rifiutato categoricamente di considerare valido il feed di Blog Notes.
Proprio a questo proposito volevo segnalare questo bell’articolo dal titolo “Quell’uomo al centro della Rete”. Due pagine che spiegano con chiarezza l’essenza del FarsiMedia. Una lettura consigliata a tutti. Una lettura obbligata per chi non legge in inglese. 

MySpace e generazioni

Ancora una volta sono in qualche modo costretto a citare Danah Boyd. L’ultimo post contiene infatti una interessante riflessione su MySpace e la generazione dei giovani americani. Sembra infatti che uno dei fenomeni del momento all’interno di questa comunità di giovani e giovanissimi (14-24 anni) sia, fra le ragazze della comunità, l’ultimo video (Stupid Girls) della cantante P!nk.
Interessante è che, al di là dell’aspetto tipico da teen idol di P!nk, i testi delle canzoni siano piuttosto impegnati ed intrisi di una forma di femminismo duro e puro che forse non ci si aspetta di trovare in una community di teenagers americani del 2006.
Quello che è ancora più interessante è che proprio due giorni fa abbiamo chiuso una richiesta di finanziamento al ministero per una ricerca sul rapporto fra consumi mediali e senso di appartenenza ad (e duque l’esistenza di) una generazione. Maggiori news su questo in caso di approvazione verso fine anno.