non-profit su Wikipedia Italiana

Anche sotto Natale c’è chi lavora…

Quest’anno gli studenti del mio corso di Nuove Tecnologie per il non-profit (che tengo nell’ambito del master Lavorare nel non-profit) stanno lavorando per gruppi a perfezionare e completare alcune voci di Wikipedia Italiana sul mondo del non-profit.

In particolare:

  • Matteo, Alessia e Veronica stanno modificando la voce Caffè inserendo una serie di informazioni sul mercato del Caffè nella sua declinazione equa e solidale;
  • Davide, Maria Antonietta e Raffaella stanno creando da zero la voce Fairtrade Labelling Organization (FLO);
  • Michela, Annalisa e Alberto stanno creando un elenco ragionato delle organizzazioni non-profit italiane da aggiungere alla voce non-profit;
  • Maria, Mariacristiana e Marina stanno creando da zero la voce Sbilaciamoci (sul modello delle voci Rete Lilluput e reti di organizzazioni analoghe);
  • Claudia, Irene e Layla stanno contribuendo alla pagina CTM – altromercato;
  • Marco e Laura, infine, stanno creando una sezione Impresa sociale all’interno della voce non-profit.

Il lavoro è appena iniziato ma tenete d’occhio queste pagine e vedrete che entro lunedì 8 gennaio saranno tutte significativamente migliorate 🙂

London Tag Map

Le conversazioni permanenti e ricercabili che avvengono sul web si prestano a tantissime forme di analisi. London Tag Map (realizzato dal gruppo di ricerca Yahoo! di Berkeley) è un esempio che utilizza le immagini georeferenziate caricate su Flickr e le resituisce come una specie di tag cloud distribuita nello spazio dei punti turistici più interessanti di Londra.

Il post contiene tanto una presentazione quanto un paper che descrivono il progetto nei dettagli.

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Senso comune e nuove tecnologie

Un paio di giorni (ed in particolare una intensa mattinata) a parlare del rapporto fra senso comune e nuove tecnologie hanno lasciato nella mia mente un paio di certezze:

  • Il concetto di senso comune (come tanti altri nelle scienze sociali) non è ben definito (su questo si veda il volume Il senso comune di Ambrogio Santambrogio) e per questo motivo piuttosto inutilizzabile come fondamento sul quale costruira altra conoscenza;
  • Quando si affianca questo concetto indefinito alle prospettive incerte delle nuove tecnologie una cosa appare chiara. Come ha detto Daniel A. Freedman nel campo della filosofia della scienza (un grazie a Luca per avermi segnalato questa citazione): “… technology tends to overwhelm common sense” (e questo indipendentemente da cosa il common sense sia di volta in volta). Se ci si pensa il fatto che le tecnologie siano nuove (ovvero orientate al futuro) pone queste in diretto contrasto con il presente (ovvero al senso comune). Ovvero o le tecnologie non sono nuove o sono in contrasto con il senso comune 🙂

Ed in effetti questo è quello che emerso (almeno in base alla mia personale ricostruzione dei fatti), anche se su oggetti e con tagli molto diversi, nel panel sulle nuove tecnologie cui ho preso parte ieri a Perugia (programma completo dell’evento organizzato dall’AIS).

Davide Bennato ha presentato i risultati di una imponente ricerca (con interviste telefoniche su un campione rappresentativo di utenti Internet in Italia integrate da una websurvey) sull’utente del file sharing da cui emergono molti dati interessanti che contribuiscono a sfatare una serie di luoghi comuni sul profilo e sulle motivazioni di chi scarica file legalmente o illegalmente attraverso le reti peer-to-peer.

Davide Borrelli, prendendo spunto dall’articolo We the Web di Kevin Kelly pubblicato ad agosto del 2005 su Wired, ha evidenziato alcuni aspetti dell’impatto sociale del web 2.0 sopratutto in relazione alla distinzione fra tassonomie e folksonomie. Interessante su questo una domanda di Alberto Marinelli (moderatore insieme a GBA della sessione) sul rapporto fra folksonomie e web semantico come due forme contrapposte di costruzione del senso comune in rete. Qualcosa su questo avevo scritto in passato su questo blog.

Barbara Scifo ha descritto limiti e possibilità dell’utilizzo della media and technology domestication applicata ai new media. I new media decostruiscono la distinzione pubblico/privato e di conseguenza rendono problematico l’utilizzo di una serie di framework metodologici e teorici di costruiti proprio in base a questa distinzione. Barbara, che ha scritto di recente molto sugli usi sociali, sopratutto fra i giovani, della telefonia mobile (qui una sua intervista pubblicata su apogeoonline e qui un articolo in inglese), ritiene possa dire ancora molto se non altro come tool per comprendere le fasi di adozione di una certa tecnologia.

Luigi Spedicato ha parlato del rapporto fra arte e design delle interfaccie dei siti web citando una vasta letteratura ed in particolare Walter Benjamin a supporto delle sue riflessioni.

Last but no least, Laura Corradi ha affrontato il difficile rapporto fra scienza e tecnologia descrivendo il caso delle tecnologie per la riproduzione artificiale.

Derrick 2.0

Sono disponibili le slide dell’intervento allo IAB Forum 2006 di Derrick DeKerckhove del 9 novembre (supervisore scientifico di SmartLab) dal titolo “La trasformazione dei linguaggi, dei mezzi e dei consumatori”.
(…)

(Source: La trasformazione dei linguaggi, dei mezzi e dei consumatori
Originally published on Fri, 01 Dec 2006 21:31:35 GMT by Staff

Anche se di non facile comprensione estratte dal contesto, sono interessanti le slide pubblicate sul sito dello IAB Forum e segnalate dallo Smart Lab sopratutto per chi ha una certa dimistichezza con il pensiero ed il modo di lavorare di DeKerckhove.

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6 possibilità su 100

Un paio di giorni fa abbiamo (io e Luca) risposto ad una CFP mandando questo abstract del paper Eyes on Europe.

During the last few years the Internet has been increasingly described as a mass media where user can not only consume but also create and distribute their contents. This huge quantity of data available online, often archived to be easily searched, represents a new and interesting empirical field for sociological research. This essay is an example of a possible approach to this data. Based on two well know methodological and theoretical pillar (content analysis and social systems theory), the paper shows the results of the analysis of over 500000 photos tagged <Europe> available in the Flickr archive. Although Flickr is not usually considered as a Social Network site it offers a great infrastructure to share images within the flickr’s community and also with other Internet users. These networks of pictures are the basis upon which it is possible the emerging of a wide social community. The existing link between uploaded pictures and tags used to describe every specific picture allow the researchers to observe the semantic value given to the photos.

The aim of the project was to discover the emergent semantic of the concept of Europe related to the construction process of the European Union. Is the European semantic observed in flickr comparable to classical national semantic? In order to answer this question a comparison between Europe and USA was also drawn demonstrating two completely different semantic halos: the European related mostly to geographic and historic concepts and the American related (in addition to those concepts) also to national visual symbols like (e.g. flags, flag poles, star and stripes…) that seem to be absent in Europe saw as a whole.

Quando lo abbiamo inviato già non credevamo di avere molte possibilità di vedere il paper pubblicato sulla

Special Theme Issue of the Journal of Computer-Mediated Communication on Social Network Sites: People, Practice, and Culture

perchè la call era probabilmente più orientata a lavori su siti tipo orkut, friendster, etc.

Adesso, dopo aver letto l’ultimo posto di Danah, siamo anche in grado di quantificare le nostre effettive probablità 🙂 .

Word of mouth

Ieri a pranzo ho appreso da fonti certe che la Ferrari ha un analista che occupa gran parte del suo tempo (o comunque una quota crescente del suo tempo) a monitorare quello che si dice dei prodotti presenti e futuri della casa di Maranello sul web.

Il relatore perfetto per la issue aziende/consumatori a conversazioni dal basso?

Vediamo se è in ascolto…

Articoli sui blog

Oltre all’articolo citato di Danah Boyd, questo numero di Reconstruction ha anche diversi altri contributi che sembrano interessanti (accessibili for free).

I am pleased to announce that a paper i wrote a while back is part of a cool collection of papers in Reconstruction’s Special Issue on Theories/Practice of Blogging (edited by Michael Benton and Lauren Elkin). My piece – “A Blogger’s Blog: Exploring the Definition of a Medium” – argues that blogging needs to be looked at as a practice on top of a medium, not simply a CMC genre.

Source: announcing two new academic papers
Originally published on Mon, 27 Nov 2006 15:27:45 GMT by zephoria (zephoria-vacation@zephoria.org)

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